Intervista a Gianni Serino, bassista genovese tra i migliori al mondo, che racconta il suo rapporto con la città e fa una valutazione sulla scena musicale genovese
C’è chi lo definisce il più grande bassista del mondo. Di sicuro il genovese Gianni Serino è uno dei più quotati geni del basso al mondo.
Pensate che stia esagerando? Allora facciamo così. Invece che starvi ad annoiare con il suo lungo curriculum, con le collaborazioni, le pubblicazioni, la didattica, le tecniche innovative, eccetera, eccetera, vi do un semplice consiglio: andate su YouTube, digitate “Gianni Serino” e scegliete uno a caso tra i video che compaiono. Poi mi saprete dire. Ora, a uno così, uno che ci è spuntato gratis proprio nel giardino di casa, abbiamo noi offerto spazi, riconoscimenti, opportunità? State a sentire…
Allora Gianni, cosa pensi della scena musicale genovese di questi ultimi tempi?
Beh, è molto ricca di band valide, belle idee e serietà. I ragazzi ultimamente si sono fatti molto più furbi rispetto alle proposte infami delle case discografiche pronte solo a spillare soldi… e non vado oltre! Ma la cosa più piacevole è constatare che hanno un soggetto, un’idea, e sono pieni di carica. Io non sono uno di quelli che dice: questo è brutto o questo è bello. Ho solo piacere ad osservare la passione. Naturalmente esistono anche tante band che devono ancora trovare la loro strada… fa parte del gioco! Ma tutti meritano incoraggiamenti.
Veniamo al tuo rapporto con Genova: cosa ti ha dato la città e la sua gente?
E’ una gran bella città, sia chiaro, con idee musicali valide, come ho detto prima, ma è stata rovinata dalla politica e dalla grande indifferenza artistica. La ritengo povera di interessi, povera di idee, povera di tutto… peccato! Un posto così… cosa vuoi che mi abbia dato? Non mi ha dato nulla di nulla: solo una gran spesa di soldi!! Riesco a sentirmi valorizzato quando sono altrove, dove il livello mentale delle persone è più elastico. Ho già escluso Genova dalla mia testa: le cose che faccio, le presento altrove.
E’ triste, in effetti… Meglio tornare al discorso musicale: che consiglio ti senti di dare ai tanti giovani che suonano uno strumento?
Rispondo con poche parole: semplicemente, lavorare, lavorare, lavorare sempre, sempre, sempre. Non perdete un secondo della vostra vita con cose nulle: chi vuole una cosa, se la vuole veramente, la ottiene.
Andrea Giannini