Aumentano le situazioni a rischio per la salvaguardia dell’ambiente e dei beni storici genovesi, ma mancano strumenti e soci. Italia Nostra invita i cittadini alla partecipazione e offre una guida per imparare a difendere il territorio
Sabato pomeriggio si è tenuta nel centro storico la riunione annuale della sezione genovese di Italia Nostra. Un’occasione per fare il bilancio delle attività portate a termine dell’associazione nel 2012 – osservazioni al PUC, monitoraggio del litorale, difesa delle aree verdi urbane e dei parchi storici -, ma anche per fare il punto sulle tante questioni ancora aperte in tema di salvaguardia di beni culturali e naturali sul territorio genovese.
Per quanto riguarda il litorale, per esempio, il gruppo di lavoro dedicato ha monitorato e censito l’intera porzione di costa antistante Corso Italia, segnalando la realizzazione di nuovi volumi lungo la spiaggia. Adesso però sarebbe necessario effettuare dei controlli presso gli uffici comunali per capire se sono state ottenute le necessarie concessioni a costruire, ma mancano le forze all’interno dell’associazione per svolgere questo compito.
Il problema dei controlli e della mancanza di risorse per effettuarli viene ribadito anche da Gabriella Pedemonte, responsabile del gruppo del verde, che sottolinea: «Il Regolamento del Verde è di difficile applicazione. Ci vorrebbe la sorveglianza di un nucleo specifico dei vigili urbani, ma non c’è». Il regolamento adottato dal Comune nel 2012, infatti, prevede dettagliatamente norme, divieti e sanzioni per difendere il verde urbano, ma sarebbe necessario accertare con maggiore rigore che esso venga rispettato.
Per questa ragione prosegue l’iniziativa “100 sentinelle sul territorio”, che ha l’obiettivo di creare un gruppo di cittadini sensibili alle tematiche dell’ambiente e dei beni culturali – soci e non soci di Italia Nostra – che siano in grado di riconoscere e segnalare le problematiche presenti sul territorio. Per questa ragione è stata creata una Guida Pratica di Intervento in cui vengono spiegate alcune nozioni e procedure per verificare che non vi siano abusi o violazioni di legge a danno dell’ambiente e del patrimonio naturale e artistico della nostra città. La guida spiega, per esempio, quali informazioni devono essere presenti su un cartello di cantiere, quali edifici possono essere considerati storici e quindi sottoposti a vincoli, quali uffici pubblici contattare per chiedere chiarimenti.
Il progetto, per il momento, riguarda il Comune di Genova, ma, ha detto Andrea Bignone, responsabile del gruppo urbanistica, «intendiamo farlo diventare un progetto di tutta la regione».
Negli ultimi due anni la sezione genovese di Italia Nostra ha lavorato a lungo sul Piano Urbanistico Comunale (PUC) proponendo diverse modifiche. Gli aspetti su cui si è concentrata l’attenzione del gruppo urbanistica sono stati le grandi opere (Gronda e Terzo Valico) e la salvaguardia dell’identità dei quartieri, in particolare del centro storico. Con l’insediamento della nuova giunta Doria, che intende rivedere il PUC, si sono ottenuti i primi risultati. Infatti, benché non siano state accolte le osservazioni su Gronda e Terzo Valico, vi è stato un incontro con l’assessore Bernini che si è detto disponibile ad un confronto sugli altri punti.
«Nei centri storici – ha detto il responsabile Andrea Bignone – non è la singola casa da conservare, ma i quartieri nella loro identità, poiché costituiscono una delle caratteristiche fondamentali della nostra città». Inoltre gli edifici da salvaguardare non sorgono soltanto nel centro storico. Bignone racconta che «nell’ultimo tratto del quartiere Coscia a Sampierdarena c’è una torre saracena. Eppure nell’area in cui sorge non viene impedita la demolizione e la ricostruzione». Ciò significa che la torre potrebbe scomparire in caso si decidesse di creare nuovi edifici.
Italia Nostra si è mossa anche sul fronte del verde pubblico, delle ville e dei parchi storici, seguendo le problematiche del restauro dei Parchi di Nervi e riuscendo ad impedire che Valletta Carbonara a San Nicola venisse lottizzata e venduta ai privati. Ancora una volta è stata denunciata la mancanza di un Piano del Verde a Genova, che invece esiste in altri grandi centri urbani come Torino e Firenze. «La città – ha detto la responsabile del gruppo del verde Gabriella Pedemonte – ha solo un piano cementizio, ma non ha un piano del verde». Questa mancanza mette in grave pericolo i pochi spazi ancora esistenti di verde pubblico come il Bosco dei Frati e Parco Serra in via Galata, aree appetibili per la costruzione di nuovi parcheggi. «Non potendosi estendere oltre una certa linea della città – ha detto Pedemonte – molti progetti si riversano al suo interno».
Di fronte a questa brama di spazi in cui realizzare nuovi edifici e parcheggi Italia Nostra rappresenta un baluardo per garantire la difesa del territorio, ma il suo compito sta diventando particolarmente gravoso, soprattutto per la mancanza di strumenti e risorse efficaci.
Federico Viotti
[foto di Diego Arbore]