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Doria chiude il mandato: «5 anni di sofferenza inaudita». Pochi rimpianti: «Non aver inciso sulla riforma della p.a.»

Alla conferenza stampa di chiusura del mandato, la giunta Doria ripercorre i 5 anni di amministrazione, con pochi rimpianti. Bernini pronto a ricandidarsi


13 Aprile 2017Notizie

Marco Doria, sindaco di GenovaCinque anni di crisi economica che ha moltiplicato le situazioni di sofferenza sociale, cinque anni di “sofferenza inaudita” della finanza locale e di taglio progressivo dei trasferimenti dal governo per complessivi 170 milioni dal 2011 a oggi. E’ il bilancio del sindaco di Genova, Marco Doria, che in un’ora e un quarto di conferenza stampa e 180 pagine di report sintetizza cinque anni di amministrazione. «Abbiamo governato in cinque anni di sistema di disgregazione del sistema politico italiano, con una schizofrenia delle regole del gioco che ha messo a dura prova i nostri nervi e la nostra calma», afferma il primo cittadino. «Fin dall’inizio – ricorda il sindaco- ci hanno chiesto se ce la sentissimo di andare avanti: era un giochino da microcosmo autoreferenziale. Abbiamo governato la città per cinque anni garantendo stabilità amministrativa affrontando difficoltà notevolissime ed essendo molto coerenti con certe linee guida della nostra azione».

La giunta Doria tira le fila, prima dello stop all’azione politica in vista della campagna elettorale che scatterà il prossimo 27 aprile. Tutti presenti, tranne l’assessore ai Lavori pubblici e candidato del centrosinistra per il prossimo mandato, Gianni Crivello. Ma non ci sarebbe nessun calcolo politico, semplicemente un impegno istituzionale per incontrare gli abitanti della Val Varenna e inaugurare uno dei tanti interventi realizzati dal 2012 a oggi. «La nostra azione – rivendica con orgoglio il primo cittadino – è stata pulita e trasparente nei confronti delle scelte: non abbiamo nascosto polvere sotto i tappeti. Abbiamo affrontato in maniera obiettiva tutte le criticità, mantenuto conti in ordine e puliti e ridotto l’indebitamento del Comune di oltre 100 milioni di euro, dando un contributo al risanamento delle casse del Paese».

Tanti i “titoli” di cinque di giunta arancione, suggeriti dallo stesso sindaco: la valorizzazione del patrimonio, la riqualificazione urbana, l’impiantistica sportiva. Fiore all’occhiello, la “Genova resiliente”, ovvero le opere per la messa in sicurezza idrogeologica della città: «Dal 2012 al 2017 – rivendica il sindaco – anche grazie ai trasferimenti del governo si è fatto quello che non è stato fatto nei 50 anni precedenti mentre stava aumentando la fragilità del territorio. Senza dimenticare il salto di qualità  fatto dal punto di vista turistico, – sottolinea Doria – senza eventi né risorse straordinarie».

Ultimo ma non ultimo, la città solidale: «Anche se so che non basta– sottolinea Doria – abbiamo mantenuto fino all’ultimo euro gli stanziamenti per il sociale. In una società diseguale, le politiche nostre per l’inclusione attenuano il disagio ma non lo eliminano». E l’ultima medaglia appuntata sul petto è quella dei diritti, con un regolamento sulle unioni civili approvato prima che si facesse una legge nazionale. Tutto possibile, secondo Doria, grazie alla «forte coesione della giunta. Abbiamo discusso, qualche volta anche animatamente, sarebbe strano se così non fosse stato, ma c’è sempre stato un rispetto profondo, anche da parte degli assessori che si sono avvicendati». Infine, un ringraziamento alla macchina comunale, che nell’ultimo ciclo amministrativo ha visto riducisi di circa 900 unità il personale con un contemporaneo innalzamento dell’età media.

Pochi rimpianti

L’unico vero rammarico espresso dal sindaco uscente è la riforma della Pubblica amministrazione che è «un tema cruciale, il mio rimpianto è non essere riuscito a fare abbastanza e a dare un contributo in questo senso. Abbiamo difeso ma avrei voluto efficientare di più il sistema pubblico complessivo, andando oltre, modificando e incidendo». Risponde così, il sindaco di Genova, Marco Doria, alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano quali fossero i suoi rimpianti di questi 5 anni di amministrazione. «Pur essendo consapevole di aver fatto cose giuste – conclude Doria – uno vorrebbe fare sempre di più di quello che riesce, soprattutto quando si entra in contatto con l’universo mondo dei problemi della città».

La ricandidatura di Bernini

«Mi ricandido sicuramente». Questo l’annuncio del vicesindaco Stefano Bernini a margine della conferenza stampa, che dunque, sarà sicuramente uno dei senatori della lista del Partito democratico a sostegno della candidatura di Gianni Crivello. «Finora è una compagna elettorale dai toni molto bassi- sostiene Bernini- si è cominciato a dire che ci vogliano visioni della città per portare alla ricrescita economica ma bisogna essere chiari: i Comuni hanno poteri limitati. Non possiamo portare la città a essere un paradiso fiscale, possiamo solo agire nella pianificazione e come rete di relazioni». Bernini, invece, rivendica che nel corso di questo ciclo amministrativo «si è passati da una visione, da una idea della città a progetti concerti e al lavoro che, ad esempio, hanno portato anche all’incremento degli oneri di urbanizzazione incamerati»

 


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