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220 mila euro a titolo di ristoro per il ritardato rilascio degli immobili di proprietà di Fintecna; inoltre, l'azienda sanitaria genovese dovrà corrispondere a Fintecna complessivi 18 mila euro al mese di affitto per gli spazi già venduti ma ancora utilizzati per attività sanitarie
«Siamo certi che la sanità pubblica ligure sia in buone mani?», si domanda il segretario genovese del sindacato autonomo Fials, Mario Iannuzzi, dopo aver letto la recente delibera – la n. 35 del 21 gennaio 2013 – con la quale l’Asl 3 ha approvato l’accordo integrativo con Fintecna Immobiliare s.r.l., modificativo del contratto di comodato, sottoscritto il 18 settembre 2008 tra Valcomp Due s.r.l. e Asl 3, in merito agli immobili siti nell’ex ospedale psichiatrico di Pratozanino a Cogoleto.
In sostanza, il documento sancisce che l’azienda sanitaria genovese dovrà corrispondere a Fintecna Immobiliare s.r.l. la somma di 220 mila euro a titolo di ristoro per il ritardato rilascio degli immobili di proprietà della stessa società di emanazione statale.
Stiamo parlando di spazi ancor oggi utilizzati per attività sanitarie: i padiglioni 13, 34, 16, 10, l’area antistante a quest’ultimo occupata da unità abitative prefabbricate e la vasca a monte del compendio per l’approvvigionamento idrico-antincendio dei padiglioni 7 e 9.
Inoltre, l’accordo integrativo prevede il pagamento di complessivi 18 mila euro al mese di affitto a carico dell’Asl 3, per i beni immobiliari sopracitati.
«Mentre si attende l’esito della “trattativa” che definisca l’onere per l’affitto che l‘azienda sanitaria locale genovese dovrà pagare a Quarto sulle sue ex proprietà e mentre è ancora vivo il ricordo per la mega multa da 1.500.000 euro pagati dalla precedente amministrazione aziendale per i ritardi nella consegna degli immobili ceduti, confermiamo il dubbio: è tutto così “normale”?», aggiunge il segretario Fials, Mario Iannuzzi.
Ma a destare sconcerto è l’intera gestione del patrimonio immobiliare. Con la delibera n. 36 del 21 gennaio 2013 «L’Asl 3 ci manda a dire che è andata dal notaio in compagnia della Regione Liguria, di ARTE, della Fintecna-Valcomp e di altri soggetti per sistemare faccende del 2007/08 relative alla “cartolarizzazione” ed ai “proventi derivati dalla dismissione del patrimonio immobiliare …” – spiega Iannuzzi – Si sono, infatti , rese necessarie alcune “integrazioni e precisazioni”».
In pratica , nell’ambito dell’operazione di dismissione del patrimonio immobiliare messa in atto da Regione Liguria e azienda sanitaria genovese tra 2007 e 2008, risultano trasferiti alcuni beni erroneamente indicati come di proprietà dell’Asl 3, ed in particolare: nel Comune di Cogoleto: il Padiglione 18 di Pratozanino, iscritto al Catasto Fabbricati del Comune di Cogoleto al foglio 14, mappale 173, sub.3); i reliquati di terreno iscritti al Catasto Terreni del Comune di Cogoleto al foglio 17; nel Comune di Genova: il piccolo appartamento uso portineria sito in Genova, Via Don Vincenzo Minetti civico numero 8 (otto), iscritto al Catasto Fabbricati del Comune di Genova.
«In forza dei successivi atti di trasferimento sopra citati, i sopraelencati immobili sono stati trasferiti a cascata prima ad “A.R.T.E.”, poi ad “S.C. Liguria in liquidazione” ed, infine, a “Valcomp Due S.r.l.”, ora “Fintecna Immobiliare S.r.l.” – spiega il documento – Asl 3 non risultava essere legittimata al trasferimento dei suddetti beni immobili, in quanto non ne era proprietaria».Di conseguenza «Il Primo Atto di Provenienza e, a cascata, tutti quanti i successivi atti di trasferimento, limitatamente ai beni immobili sopra elencati, non hanno prodotto effetti reali», sottolinea la delibera.
La Direzione Generale dell’Asl 3 conclude «…di prendere atto (…) di riservarsi di autorizzare con separato provvedimento le eventuali spese di redazione e registrazione dell’atto di cui trattasi, non quantificabili a priori».
«Attendiamo fiduciosi di conoscere la conclusione e le spese di questa sconcertante vicenda – spiega il segretario Fials, Mario Ianuzzi – Correttamente sottolineiamo come la questione non si possa ascrivere all’attuale Direzione Generale della ASL 3. Di certo però qualche responsabilità ricade sull’Istituzione regionale, sulla sua Giunta e sul suo Assessorato. La Dirigenza della ASL 3 che in allora portò avanti questa operazione ci risulta comunque puntualmente riciclata in posti di grande responsabilità in altre Aziende del sistema sanitario cittadino e Ligure».
«Questo “incidente immobiliare” sarà senz’altro tutto frutto del caso e della fatalità – conclude Iannuzzi – Ma come dare torto a chi afferma che la gestione della sanità pubblica a Genova e in Liguria non sembra esattamente in buone mani?».
Matteo Quadrone
[Foto di Daniele Orlandi]