In arrivo il bando Digital Tree per le start up innovative genovesi e non. I primi passi dell'hub innovativo dedicato alea tecnologie 4.0
1600 metri quadrati allestiti appositamente per ideare progetti d’intelligenza artificiale. Cognitive computing, machine learning, internet of thing saranno i temi che si discuteranno tra i “banchi” di Digital Tree, il primo Innovation Hub di startup a Genova dedicato a chi voglia investire nella tecnologia 4.0. Lo spazio completamente dedicato a chi punta tutto sulle nuovissime tecnologie, aprirà le porte il prossimo maggio. A riempire e vivere queste grandissime aree saranno tutti coloro che vogliono mettersi in gioco nel mondo digitale. Quattro piani dell’edificio di Viale Cembrano a Sturla, di proprietà del Comune, ospiterà start-upper e coworker del settore. Ecco che tra i caruggi genovesi si parlerà anche d’intelligenza artificiale.
«Siamo il primo incubatore di start up 4.0 in Italia e pensiamo che questo nostro progetto possa portare benefici sia a livello nazionale sia alla nostra città». Spiega Andrea Pescino, amministratore delegato di SoftJam, azienda madre di Digital Tree. «Puntiamo sulla tecnologia 4.0 perché rappresenta il futuro, tra una decina anni penso che coinvolgerà moltissimi aspetti della nostra vita e porterà milioni di posti di lavoro». L’edificio di Sturla, che presto diventerà uno smart building, verrà suddiviso in quattro grandi aree ognuna delle quali dedicata a un’attività distinta. Un piano riservato per i corsi di formazione, uno per le start-up, uno per chi vuole affittare scrivanie, i cosiddetti co-worker e un piano per la nuova sede di Soft Jam, l’azienda madre di Digital Tree. «Affiancheremo le start-up ritenute da noi vincenti, – dice Pescino – daremo loro supporto e affiancamento professionale, forniremo loro l’utilizzo gratuito di tecnologie e scrivanie».
Il bando per inviare le idee 4.0 sarà online sul sito di Digital Tree entro fine febbraio, anche se le prime candidature, secondo quanto riferito da Pescino, stanno già arrivando alla sede di Soft Jam. Per partecipare basta avere una bella idea, naturalmente nel settore dell’intelligenza artificiale, e avere il coraggio di buttarsi. «Ai coworker, invece, offriremo scrivanie e l’utilizzo di tecnologie avanzate a bassi prezzi – aggiunge l’amministratore delegato – ma soprattutto diamo la possibilità di fare conoscenze con altri professionisti del settore, creare network informali e chissà magari ideare una start-up».
E per rimanere sempre aggiornati o per fare i primi passi nel modo dell’intelligenza artificiale, nella nuova sede di Digital Tree, verranno organizzati corsi di formazione. «I nostri corsi, tenuti per il 90% da professionisti esterni alla Soft Jam, saranno aperti a tutti, a pagamento per gli esterni e gratuiti per i nostri ospiti». Per far arrivare la cultura tecnologica anche ai più piccini l’Innovation Hub ha anche avviato collaborazioni con alcune scuole genovesi, dalle elementari alle superiori.
Attorno al progetto , inoltre, è stato anche avviato un imponente “lavoro delle menti” con l’attivazione di partenariati come lo Startup District & Incubator della Fondazione Politecnico di Milano, con l’Università di Genova che vanta una delle migliori facoltà di ingegneria d’Italia e con Microsoft Italia.
Un incontro, quello tra Digital Tree e la città di Genova, nato con il bando indetto l’anno passato dall’Amministrazione comunale per la riqualificazione e la valorizzazione dell’edificio di viale Cembrano 2 a Sturla, di proprietà del Comune di Genova. Il bando mirava a sviluppare imprenditorialità e innovazione nel territorio ed era rivolto a tutte le aziende che avrebbero potuto favorire questa crescita. «Noi della Soft Jam abbiamo colto la palla al balzo – dice Pescino – credo in Genova, non solo perché è la mia città natale e le città in cui mi sono formato come ingegnere, ma anche perché ha un sacco di lati positivi e un buon assetto per poter attivare uno sviluppo di intelligenza artificiale».
Grazie al bando Soft Jam ha potuto trasformare l’edificio novecentesco di Sturla in un modernissimo smart building. Un palazzo, quindi, che una volta completati i lavori, darà una risposta digitale alle esigenze degli utenti, sarà dotato di pannelli solari e sarà ergonomico ed efficiente nei servizi. «Ogni ospite verrà riconosciuto dal bulding attraverso il proprio badge – spiega Pescino – e ad ogni profilo utente corrisponderanno le esigenze dell’ospite che sono state memorizzate in precedenza grazie all’intelligenza artificiale». Il riscaldamento, ad esempio verrà calibrato automaticamente in base alle persone presenti in quel momento nella sede, se il sistema riconoscerà tramite il badge che ci sono alcuni freddolosi aumenterà la temperatura in automatico. Un investimento che è costato esclusivamente alle tasche di Soft Jam 1 milione e 300 mila euro.
Il Comune, invece, sul piano economico ha contribuito mettendo l’affitto dell’edificio a prezzi bassissimi: «Paghiamo intorno ai 15 mila euro l’anno d’affitto, meno di un quarto dei 60 mila euro che l’amministrazione comunale aveva chiesto in un primo bando andato a buca» – conclude Pescino.
«L’intelligenza artificiale e la tecnologia hanno fatto passi da giganti in questi anni – dice Pescino – e credo che lo sviluppo di questo settore sarà sempre più veloce». In effetti siamo passati senza nemmeno accorgercene dalle cabine telefoniche a gettoni degli anni novanta a fare conference call proiettati con avatar che ci rappresentano in realtà virtuali. Oggi la tecnologia è in grado di fare cose che non ci saremo mai immaginati. I computer sono capaci di comprendere segnali complessi, di riconoscere la voce, il viso e addirittura di codificare le emozioni che sta provando l’utente. L’intelligenza artificiale è entrata sempre di più nelle nostre vite e spesso senza che noi ce ne rendiamo conto, basti pensare ai siti web che ci suggeriscono di vedere, e magari anche comprare, prodotti che potrebbero rientrare nei nostri interessi. E guarda caso, i prodotti proposti sono proprio quelli ci piacciono; un meccanismo che non è frutto di una coincidenza o di una botta di fortuna, ma deriva appunto dalla tecnologia 4.0 in grado di riconoscere i gusti e le preferenze di ogni singolo fruitore in base ai dati che ha memorizzato nel tempo dagli utenti. «Ci troviamo nel mezzo di una trasformazione industriale straordinaria, ricca di opportunità e di rischi – conclude Pescino – in questo contesto siamo convinti che Digital Tree possa favorire la crescita del settore aiutando sviluppo di scenari di innovazione».
Nei prossimi mesi vedremo se questo “albero” sarà riuscito a mettere radici nella nostra città, iniziando a lavorare per dare i frutti sperati
Elisabetta Cantalini