Una delibera della Giunta regionale prevede il trasferimento delle funzioni di Assistenza consultoriale ai Distretti
La riorganizzazione aziendale della Asl 3 – fortemente voluta dalla Giunta della Regione Liguria per esigenze di contenimento delle spese – rischia di compromettere un particolare servizio, dedicato all’utenza più fragile, che rappresenta ormai un presidio socio-sanitario consolidato.
Parliamo dei consultori, luogo per eccellenza della salute sessuale e riproduttiva delle donne, ma non solo, istituiti nel 1975 con la Legge n. 405. Uno spazio deputato all’educazione sessuale e alla contraccezione, alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, all’assistenza durante tutta la gravidanza e in ogni fase della vita fertile fino alla menopausa e anche dopo, all’applicazione della legge 194 sull’aborto volontario, ma anche a dare sostegno, assistenza psicologica e legale nei momenti difficili della relazione di coppia.
A Genova i consultori sono dislocati nei 6 distretti sociosanitari. In totale ben 27 sedi, 14 all’interno dell’area comunale, 13 extraurbane. Tra queste troviamo 2 Centri giovani in via Rivoli ed in via Operai (Fiumara), riservati a ragazzi tra 14 e 21 anni, il Centro sovrazonale per le adozioni nazionali ed internazionali presso l’ex ospedale Celesia a Rivarolo, dove, in stretta collaborazione con il Tribunale dei minorenni di Genova, si valuta l’idoneità delle coppie e si fornisce sostegno/consulenza lungo tutto il percorso adottivo. E ancora un Centro di mediazione famigliare, sempre in via Rivoli, rivolto a coppie in via di separazione e divorzi con elevata conflittualità; un Collegio multi professionale per la certificazione dell’alunno in situazione di handicap ai fini del riconoscimento al sostegno scolastico (via Rivoli); un Polo autismo in via Struppa ed altri centri specialistici dedicati a patologie specifiche (trattate da neuropsichiatri infantili o psicologi) quali disturbi di apprendimento, disturbi psicologici e psicopatologia dell’età evolutiva, disturbi del comportamento, ecc.
Il ridimensionamento delle Strutture complesse, approvato dalla Asl 3 con la delibera n. 1430 del 28 dicembre 2011, prevede una riduzione dalle attuali 57 strutture cliniche a 33, mentre le strutture non cliniche scenderebbero da 63 a 45.
All’interno di queste ultime è compresa la Struttura complessa relativa all’Assistenza Consultoriale, che la stessa Asl 3 ipotizza di preservare perché si tratta di un servizio che necessita di autonomia gestionale e richiede omogeneità d’intervento. L’assistenza alle donne, alle famiglie e all’infanzia, insomma, deve mantenere intatta la sua peculiare capacità organizzativa, pena lo snaturamento di attività finora eccellenti.
Ma c’è un ostacolo. La Regione infatti non ritiene sufficiente lo sforzo di riordino aziendale compiuto dalla Asl 3. Con la delibera n. 27 del 13 gennaio 2012 – passata quasi sotto silenzio – la Giunta regionale approva la riorganizzazione aziendale proposta dalla Asl 3 ma prescrive di avviare una verifica sulle attività svolte dalle strutture complesse di Assistenza Consultoriale, Assistenza Geriatrica, Integrata Fragilità e Continuità terapeutica, da compiersi entro il 31/12/2012. In caso di esito positivo le funzioni delle strutture complesse dovranno essere trasferite ai Distretti, anch’essi sottoposti a riorganizzazione.
In pratica se davvero si procederà in questo senso si rischia di parcellizzare un servizio che per sua natura risponde ad esigenze particolari, con tempi e qualità di intervento per forza di cose distanti dalle attività distrettuali.
<<Perdere questa struttura organizzativa è una sconfitta per tutto il sistema sanitario genovese – afferma Gabriella Trotta, segretario regionale sanità Uil e membro della Rete 194, un gruppo di uomini e donne che per primo ha lanciato l’allarme – Non si possono distruggere i consultori perché sono presidi fondamentali, frequentati da moltissime donne, tra le quali molte straniere>>.
Occorre ricordare che i consultori si confrontano con una materia complessa e nello stesso tempo delicata, fornendo un supporto psicologico qualificato a minori, madri, giovani, uomini e donne, coppie, famiglie. Non rispondono solo al bisogno sanitario ma anche a quello sociale, si occupano di assistenza legale e di tutta la parte giuridicamente rilevante, ad esempio i rapporti con la magistratura per quanto riguarda gli affidi familiari, le adozioni, ecc.
<<Lo smantellamento della struttura complessa di Assistenza Consultoriale comporterà la scomparsa della loro capacità organizzativa – spiega Trotta – Dipendere gerarchicamente dai distretti sanitari è tutta un’altra storia. I distretti infatti hanno esigenza di fare numeri e tutto ciò che non è prestazione sanitaria non conta>>.
Secondo il disegno della Regione i consultori finirebbero dissolti nel sistema ambulatoriale, perdendo completamente la loro ragione d’esistere.
<<Oggi una visita consultoriale sia per i minori che per le donne non è neppure lontanamente paragonabile ad una visita ambulatoriale – continua Trotta – Parliamo di un servizio completamente diverso. Nell’ambulatorio pubblico ci sono delle tabelle da rispettare. Tabelle di marcia e produttività relative a tempi e qualità delle visite>>.
Presso i consultori si sono formate competenze e capacità per quanto riguarda il rapporto instaurato con il paziente, il carico di complessità sociale, la qualità dell’intervento, che non possono esprimersi al meglio in una logica puramente ambulatoriale.
<<Una donna straniera con il proprio figlio che si rivolge al pediatra ambulatoriale senza una mediazione culturale potrebbe avere alcune difficoltà oggettive – continua Trotta – una risposta efficace la può trovare proprio nei consultori. Oppure pensiamo al minore figlio di genitori irregolari che magari è privo di un proprio medico di famiglia. In un consultorio riceve le adeguate attenzioni alle sue problematiche, cosa che un semplice ambulatorio non può garantire>>.
Non vanno dimenticati gli eccellenti risultati ottenuti in questi anni dall’assistenza consultoriale <<Ha lavorato sempre bene – sottolinea Trotta – Ad esempio la riduzione nel numero di ricorsi all’aborto è merito dell’attività dei consultori>>.
Questi alcuni numeri: circa 60.000 visite ginecologiche; 10.000 interventi legati all’area neuropsichiatrica e psicologica; 150.000 interventi di pediatria di comunità e pediatria consultoriale, ovvero vaccinazioni e interventi negli asili nido e nelle scuole come medicina scolastica; sono state seguite in gravidanza 600 donne, eseguiti 12000 Pap test tra accesso spontaneo e screening cervicale; 1200 donne hanno frequentato i corsi di preparazione al parto e le attività del dopo nascita; 3500 pazienti si sono rivolti agli psicologi; 4000 pazienti sono trattati dall’area Neuropsichiatria Infantile; 1400 ragazzi sono stati seguiti dai Centri Giovani per contraccezione o interventi psicologici.
Infine a poca distanza da noi abbiamo un esempio di una simile esperienza che non fa ben sperare. Parliamo di Savona e della Asl 2 dove il ridimensionamento dei consultori è già un dato di fatto. Un accorpamento che secondo la Rete 194 ha provocato <<Disorientamento nell’utenza e negli operatori a causa del depauperamento del servizio>>.
Matteo Quadrone
Commento su “Consultori: il ridimensionamento rischia di snaturare il servizio”