In via di completamento i lavori sottomarini agli impianti di Darsena e Sestri Ponente. Per Cornigliano si aspetta il nuovo depuratore entro il 2020 che consentirà la dismissione dell’area della Volpara
Secondo i dati riportati sul sito di Mediterranea delle Acque, che ricalcano l’ultimo rapporto di Legambiente, il 98,2% del territorio genovese è coperto dal servizio di depurazione. Un dato sicuramente soddisfacente dal punto di vista quantitativo che, tuttavia, si scontra con la percezione qualitativa che i genovesi hanno delle “proprie” aria e acqua.
«Se entro il 2015 i depuratori non soddisferanno gli standard qualitativi imposti dall’Unione Europea – ha detto Guido Grillo, consigliere comunale del Pdl, nel corso di un art. 54 in Sala Rossa – scatteranno sanzioni di 10 mila euro più una multa di 715 euro per ogni giorno di ritardo per gli Stati inadempienti. Il rischio è che a pagare siano i cittadini attraverso un aumento della bolletta dell’acqua perché lo Stato si rivarrà sulle Regioni, che a loro volta presenteranno il conto ai Comuni, i quali non hanno più un centesimo». E il presidente Burlando sul punto è stato molto chiaro: nessuna richiesta di proroga; i Comuni inadempienti dovranno rispettare la scadenza stabilita dall’Europa o pagarne le conseguenze.
Ma, secondo quanto sostenuto dall’assessore all’Ambiente, Valeria Garotta, il problema per il Comune di Genova non si pone neppure, dal momento che «i nostri depuratori sono tutti funzionanti a norma, sia dal punto di vista della acque trattate che da quello delle emissioni in aria. E nessuno risulta passibile di procedure di infrazione comunitarie, attuali o all’orizzonte, a differenza di altri comuni».
La tesi dell’assessore sulla normalità della situazione genovese, confermataci anche da diversi e autorevoli addetti ai lavori, non convince del tutto il consigliere Grillo che ha chiesto una relazione dettagliata sugli impianti nel territorio comunale, redatta dai tecnici competenti di Ato (Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale), che certifichi lo stato dell’arte e gli eventuali interventi necessari per la sistemazione delle situazioni critiche.
«In punta di legge e sul piano strettamente burocratico – commenta il legambientino Andrea Agostini – è anche possibile che il Comune rispetti i parametri europei. Ma se l’assessore si dice soddisfatta della situazione genovese, mente sapendo di mentire. E pensare che tutto possa andare magicamente a posto entro il 2015 è un po’ come credere alle apparizioni della Madonna».
Partiamo da Sestri, oggetto di recente e ingente intervento di miglioramento con la realizzazione della nuova condotta sottomarina, sostanzialmente giunta a completamento. «Si è trattato di un intervento piuttosto lungo e complicato – spiega Garotta – perché la tubatura ha dovuto aggirare la banchina aeroportuale. La condotta, comunque, è stata collaudata nel corso di quest’anno e ha già portato importanti benefici per la qualità delle acque della Marina di Sestri Ponente».
A detta di Legambiente, su Sestri insisterebbe anche un altro problema, ovvero lo smaltimento del percolato della discarica di Scarpino. «In caso di pioggia – spiega Agostini – la funzione filtrante del depuratore viene messa in seria difficoltà dalla copiosa presenza dell’acqua piovana, con il rischio di emissioni in mare non proprio pulite. Inoltre, se le piogge sono particolarmente sostanziose, può verificarsi l’eventualità che non tutto il flusso venga deviato nelle tubature e alcuni riversamenti vadano a finire nel Chiaravagna».
Ancora in corso d’opera, invece, la posa delle tubature sottomarine per l’impianto della Darsena. In questo caso, i lavori sono resi complicati dalle deviazioni imposte dalle banchine portuali, che impediscono di procedere secondo una linea retta. «Siamo arrivati a circa metà del percorso, fino a calata Oli minerali» racconta nel dettaglio l’assessore. «I lavori proseguiranno per tutto il 2014 e, nel frattempo, si procederà anche con interventi sulle stazioni di pompaggio per la realizzazione di un nuovo sistema di trattamento degli odori. Ad ogni modo – ci tiene a sottolineare Garotta – anche allo stato attuale il depuratore rilascia acque trattate ed emissioni in aria all’interno dei parametri di legge».
La situazione più critica e anche più nota è, comunque, quella che riguarda il depuratore di Cornigliano, che intercetta tutta la zona della Val Polcevera. «L’impianto di Cornigliano – commenta Agostini – è stato sbagliato alla radice per questo continua a fare puzza e non vi si riesce a porre rimedio. E, infatti, il primo a volerlo sostituire è proprio il Comune».
«Su Cornigliano le abbiamo provate tutte» ammette Carlo Senesi, assessore al Ciclo delle Acque ai tempi della giunta Vincenzi, «ma non siamo riusciti a trovare una soluzione soddisfacente. L’unica strada è costruire un nuovo depuratore, già finanziato e per cui il cammino sta procedendo con l’acquisizione delle aree ex Ilva e la progettazione preliminare».
«L’impianto di Cornigliano fu costruito negli anni ’80 inizialmente solo per il trattamento dei reflui industriali – entra nello specifico l’assessore Garotta – e successivamente venne adattato ad altre esigenze della città. Le criticità attualmente presenti nella zona non riguardano infrazioni di legge ma esclusivamente problemi di convivenza con i cittadini, dal momento che il depuratore si trova molto vicino al centro abitato e agli esercizi commerciali». La situazione verrà sanata solo con la realizzazione del nuovo impianto nell’area retrostante Villa Bombrini. «Grazie a un accordo di programma con l’Autorità portuale – prosegue Garotta – i terreni sono finalmente nella disponibilità del Comune, che sta completando il passaggio a Mediterranea della Acque. Nel giro di qualche mese, inoltre, dovrebbe concludersi la fase di progettazione preliminare, per poi passare alla realizzazione inizialmente della linea di trattamento fanghi e, successivamente, di quella delle acque».
Secondo le stime dell’assessore, infatti, entro il 2020 il nuovo impianto di Cornigliano dovrebbe concentrare su di sé il trattamento dei fanghi di tutto il centro cittadino, consentendo la totale dismissione dell’impianto di Volpara. Quest’ultimo, infatti, nell’attuale sistema di depurazione genovese, riceve i fanghi dal depuratore di Punta Vagno e pone anch’esso parecchi problemi di convivenza con i cittadini. A Cornigliano, inoltre, verranno convogliati anche i fanghi della Darsena e di Sestri Ponente, con il conseguente ridimensionamento dei relativi impianti alla sola trattazione delle acque. Infine, in una seconda fase che dovrebbe durare altri due o tre anni, verrà attivato anche il trattamento delle acque per l’impianto che sorgerà nell’area ex Ilva, consentendo la definitiva chiusura di quello attuale e vetusto di Cornigliano – Val Polcevera.
Simone D’Ambrosio