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Monte di Portofino: nove blogger provano sentieri ed escursioni

Venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno un gruppo di blogger provenienti da tutta Italia scopriranno località e prodotti tipici del Levante genovese: abbiamo chiesto ad alcuni di loro cosa significa blog tour e le ragioni di questa esperienza


29 Maggio 2013Notizie

NerviVenerdì 31 maggio e sabato 1 giugno 2013 l’area del Monte di Portofino ospita un blog tour. Di cosa si tratta? Un gruppo di blogger – specializzati in viaggi, turismo, enogastronomia e temi affini – vengono contattati per trascorrere alcuni giorni in una determinata località, assaggiare i prodotti tipici, visitare i principali luoghi di attrazione… e naturalmente scrivere le loro impressioni sui rispettivi blog.

Una formula adottata di frequente in Italia e all’estero, che permette ai blogger di promuovere la loro attività e agli enti locali di comprendere meglio le potenzialità di Internet come strumento di promozione turistica. Spesso i blogger contattati non sono “semplici appassionati”, ma lavorano in questo settore. Anzi, spesso hanno trovato o creato il proprio lavoro grazie alla popolarità derivata dal blog.

Ogni tour ruota intorno a un tema preciso: in questo caso, mostrare le attività eco turistiche del promontorio di Portofino. Una località nota in tutto il mondo per il “turismo di lusso”, ma che attraverso questo tour vuole far scoprire una nuova faccia.

I blogger saranno ospitati da alcune strutture del territorio, che faranno loro conoscere la loro idea di slow travel: un turismo accessibile, con tariffe basse e attività personalizzate per famiglie, coppie, viaggiatori solitari e così via, il tutto all’insegna della sostenibilità ambientale.

Il programma del tour inizia venerdì 31 maggio a San Fruttuoso di Camogli, un trekking in compagnia delle guide del Labter, il laboratorio territoriale del Parco di Portofino. Pranzo al Mulino del Gassetta e arrivo alla baia di San Fruttuoso in canoa (escursione guidata da Outdoor Portofino). Nella notte i blogger saranno ospitati presso l’agririfugio Molini. Il giorno seguente, sabato 1 giugno, visita all’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte, offerta dal FAI. A seguire cena al ristorante la Cambusa e pernottamento all’Istituto Colombo..

Sarà possibile seguire le attività dei blogger in tempo reale, attraverso il sito Blog tour Monte di Portofino e l’hashtag su Twitter #blogtourportofino.

Chi sono i blogger che parteciperanno al tour? Abbiamo contattato alcuni di loro, per conoscere le loro impressioni e farci spiegare da loro qual è il significato di esperienze come questa.

Francesca Di Pietro racconta che «questo blog trip è un nuovo punto di vista di Portofino, c’è bisogno di vedere i posti di sempre con occhi nuovi. Il turista 2.0 è l’on the road del momento: un tempo si chiedeva ai passanti, si consultava una cartina vecchia, si faceva l’autostop, mentre oggi si controlla google maps, si trova dove dormire con l’app di couchsurfing e si fa autostop con il siti di car sharing. Sono solo le tecnologie che cambiano, lo spirito può rimanere lo stesso».

Diego Ramella ha un blog dal titolo interessante, Liguria Slow: «Il sito è nato da pochi mesi, un concetto che nasce da alcune considerazioni. Anzitutto che la Liguria ha, secondo noi, un asse economico e mentale eccessivamente spostato verso il periodo estivo e la costa, tralasciando la valorizzazione dell’entroterra e di periodi diversi dell’anno. Un’altra considerazione è che spesso non sono solo i turisti a non conoscere la regione – al di là delle attività e delle località “di massa” – ma anche gli abitanti stessi del territorio, che hanno progressivamente perso il contatto con la propria cultura, le proprie tradizioni e quello che la Liguria ha da offrire. Siamo assolutamente contrari all’idea di una Liguria che esiste solo per le spiagge. Il portale fa conoscere gli aspetti più inediti e interessanti della regione sia ai Liguri che ai turisti, ed è un aiuto anche nel promuovere il territorio e le realtà d’eccellenza che vi operano».

Marinella Scarico ha un blog specializzato in ecoturismo e «dedicato alla scoperta della bellezza in Italia, con l’obiettivo di promuovere luoghi e stili di vita eco compatibili. Un tempo era solo un sito web, mentre il blog è nato di recente per consentire – attraverso un’area di domande e risposte – di interagire con i lettori».

Per Elena Nebiolo «il blog puà funzionare per la promozione turistica perché tra lettore e blogger si instaura un rapporto di fiducia: i consigli che il lettore trova su un blog che è abituato a seguire sono considerati più attendibili. Nel momento in cui si riconosce nel blogger un vero esperto in materia, quello che scriverà avrà una sorta di “sigillo di garanzia”. Il blogtour fa sì che la promozione delle località turistiche avvenga anche in real time, grazie all’utilizzo che i blogger fanno dei canali social, e questo aspetto aumenta la curiosità e fa si che la rete parli di determinate località che altrimenti troverebbero magari meno visibilità».

Infine secondo Alessandro Kinzica, che proviene dalla Toscana «la Liguria ha un fascino particolare: le nostre due regioni offrono mare, montagna e storia, ma la Liguria lo fa con il suo carattere decisamente più forte. Non ti accoglie con dolci colline, ma con imponenti scogliere ed impervi terrazzamenti, con i suoi paesini arroccati, i suoi caruggi ed i paesaggi che – a differenza della Toscana – non rilassano l’osservatore, ma ne riempiono l’animo di una deliziosa inquietudine che fa sentire vivi. Un blog come 100days – nato da un’esperienza di viaggio durata cento giorni – è frutto non solo della voglia, del coraggio e del desiderio, ma soprattutto della disponibilità sia economica che lavorativa. Per viaggi così lunghi è necessario un lavoro flessibile o un periodo di aspettativa, ma soprattutto qualche risorsa da parte. Quello che più mi colpisce e appaga di un luogo sono le persone che lo abitano, i loro usi, i loro costumi, il loro modo di interpretare la quotidianità: sfumature che si riescono a cogliere soltanto vivendo il viaggio per periodi più lunghi della solita settimana o due».

Marta Traverso

[foto di Daniele Orlandi]


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