Il processo di rafforzamento del sistema di prevenzione dei rischi naturali, in Liguria, è partito in seguito ai tragici eventi alluvionali del 2010-2011. Facciamo il punto con i tecnici Arpal sui risultati raggiunti e sugli obiettivi prefissati e con i funzionari della Regione Liguria sulla gestione dei fondi europei
RiskNet, Proterina Due, e prima ancora Res-Mar, nomi che ai più non diranno granché, sono progetti europei con relativi fondi comunitari, dai quali negli ultimi anni, perseguendo un chiaro disegno strategico, la Regione Liguria ha coerentemente attinto risorse – non parliamo di cifre astronomiche, il finanziamento complessivo arrivato in Liguria si aggira su circa 1 milione e mezzo di euro – per sviluppare, in collaborazione con Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure) e Liguria Ricerche, una serie di azioni volte a migliorare le modalità di gestione dei rischi naturali da parte delle istituzioni, gli strumenti di comunicazione dell’allerta alla popolazione, nel contempo incrementando nei cittadini la coscienza del pericolo e dei comportamenti da tenere a tutela della propria incolumità, insomma favorendo in tutte le componenti della società la nascita di una cultura di protezione civile partecipata, secondo il nuovo approccio alla prevenzione introdotto dalla direttiva UE relativa alle alluvioni.
Nella nostra regione il fabbisogno formativo rispetto a tali tematiche è emerso con evidenza nel 2012, durante un percorso di confronto e scambio di buone pratiche con amministratori e tecnici di 26 Comuni (nonché funzionari di Regione, Protezione civile, Arpal, e ricercatori della Fondazione Cima) – reso possibile dalla disponibilità di fondi in seno al progetto europeo del programma “Maritime Res-Mar”, Rete di tutela ambientale nello spazio marittimo – in cui tali soggetti si sono interrogati su come rendere più efficiente il sistema, soprattutto dopo gli eventi alluvionali del 2010-2011. In quelle drammatiche giornate, infatti, alle segnalazioni di allerta meteo-idrogeologiche non seguirono interventi di prevenzione efficaci a livello locale.
L’approvazione del progetto europeo RiskNet, cofinanziato nell’ambito del Programma di Cooperazione transfrontaliera Alcotra e capofilato dalla Regione Valle d’Aosta, ha permesso di dare parziale risposta alla necessità di formazione palesatesi in Liguria. Avviato a gennaio 2013 e prossimo a concludersi a fine 2014, il progetto RiskNet intende diffondere le conoscenze raggiunte nell’ambito di RiskNat – progetto strategico (terminato nel 2012) che ha sviluppato azioni per la prevenzione e la gestione dei rischi naturali, coinvolgendo Francia, Svizzera e Italia (interessando a livello ligure le provincie di Imperia e Savona) – e sensibilizzare il grande pubblico attraverso azioni partecipate e strumenti di comunicazione innovativi.
Le tre attività principali sono: realizzazione di seminari formativi rivolti a tecnici ed amministratori dei Comuni e di altri enti competenti in materia di protezione civile; innovazione e miglioramento degli strumenti di comunicazione, tra i quali lo sviluppo del sistema di allerta meteo via web con l’avvio del nuovo sito “www.allertaliguria.gov.it”, a cui l’Arpal sta lavorando con la Protezione civile regionale, accompagnato dall’aggiornamento dell’Osservatorio meteo-idrologico della Regione Liguria (Omirl); sensibilizzazione dei cittadini ed avvio di un percorso di pianificazione partecipata presso alcuni Comuni dell’entroterra della provincia di Imperia.
Il progetto di cooperazione transfrontaliera ALCOTRA-RiskNet, dunque, si articola su più versanti. Serena Recagno, funzionario Arpal, ha seguito la parte relativa alle attività formative/educative, quindi corsi rivolti ad amministratori pubblici (soggetti chiave dal punto di vista normativo e di gestione del territorio), ed insegnanti (figure fondamentali per sviluppare percorsi educativi sulla cultura del rischio nei confronti delle nuove generazioni). Corsi finalizzati a supportare gli amministratori per la redazione dei piani di emergenza comunali e la comunicazione ai cittadini dei contenuti degli stessi. Rispetto agli insegnanti, invece, i corsi miravano a dare un inquadramento generale delle problematiche legate ai rischi naturali, fornendo elementi e materiali per la progettazione educativa da sviluppare con gli studenti.
