Siglato il "passaggio di proprietà" del complesso dell’ex caserma Gavoglio, dal Demanio al Comune di Genova. Il prossimo passo è la realizzazione del Progetto operativo e la stesura dei bandi per la sua realizzazione. Enrico Testino: «Ora speriamo che il percorso di partecipazione possa ripartire».
Firmato questa mattina nel Salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, l’accordo di valorizzazione dell’ex Caserma Gavoglio, imprescindibile per il passaggio del compendio dal Demanio all’ente locale. Presenti, tra gli altri, il sindaco Marco Doria e il direttore dell’agenzia del Demanio, Roberto Reggi. Il programma di valorizzazione deriva anche dal percorso partecipativo avviato nel 2014 con l’obiettivo di riaprire gli spazi al quartiere e alla città. «Abbiamo già cominciato a restituire la Gavoglio ai cittadini – dichiara il sindaco, come riportato dall’agenzia Dire – perché c’è già una casa di quartiere e un cortile che è diventato un giardino pubblico e altri spazi che verranno restituiti». La strada per arrivare ad oggi, però, è incominciata qualche anno prima, esattamente nel 2008, quando i cittadini hanno iniziato ad organizzarsi in comitati e associazioni, tra cui il gruppo “Progettare la Città” e la rete di associazione “Voglio la Gavoglio”: centinaia di assemblee e incontri, che hanno generato nel 2012 circa 450 osservazioni sul Puc, chiesto ed ottenuto commissioni ad hoc e innumerevoli iniziative sul territorio. “Guardando indietro, ripercorrendo tutto quello che è stato fatto, oggi è una giornata da festeggiare – dichiara Enrico Testino, fondatore di “Progettare la Città” – e dobbiamo ringraziare l’amministrazione, soprattutto il sindaco Marco Doria e l’assessore Piazza, per essere stati dietro a questo progetto».
Attualmente l’ex caserma consta di 19.100 metri quadrati di superficie coperta e 30.900 metri quadrati scoperti, mentre il volume complessivo degli edifici ammonta a 223.400 metri cubi. Il percorso di valorizzazione sarà costruito progressivamente, a partire proprio dalle linee guida condivise nero su bianco questa mattina. «Ci saranno spazi verdi (tra i 10.000 e i 16.000 metri quadrati, ndr) con demolizione di volumi non vincolati in un quartiere densissimo dal punto di vista dei fabbricati – assicura Doria – ma c’è anche la necessità di definire degli investitori». Il Comune di Genova potrà realizzare un parco urbano attraverso un finanziamento europeo di poco superiore ai 3,1 milioni di euro, 1,7 dei quali destinati direttamente a palazzo Tursi. Stando ai progetti, però di soldi ne mancano all’appello ancora molti: oltre sessanta milioni, nell’ipotesi meno onerosa, da recuperare per far diventare realtà questo disegno ambizioso quanto importante per il quartiere ma non solo. I prossimi passi saranno quelli decisivi: il Comune dovrà realizzare un PUO (Progetto Urbanistico Operativo), entrando nel dettaglio per le scelte di destinazione degli spazi e delle strutture, per poi indire i relativi bandi per la realizzazione concreta: «Speriamo che riparta il percorso partecipativo interrotto un anno fa – sottolinea Testino – perché se si lavora insieme con il territorio, progetto e bandi potranno essere più facilmente realizzabili e sostenibili». Un appello a ritrovare un dialogo che in questi anni si è rivelato fondamentale, e che, senza dirlo, per “contrappasso” riporta alla mente i troppi esempi di “incompiute” sparsi sul nostro territorio. «Un’altra criticità è senza dubbio la potenziale durata dei lavori, che dovrebbe essere di 10 anni – aggiunge – e che in un quartiere “intasato” come il Lagaccio, potrebbe, se mal gestiti, risultare dannosa. Serve quindi uno studio pubblico per questo».
La firma di oggi, quindi, ha un doppio significato: suggella un percorso, anche difficile, nato dal territorio e interpretato dall’amministrazione, aprendone però un altro, forse ancora più complesso e delicato. La realizzazione del “Progetto Ex Gavoglio”, quindi è appena incominciata: riusciranno le istituzioni a garantire che questo sogno diventi realtà? Non sarà cosa facile, certamente, ma la strada della condivisione ha portato i frutti oggi giustamente celebrati. Da domani, però, incomincia il lavoro vero.
Nicola Giordanella