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La legge dice che l'ex manicomio deve essere utilizzato solo a scopi medici e di assistenza, eppure i nuovi proprietari vogliono costruire un centro residenziale
Un’area immensa e dalle innumerevoli potenzialità, forse senza eguali sul territorio genovese, per gran parte abbandonata al suo destino. Oggi l’ex ospedale psichiatrico di Genova Quarto rischia di perdere gli ultimi servizi sanitari attivi al suo interno.
Voci sempre più insistenti preannunciano infatti la futura vendita, tramite una seconda “cartolarizzazione”, degli immobili ancora di proprietà della Asl3. Parliamo della parte più antica del complesso (1895), circa un 50% dell’intera area dove sono ubicate comunità psichiatriche e per minori disabili, strutture residenziali per anziani, servizi di medicina legale e diversi uffici amministrativi.
Nel 2008 la sanità ligure fece cassa mettendo all’asta il patrimonio immobiliare delle Asl, compresi alcuni immobili dell’ex ospedale psichiatrico. La gara la vinse “Valcomp due” società partecipata da Fintecna Immobiliare, a sua volta un’emanazione del colosso parastatale Fintecna. “Valcomp due” si aggiudicò 3 palazzine e il monumentale corpo centrale del complesso, risalente agli anni ’30, dal valore storico riconosciuto, ma ormai dall’aspetto fatiscente.
Una delle palazzine di Valcomp esternamente appare perfetta e sembra che anche all’interno sia già pronta per trasformarsi in residenza. Gli altri edifici necessitano invece di interventi di recupero. Anche gli accessi e le strade di collegamento sono stati ceduti a “Valcomp due”, ma gli accordi tra le parti prevedono che la Asl mantenga in comodato d’uso i varchi d’accesso e alcuni immobili fino a quando non saranno pronti per essere consegnati ai nuovi proprietari. Nel frattempo la responsabilità di manutenzione e pulizia compete alla Asl, ma sono del tutto evidenti enormi carenze: all’ingresso, su entrambi i lati, due distese d’erba raggiungono almeno il mezzo metro d’altezza.
Questo è il biglietto da visita di una struttura che dovrebbe essere un fiore all’occhiello della città. Ovviamente “Valcomp due” spera si sblocchi al più presto la situazione, in particolare per quanto riguarda la destinazione d’uso degli spazi. Insomma i nuovi proprietari attendono il via libera per costruire. Da parte loro la soluzione migliore resta quella residenziale. Ma potrebbero accontentarsi di alberghi o centri commerciali. Snodo cruciale è l’approvazione definitiva del nuovo Puc.
Tutto però potrebbe essere rimesso in discussione da una questione, che ai fini dell’esito della vicenda, appare decisiva. Sull’area infatti graverebbe un vincolo stringente.
Come spiega il presidente dell’Alfapp, associazione ligure famigliari pazienti psichiatrici, Paolo Pescetto: “La legge 180, la famosa legge Basaglia, stabilisce che gli spazi (terreni e immobili) degli ex manicomi sparsi per la penisola, una volta dismessi dalla loro funzioni, siano destinati alla cura di pazienti psichiatrici ma anche anziani”. Attraverso la mediazione delle asl queste strutture dovrebbero continuare a svolgere funzioni terapeutiche. In altri termini è lecito metterle in vendita e immaginarne un nuovo utilizzo, ma sempre con queste finalità.
“Nel 2005 all’epoca del governatore regionale Sandro Biasotti, quando si parlò della concessione in comodato gratuito della palazzina del corso per infermiere all’IIT, la nostra associazione agì per vie legali e vinse la causa contro la regione”, racconta Pescetto. Un precedente significativo perché oggi ci troviamo nuovamente di fronte a un tentativo di scavalcare il vincolo. E in caso di nuova cessione di immobili l’Alfapp è pronta a scendere in campo con i suoi legali.
E’ evidente come una seconda gara vedrebbe in prima fila “Valcomp due” nel tentativo di aggiudicarsi gli immobili rimasti. Il sospetto trova conferma dal fatto che alcuni giorni fa senza alcun preavviso sono partiti i lavori di riqualificazione nell’area di proprietà della società.
Fra il personale asl regna l’incertezza perché ancora non si sa quali servizi sanitari corrono il rischio di scomparire. I motivi che destano preoccupazione sono almeno due: in primis per la futura sistemazione dei pazienti (quelli psichiatrici sono una trentina) anche se l’augurio è che per loro si trovi una soluzione idonea. Ma l’ansia maggiore è per la sorte dei dipendenti, visto che ancora non si conosce nessun piano di ricollocazione delle strutture e dei dipendenti. Attendiamo novità dalla Regione, sperando faccia chiarezza una volte per tutte sulla travagliata questione Quarto.
Ma purtroppo sembra che la sorte dell’ex ospedale psichiatrico dipenderà non tanto da Genova e dalla Liguria bensì da Roma. Qui infatti si trova la sede di Fintecna, di Valcomp due e di decine di altre società controllate dal Ministero del Tesoro.
Matteo Quadrone
foto di Daniele Orlandi
6 commenti su “Ex Manicomio di Quarto: un vincolo frena la speculazione edilizia”