«Il programma formativo per referenti comunali di Protezione civile e volontari si è svolto nel 2013 in alcuni Comuni della Province di Imperia e Savona – racconta Recagno – L’attenzione è stata focalizzata sugli aspetti più operativi della fase di pre-allerta, allerta ed emergenza: previsioni metereologiche, lettura bollettini, comunicazione e coordinamento tra operatori, organizzazione dei presidi territoriali, dinamiche psicologiche in emergenza. Inoltre, i corsi hanno previsto un’esercitazione pratica in cui i partecipanti sono stati invitati a simulare il “chi fa cosa, e come” in situazioni specifiche di pre-allerta, allerta ed evento in atto».
Sempre nel corso del 2013 «Sono stati organizzati i corsi di formazione per insegnanti – continua Recagno – che hanno coinvolto pure gli amministratori pubblici degli enti locali in cui risiedevano le scuole, ad esempio Riva Ligure, San Lorenzo al Mare, Alassio». Comunque, sottolinea Recagno «Lo stesso approccio formativo è stato da noi utilizzato anche al di fuori dell’ambito territoriale di RiskNet (che interessa solo le province liguri più vicine al confine con la Francia), ovvero per attività formative organizzate, ad esempio, a Genova. Senza dimenticare che la Regione Liguria ha sviluppato e sta sviluppando in modo integrato più progetti europei, quali Res-Mar, Proterina C e Proterina Due, che negli ultimi anni ci hanno consentito di approfondire le tematiche legate ai rischi naturali, non soltanto quello idrogeologico, ma anche quelli legati agli incendi ed ai terremoti».
Adesso, per quanto riguarda la Liguria «Gli obiettivi prefissati con il progetto RiskNet sono stati raggiunti – conclude Recagno – ma si continuerà a capitalizzare le esperienze fatte in altri territori. Si proveranno inoltre a replicare alcune delle buone pratiche che abbiamo visto sviluppare dai partner stranieri, come il campus universitario internazionale realizzato a Bordighera dal Centre Méditerranéen de l’Environnement (di Isle sur la Sorgue, vicino ad Avignone) per la stesura e messa online di una topoguida nella Valle del Fiume Roja»
Il processo di rafforzamento del sistema di prevenzione dei rischi naturali, in Liguria, è partito in seguito ai tragici eventi alluvionali del 2010-2011. «In parte finanziato da RiskNet, in parte da altri progetti europei, mentre la Fondazione Cima ha fornito un prezioso contributo scientifico – spiega Daniela Minetti, responsabile comunicazione e marketing di Arpal – La Regione Liguria ha dimostrato di saper attuare un’intelligente integrazione dei fondi UE provenienti da fonti diverse, perseguendo un disegno strategico chiaro e condiviso. Come tante tessere che compongono un puzzle. Regione, enti locali, Arpal, Protezione civile, hanno fatto uno sforzo comune per affrontare le criticità del sistema a livello regionale e locale, sia per quanto riguarda la filiera delle procedure tecniche, sia per quel che concerne gli strumenti di comunicazione, compresa l’azione di sensibilizzazione rivolta a cittadini, amministratori pubblici, funzionari, tecnici, insegnanti, in merito ai comportamenti corretti da tenere prima e durante l’emergenza».
Laura Muraglia, funzionaria della Regione Liguria, settore Ambiente, aggiunge «Risknet è un progetto tutto sommato piccolo, che finirà a breve. La Liguria ha ricevuto in totale circa 150 mila euro, dedicati in gran parte alle attività promosse da Arpal. Proterina Due (che coinvolge i territori di Liguria, Corsica, Sardegna e Toscana) è un progetto contemporaneo a RiskNet, aperto da maggio 2013, si chiuderà a maggio 2015. Parliamo di circa 436 mila euro per la nostra regione, di cui circa 350 mila euro destinati alle realizzazione delle opere». Per la Liguria si tratta del potenziamento della rete delle infrastrutture di misurazione dei parametri meteorologici e idrogeologici. «Arpal, infatti, ha aggiornato le centraline meteo, aumentando di fatto la sua capacita di previsione degli eventi – continua Muraglia – Inoltre, sempre nell’ambito di Proterina Due, si è lavorato a livello dei Comuni per la diffusione di pratiche di pianificazione partecipata, con il coinvolgimento dei cittadini, in materia di protezione civile».
