add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
Dodici studenti del corso di laurea magistrale in “Progettazione delle aree verdi e del paesaggio” della facoltà di Architettura di Genova, in collaborazione con gli atenei di Milano e Torino, hanno studiato le difficoltà di realizzazione dell’ultimo tratto di quella che potrebbe diventare una delle passeggiate sul mare più lunghe d’Europa. Ma i voltresi vogliono evitare gli errori del passato
Gli architetti di domani alle prese con il secondo lotto della passeggiata di Voltri che, una volta completato, collegherà la promenade a mare della delegazione ponentina con la Fascia di rispetto di Prà. Un’opera a cui Comune e Municipio pensano ormai da tempo e che consentirebbe di unire il ponente genovese con Arenzano, già collegata a Voltri tramite un lungomare che costeggia l’Aurelia e passa davanti allo studio di Vesima di Renzo Piano. Un progetto atteso ma non privo di difficoltà tecniche. Proprio su queste difficoltà hanno lavorato 12 studenti del corso di laurea magistrale in “Progettazione delle Aree Verdi e del Paesaggio”, che la facoltà di Architettura di Genova realizza in collaborazione con gli atenei di Milano e Torino.
Dal 13 al 17 giugno scorsi, gli studenti sono stati ospiti della foresteria di Villa Duchessa di Galliera e hanno partecipato a un corso intensivo con le docenti Antida Gazzola (sociologia urbana), Ilda Vagge (botanica ambientale e applicata), Adriana Ghersi (architettura del paesaggio) e Francesca Mazzino (architettura del paesaggio contemporanea). Oltre alle fasi teoriche, gli architetti in erba (divisi in quattro gruppi) si sono confrontati con le realtà associative che animano la zona interessata e con le istituzioni locali.
«La professoressa Gazzola, che si occupa di sociologia, ci ha aiutato a impostare il lavoro con i soggetti interessati – spiega la docente dell’ateneo genovese Adriana Ghersi, che ha seguito i gruppi di studenti – si tratta di un cammino interessante, e di un bel modo per sviluppare determinate tematiche». La collaborazione tra Università, realtà del territorio e istituzioni viene indicata come la strada maestra per l’analisi e la realizzazione partecipata di progetti di interesse pubblico, avvalendosi della professionalità e delle idee di chi studia quotidianamente la materia. Lo conferma il consigliere del Municipio 7 Ponente e architetto di professione, Matteo Frulio, per il quale la collaborazione con l’ateneo consente, inoltre, di sviluppare idee prive di qualsiasi “input” di tipo politico.
Il lavoro “sul campo” è una tappa obbligatoria nel piano di studi del corso in Progettazione delle aree verdi e del paesaggio. Quello di Voltri è solo uno dei workshop organizzati dalla facoltà. Oltre al Ponente genovese, quest’anno altri studenti (in tutto circa 60) hanno lavorato sul quartiere di Sant’Ilario e altre realtà della Liguria. Due studentesse che hanno lavorato a Voltri hanno deciso di sviluppare l’argomento nella propria tesi di laurea. Le 4 proposte di progetto verranno presentate ufficialmente al Teatro del Ponente di Genova il prossimo 16 settembre e resteranno esposte per le successive 2 settimane negli spazi del Municipio.
Una presentazione intermedia dei lavori si è già tenuta a giugno assieme alle istituzioni e alle realtà con cui gli studenti si sono confrontati. «L’importante per noi – sottolinea Nunzio Di Natale, presidente dell’Associazione di pesca dilettantistica Sant’Ambrogio – è che non vengano ripetuti gli errori fatti sulla passeggiata esistente». Il riferimento è alla passeggiata in legno che costeggia il litorale voltrese dal capolinea dell’1 fino quasi al supermercato Pam. Un’opera che ha il pregioo, secondo Di Natale, di essere un punto d’aggregazione importante per gli anziani e per tutto il quartiere, ma che ad ogni mareggiata si ritrova con danni importanti. «I massi che hanno messo a difesa della struttura in legno non sono sufficienti – sostiene – non è possibile che dopo un anno la passeggiata già sembrasse averne dieci».
Per questo, per il secondo lotto di lavori, la richiesta della S. Ambrogio (e presumibilmente anche delle altre realtà della zona) è che la passeggiata venga sopraelevata rispetto al livello del mare. «Due dei progetti presentati secondo noi da questo punto di vista non sono adatti – sostiene il presidente in relazione alle proposte degli studenti – gli altri due ci sembravano più indicati, in particolare uno, che prevede una passeggiata rialzata».
L’opportunità di sopraelevare o meno la passeggiata è appunto uno degli interrogativi principali intorno all’opera e lo è stato anche per il lavoro degli studenti che hanno lavorato al workshop: «Ogni soluzione genera persone più contente e altre meno entusiaste – ammette la professoressa Ghersi – ma, in ogni modo, questo lavoro è utile per mostrare la fattibilità o meno di determinate opzioni».
Luca Lottero