Le risorse pubbliche disponibili per il trasferimento ammontano a 125 milioni. La scelta di Comanducci è quella di imboccare la strada del bando ad evidenza pubblica per la realizzazione del progetto, previo acquisto del terreno da parte della Regione Liguria
«Una soluzione economicamente sostenibile, giuridicamente percorribile e logisticamente accettabile». Così il magnifico rettore, Paolo Comanducci, ha definito il trasferimento dell’ex Facoltà di Ingegneria, oggi parte della Scuola Politecnica, sulla collina di Erzelli in occasione dell’arrivo in città del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per siglare l’accordo di programma per il trasferimento nel Parco Scientifico Tecnologico del ramo biomedico di IIT.
Comanducci ha colto l’occasione, offerta dalla seduta di Commissione del Consiglio comunale, per sgomberare il campo dalle voci insistenti circa l’esistenza di un progetto alternativo per la riqualificazione della sede di ingegneria: «C’è sempre stata la massima apertura rispetto alle esperienze e competenze dei colleghi ingegneri (oggi è in calendario un’assemblea con tutte le anime dell’ex facoltà per discutere come realizzare al meglio il trasferimento, ndr) ma la decisione finale spetta all’Ateneo: se facciamo questa operazione è ovvio che la facciamo per il bene di Ingegneria, qualsiasi altro progetto alternativo è ormai fuori tempo massimo. Non è più giustificabile un atteggiamento, non dico di ostruzionismo, ma di eccessiva cautela». Insomma, non si sa quando ma Ingegneria ad Erzelli ci andrà. Anche perché, ricorda il rettore, «se il trasferimento non andasse a buon fine, servirebbe un investimento di almeno 20 milioni di euro per la manutenzione straordinaria degli spazi oggi occupati e che non vengono toccati da quasi un decennio. Andare agli Erzelli è una buona soluzione anche dal punto di vista dell’immagine: l’ex facoltà di Ingegneria deve aumentare il numero degli studenti per sfruttare al meglio le capacità dei propri docenti ma per farsi attraente ha anche bisogno di spazi attrezzati che siano veramente attraenti».
Il rettore non risparmia critiche al suo predecessore: «Da quando mi sono insediato ho cercato di uscire in tutti modi dalle secche in cui si era incagliato il progetto Erzelli perché l’Università di Genova non può permettersi di impiegare su un solo progetto metà dell’apparato dirigente e un quarto degli uffici: non possiamo dimenticarci gli studenti di tutte le altre facoltà. Ho ritenuto opportuno dire con chiarezza che una certa strada (quella dell’acquisto di cosa futura, fortemente caldeggiato da Ght, proprietaria delle aree di Erzelli, ndr) che per alcuni anni era stata ipotizzata, non era giuridicamente percorribile». La scelta di Comanducci è quella di imboccare la strada del bando ad evidenza pubblica per la realizzazione del progetto, previo acquisto del terreno da parte di Regione Liguria. L’Università ha infatti chiesto che la regia dell’operazione passi in mano alla Regione, soprattutto per una questione di risparmi: intanto, la struttura tecnica dell’Ateno difficilmente riuscirebbe a farsi carico in tempi rapidi della gestione di un appalto così sostanzioso; secondariamente, con questo percorso si riusciranno a recuperare 13-14 milioni di euro di risparmi sull’Iva. Per questo motivo, è in fase di discussione finale un accordo di programma tra Ministero, Università, Regione e Comune affinché i fondi messi a disposizione vengano dirottati su Filse, finanziaria partecipata di Regione Liguria per lo Sviluppo economico.
Le questioni più delicate riguardano proprio l’aspetto economico dell’operazione e la logistica e i collegamenti per raggiungere la collina sestrese, su cui a lungo si è dibattuto negli ultimi 7 anni, da quando cioè si è iniziata a ventilare la possibilità di questo trasloco.
Dal punto di vista economico, la questione è ormai delineata da tempo. Le risorse pubbliche rese disponibili ammontano a 125 milioni: 75 dal Ministero dell’Istruzione, 20 dal Ministero dello Sviluppo Economico e la restante trentina da Fondi europei per lo sviluppo Regionale. Di questi, però, 15 milioni dalla firma di Renzi di questa sera non saranno più disponibili: le risorse, che tuttavia la Regione si è impegnata a recuperare con altre strade, assieme ad altri 4,5 milioni del Mise verranno infatti impiegate per la nuova sede agli Erzelli dell’Istituto Italiano di Tecnologia e la realizzazione di un incubatore di imprese ad alto sviluppo tecnologico.
«L’ammontare complessivo delle risorse – tiene a specificare Comanducci – non è sufficiente per completare l’operazione. Se potrebbero bastare per la costruzione dei nuovi edifici, di certo non potranno coprire le spese per il complicato trasloco di laboratori e strutture oggi dislocati tra Opera Pia, Villa Cambiaso e Fiera». I fondi per il trasloco, con tutta probabilità, dovrebbero essere recuperati da operazioni immobiliari di valorizzazione degli spazi liberati ad Albaro. Se non si dovessero trovare tutte le risorse finanziare necessarie, il rettore Comanducci apre alla possibilità di mantenere un presidio negli spazi attuali: «Penso a una realtà ben individuata e ben definita che è quella di Villa Cambiaso, edificio di difficilissima collocazione che non sia pubblica, e che potremmo riconvertire a sede di master, dottorati e altri percorsi di alta formazione».
Il polo scientifico tecnologico, con l’arrivo di IIT, il probabile trasferimento di Esaote e il progetto di costruzione dell’Ospedale di Ponente, sta dunque prendendo piede anche se lentamente e, al momento, solo sulla carta. Resta però ancora una grande incognita, quella della logistica e dei trasporti: solo per l’Università, infatti, si stima un flusso giornaliero di 4-5 mila studenti. Come arrivare agli Erzelli? «Per il momento – ammette Comanducci – si sono progettate soluzioni interessanti ma va ricordato che non sono ancora state finanziate. Sarebbe però infantile chiedere di vedere operativa oggi una logistica per 5 mila persone, quando ancora là non ci siamo andati né abbiamo stipulato l’atto finale per andarci».
Oltre al potenziamento della viabilità su gomma, dal punto di vista del trasporto pubblico e della realizzazione di parcheggi per la mobilità privata, all’orizzonte c’è sempre la famosissima funivia che dovrebbe collegare la nuova fermata del nodo ferroviario di Genova Aeroporto (la cui proposta di finanziamento, assieme alle stazioni di Sestri e San Giovanni d’Acri verrà presentata alla Comunità europea entro fine anno), e la relativa piastra di interscambio ai piedi della collina, proprio con la sommità degli Erzelli.
Simone D’Ambrosio