L'esordio di Marco Bucci in aula. Alessio Piana eletto presidente del Consiglio comunale. Cambiano i posti e gli equilibri in Sala Rossa
Il nuovo consiglio comunale fa il suo esordio in Sala Rossa. Una seduta riservata al protocollo, con la elezione dei Presidente del Consiglio e relativi vice presidente, il giuramento del nuovo sindaco e la presentazione della giunta all’assemblea. In chiusura l’elezione della commissione elettorale, come prescritto dalla legge statale sugli enti locali.
Sala Rossa particolarmente gremita, con la spazio dedicato al pubblico stipato all’invero simile e le tribune stampa trasformate in tribune Vip, con decine di amici, parenti e congiunti dei nuovi protagonisti della vita politico-istituzionale del Comune di Genova. Unico assente Stefano Bernini, ufficialmente in vacanza, che così buca la passerella della “prima”.
Come preannunciato nei giorni scorsi Alessio Piana, Lega Nord è il nuovo presidente dell’assemblea. Veterano della Sala Rossa, è stato eletto con 32 preferenze su 40, direttamente al primo turno, superando la maggioranza qualificata dei due terzi prevista per le prime due votazioni. Secondo alcune indiscrezioni a votarlo anche consiglieri Pd: «Un ruolo importante, la seconda carica del Comune di Genova e questa votazione mi responsabilizza ancora di più – spiega il neo eletto presidente – Spero che sia un buon segno della volontà di portare avanti una dialettica costruttiva da parte delle opposizioni». Tra le priorità dell’amministrazione che saranno riverberate nei lavori del Consiglio, ovviamente «c’è la questione bilancio e Amiu – sottolinea Piana – poi i lavori saranno modulati con l’agenda di programma della giunta».
«Sono molto emozionato e onorato – ha dichiarato il nuovo sindaco di Genova Marco Bucci al microfono del suo scranno in Sala Rossa dopo il giuramento ufficiale – So di avere tutti i riflettori puntati addosso e so che su di me è concentrata l’attenzione di tutti i genovesi». Ancora una volta dal giorno successivo all’elezione, Bucci afferma di sentirsi e voler essere «sindaco di tutti i genovesi: parlo a tutti i 585.000 genovesi e spero che nel futuro possano essere di più. Il mio impegno e il mio lavoro sono dedicati a tutti quelli che vivono nella nostra comunità, senza alcuna eccezione. Voglio esser sindaco di chi sta cercando lavoro e non lo trova, con il proposito che nei prossimi anni si creino nuove opportunità – e continua – da oggi per i prossimi cinque anni abbiamo il dovere di far riavvicinare i genovesi all’istituzione del Comune». Un compito senza dubbio non facile, visto il trend astensionisti che ha caratterizzato questa tornata elettorale: «noi ci metteremo competenza, spirito di servizio e voglia di sporcarci le mani».
Cambiate le persone, cambiati gli schieramenti e i rapporti di forza, cambia anche la disposizione “geografica” della sala consigliare. Un dettaglio che potrebbe essere importante, visto che per i prossimi cinque anni, la “convivenza forzata” mescolerà l’aplomb politico con il lato umano dei protagonisti; è sempre successo, e succederà anche questa volta.
La disposizione odierna, anche se potrebbe variare nelle prossime sedute, ha già dato dei segnali interessanti. Nella parte più a destra dell’emiciclo i tre consiglieri di Fratelli d’Italia, che connotano la loro crescita politica con una collocazione fisica evidente e identitaria, al contrario della scorsa amministrazione che vedeva i consiglieri in quota mescolati con i forzisti. Qualche sedia più in là, De Benedictis della lista Direzione Italia. Nella platea centrale, ma nella parte più a destra, nelle prime due file gli otto consiglieri di Lega Nord (il nono è il presidente): una disposizione che si è allargata intorno alla vecchia postazione dell’unico consigliere dello scorso ciclo amministrativo, rendendo ancora più evidente l’allargamento “a macchi d’olio” del carroccio genovese.
Dietro di loro (a rimorchio?) i cinque di Forza Italia, capitanati da Mascia. Guido Grillo, eletto vice-presidente insieme a Salemi, però, reclama la sua “solita” postazione, da cui ha presentato le centinaia di emendamenti e ordini del giorno che hanno arricchito i lavori degli scorsi cinque anni. In ultima fila i sei della lista Vince Genova: i forzisti, quindi, che sono anche i veterani della coalizione, potranno essere, a seconda della prospettiva “schiacciati” dai freschi nuovi consiglieri di Lega Nord e della lista civica o il cuore del “gruppone”.
Le opposizioni si sono tutte schierate nella parte più a sinistra della sala, a debita distanza dai colleghi della maggioranza. I consiglieri del Pd nelle prime due file, divisi in due gruppi da tre: davanti Terrile, Pandolfo e Lodi e dietro Avvenente, Villa e Bernini. I quattro consiglieri della lista in appoggio a Crivello, si schierano nei posti più a sinistra della Sala Rossa, e lo stesso ex candidato sindaco ed ex assessore occupa il posto che storicamente è sempre appartenuto al capogruppo prima del Pci, poi dei Ds e infine del Pd. Per Pietro Salemi, premio “pendolino”: rispetto alla scorsa assemblea, infatti, è quello che ha fatto “più strada”, andando a posizionarsi esattamente agli “antipodi” della vecchia postazione.
Paolo Putti si è schierato dove ha incominciato la sua avventura come consigliere lo scorso ciclo amministrativo: penultima fila a sinistra della platea centrale. Alle sue spalle lo schieramento dei Cinque Stelle, rimasti fuori oggi da ogni incarico, anche per le eventuali supplenze, in attesa, ovviamente, della composizione delle commissioni. Se questa vicinanza forzata sarà mantenuta, potrebbe essere interessante capire chi, eventualmente, influenzerà chi. E saranno sicuramente scintille.
I lavori del Consiglio comunale riprenderanno giovedì prossimo: tra i primi compiti dell’assemblea, definire le commissioni e i vari ruoli di presidenza delle stesse. Nel merito politico si entrerà solo successivamente, con bilancio e Amiu: una partenza che sicuramente metterà alla prova i nervi saldi di una assemblea ancora “giovane” e in fase di rodaggio.
Nicola Giordanella