Il progetto RiskNet, invece «Ha permesso di svuluppare un importante lavoro soprattutto in termini di formazione, comunicazione e sensibilizzazione – sottolinea Muraglia – amministratori, tecnici, referenti di Protezione civile, e volontari, avevano manifestato l’esigenza di potenziare le conoscenze sulle tematiche connesse ai rischi naturali. In tal senso è proseguita anche la parte relativa alla pianificazione dei piani di emergenza comunale. Infine, Arpal sta agendo per rinnovare il sistema di allerta meteo online, un processo che deriva anche dalle indicazioni del dipartimento centrale di Protezione civile».
Comunque, tutte queste iniziative «Nascono da una sorta di progetto “padre”, Res-Mar, Rete di tutela ambientale nello spazio marittimo, partito nel 2010 e chiuso nel 2013 – conclude Muraglia – Alla Regione complessivamente sono arrivati circa 944 mila euro, dei quali circa 237 mila euro per l’azione di sistema E “modello di prevenzione dinamiche da dissesto idrogeologico”. Così sono iniziati i tavoli di lavoro per comprendere le reali esigenze dei Comuni, alle quali provare a dare risposta con i successivi progetti, Proterina e RiskNet».
«Noi riteniamo fondamentale il coinvolgimento, e soprattutto la responsabilizzazione dal basso, che chiami in causa molteplici soggetti – racconta la responsabile comunicazione di Arpal, Daniela Minetti – Pensiamo all’alluvione genovese del 2011, in particolare alla fallimentare gestione dell’emergenza nelle scuole. Per questo abbiamo cercato di individuare, per le diverse categorie interessate, un determinato livello di responsabilità all’interno del processo di allertamento e messa in atto delle misure di autoprotezione, individuali e collettive. In questi anni si è lavorato per sensibilizzare i cittadini, tramite numerosi strumenti di comunicazione e materiali informativi diffusi su vari supporti, rispetto ai comportamenti da tenere a tutela della propria incolumità. Incontri ed occasioni formative sono state organizzate in molti Comuni liguri, non soltanto all’interno di scuole e contesti istituzionali, ma anche presso altri luoghi di aggregazione, ad esempio i centri commerciali. Per quanto riguarda le scuole si è lavorato tanto anche a Genova, dove un ruolo di primo piano l’hanno giocato il Comune e la Protezione civile comunale. Da questo processo discendono delle precise scelte operative: mi riferisco al fatto che oggi con lo stato di allerta 2, il grado più alto di allerta, le scuole genovesi saranno sempre chiuse».
L’associazione Legambiente Liguria, pur possedendo comprovate competenze in materia di prevenzione ambientale, non figura tra i partner dei progetti di cui stiamo parlando. Nonostante ciò, per voce del presidente regionale, Santo Grammatico, riconosce l’importanza di tali iniziative. «Legambiente ha partecipato ad alcuni momenti formativi nell’ambito di Proterina. Senza dubbio si tratta di progetti di valore, perchè effettivamente informazione, formazione, e sensibilizzazione, destinate non solo agli amministratori pubblici ma piuttosto all’intera cittadinanza, sono gli strumenti che riteniamo necessari per convivere con i rischi naturali. Fortunatamente la Comunità Europea mette a disposizione un bacino economico dedicato a questi temi, quindi ben vengano le iniziative promosse dalla Regione negli ultimi due anni. La partecipazione della Fondazione Cima è una garanzia in termini di esperienza. Noi auspichiamo che si prosegua su questa strada perchè c’è bisogno di continuo aggiornamento. Parliamo di progetti che finalmente si attuano con la vera consapevolezza del pericolo. Purtroppo quando le tragedie sono già avvenute, comunque, meglio tardi che mai. Per la prima volta l’anno scorso sono state realizzate delle esercitazioni pratiche di protezione civile sul rischio idrogeologico in alcune scuole, ad esempio nel Comune di Genova e nel Comune di Quiliano (Provincia di Savona)».
