Il 26 ottobre a Santa Brigida la mostra d'arte di Nicola Soriani e lo spettacolo di danza della scuola “La Punta” per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della crisi economica e le vittime che crea. Tutto a costo zero
Una installazione realizzata totalmente a costo zero in Piazza dei Truogoli di Santa Brigida, con tanto di spettacolo di danza realizzato dalla scuola “La Punta” di Genova Prà, coordinato dall’insegnante Sandra Traverso. Il progetto si chiama 365 e nasce dall’idea dell’artista genovese Nicola Soriani: il 26 ottobre prossimo, a partire dalle 16.30 la piazzetta del centro storico si animerà grazie alle opere dell’artista, realizzate in collaborazione con altri colleghi attivi sul panorama genovese. Lo scopo è quello di sensibilizzare la cittadinanza sul tema delicato delle crisi economica e delle vittime che crea. Se ne parla spesso sui media: gli imprenditori, gli operai, i pensionati e i padri di famiglia che tentano il gesto estremo si dice siano aumentati del 40% nel corso dell’ultimo anno. Le notizie si susseguono di giorno in giorno, ma quanto ci fermiamo a riflettere su quello che ascoltiamo in tv e leggiamo sui giornali? Da qui, l’idea della mostra, realizzata tutta con materiali recuperati e riciclati.
Il 26 ottobre sarà possibile ammirare sculture in cartapesta, lenzuola dipinte “a tema”, sventolanti dalle finestre dei palazzi e su cui si legge la scritta provocatoria “I panni sporchi si lavano in famiglia”, e molte altre opere in materiali diversi. Inoltre, durante la giornata saranno presentante due esibizioni di danza: la prima, “soft” e spensierata, a rappresentare la vita prima della crisi, la seconda, più cupa e toccante, in cui sarà inscenato un suicidio dalle finestre degli appartamenti sulla piazza, seguito da una serie di altre performance in linea con il delicato tema. Ma non è finita qui: a seguire, molte altre sorprese per gli spettatori presenti a Santa Brigida.
Il tutto è stato reso possibile dalla collaborazione con le istituzioni, le associazioni di quartiere e la cittadinanza, che si è rivelata particolarmente sensibile alla tematica: il consorzio Vivere Santa Brigida ha messo a disposizione gli spazi e reso possibile l’installazione, collaborando con il Laboratorio Sociale di Via Prè 137 e i commercianti della via e della piazza; i residenti del quartiere sono stati invitati a collaborare in prima persona, rendendo possibile ad esempio l’inserimento di lenzuola alle finestre; il Comune di Genova e il Municipio I Centro Est si sono mostrati interessati alla promozione dell’iniziativa, e hanno permesso che una mostra di Nicola Soriani proseguisse nelle sale del Comune in Via Prè, nei locali del Laboratorio Sociale al civico 137. Le opere dell’artista già esposte in Piazza dei Truogoli, assieme a molte altre, saranno visitabili per altri 15 giorni, fino al 9 novembre.
Così racconta l’artista: «In un momento così difficile, in cui l’indifferenza dei media e delle masse isola ancora di più chi si trova da un giorno all’altro senza lavoro, è necessario un momento di riflessione e di comprensione. Sempre più spesso vediamo persone rovistare nei cassonetti dell’immondizia, fare lunghe code alle mense dei poveri, cercare aiuto nelle varie onlus o nella parrocchia sotto casa. Una massa silenziosa di uomini e donne in aumento nell’ultimo anno, per cui il peso da sopportare diventa troppo e sfocia in un grido di dolore. 365 è dedicata alle vittime e alle loro famiglie, e nasce dall’esperienza personale per cui anch’io, ritrovandomi senza lavoro, ho guardato da vicino la disperazione di queste persone. 365 vuole “fare”, non stare a guardare. Vuole scuotere le coscienze: un detto popolare dice che “i panni sporchi vanno lavati in casa”, ma noi questi panni li vogliamo stendere in piazza e mostrarli a tutti, per riportare dignità e rispetto ad una massa di “invisibili” che non deve essere più dimenticata».
«Quel faccio non è nulla di ricercato. Si tratta di un’iniziativa caratterizzata dalla semplicità e mancanza di effetti speciali: non importa tanto la forma, quanto la sostanza. È importante piuttosto concentrarsi sul tema: la mia arte vuole aprire un momento di riflessione, non mettere in ombra l’idea di base con i“virtuosismi del mestiere”».
Elettra Antognetti
Arte di denuncia sociale.
Complimenti.
Alessio