La parte tecnica dei progetti europei legati alla prevenzione ambientale in Liguria è stata seguita dal servizio di protezione civile della Regione Liguria, e dal Centro Funzionale meteoidrologico di ARPAL. «Proprio in questi giorni, abbiamo realizzato un aggiornamento della rete osservativa presente su tutto il territorio ligure – racconta Elisabetta Trovatore, dirigente del centro meteo-idrologico – Sto parlando della rete Omirl composta da quasi 200 centraline di misurazione dei parametri meteorologici e idrogeologici: pioggie, livello di fiumi e torrenti, misurazione vento, umidità, ecc. Fino ad ora le centraline trasmettevano i dati via ponte radio. Adesso, invece, gli strumenti sono stati aggiornati per trasmettere in Gpsr (in sostanza tramite onde radio). Ciò significa la possibilità di inviare dati in continuazione. Sul sito della Regione “www.allertaliguria.gov.it” sono consultabili i dati in tempo reale. Prossimamente, una volta sistemato il sito, saranno disponibili i dati aggiornati con maggiore frequenza, ogni 10 minuti, rispetto ai circa 30-40 minuti di prima. È un passo avanti notevole, reso possibile dal progetto Proterina Due. Teniamo conto che durante le emergenze i centri operativi presenti nei Comuni e nelle Prefetture prendono decisioni anche basandosi sulla lettura di questi strumenti».
Grazie a RiskNet, invece, Arpal oggi sta lavorando per rinnovare sistema di allerta meteo, in particolare gli aspetti relativi alla messaggistica e alla codificazione dell’allerta. «Con la futura adozione del nuovo codice colore naturalmente cambieranno anche i messaggi, e di conseguenza il sito web – spiega Trovatore – Arpal gestisce il centro funzionale che quotidianamente elabora il bollettino di vigilanza meteo. Nel caso sussistano dei rischi naturali il bollettino diventa un avviso meteo, che descrive i fenomeni metereologici, al quale si associa un avviso di criticità idrogeologica, stilato dai nostri tecnici sulla base di una modellistica che permette di prevedere gli effetti dovuti a pioggie intense sul livello dei corsi d’acqua. A questo punto subentra un messaggio di allerta di protezione civile. A breve tali messaggi di allerta verranno rimodulati con la nuova codifica a tre colori: giallo, arancione e rosso».
A livello nazionale, infatti, si sta discutendo la revisione dei meccanismi di definizione dell’allerta meteo secondo un codice colore uniforme su tutto il territorio italiano. «Allo stato attuale da Roma non è ancora stata ufficializzata la descrizione concordata dei tre scenari di rischio, giallo, arancione e rosso – continua Trovatore – tuttavia pensiamo sia questione di pochi mesi. In Liguria stiamo chiudendo la definizione delle procedure, mentre i messaggi sono quasi pronti».
Sembra, però, che la Regione ritenga opportuno effettuare il passaggio dopo la stagione autunnale, notoriamente la più critica. «Occorre che tutti i soggetti e gli operatori coinvolti facciano propria la nuova codificazione – continua Trovatore – Nel frattempo bisogna cominciare a rapportare gli attuali livelli di allerta con i nuovi codici. La Protezione civile sta già effettuando degli incontri con Prefetti e referenti comunali, in modo da presentare il nuovo sistema, e raccordare tutte le componenti prima di renderlo operativo. È un percorso complicato ma virtuoso».
Complicato perchè, rispetto ad altre regioni che ci circondano – ad esempio Toscana e Piemonte – le quali hanno già tre livelli di criticità tutti associati alla parola “allerta”, e dunque hanno codificato facilmente il codice colore giallo, arancione, e rosso, la Liguria ha anch’essa tre livelli di criticità, ma non tutti sono attualmente collegati alla parola “allerta”. «Nella nostra regione esiste l’allerta 2, la più grave, che sarà associata al colore rosso, l’allerta 1, che sarà accomunata al colore arancione, e l’avviso per temporali forti, che si trasformerà nella futura allerta gialla – conclude il dirigente del centro meteo-idrologico regionale, Elisabetta Trovatore – In Ligura c’è da superare questo problema, un passaggio in apparenza banale, ma che in realtà modifica il sistema di allertamento regionale, quindi è piuttosto delicato. Comunque, già dalla prossima eventuale allerta, si inizierà gradualmente a comunicare l’associazione con il relativo codice colore. L’idea è quella di passare al nuovo sistema nei primi mesi del 2015».
Matteo Quadrone