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L’8 giugno oltre 16 città italiane hanno aderito alla giornata nazionale dedicata all’informazione scientifica, organizzata dall’associazione Pro-Test Italia. Ecco l'intervista agli organizzatori dell'evento genovese: esperimenti sugli animali e media i temi affrontati
Convegni, flashmob, fiaccolate in programma lo scorso sabato 8 giugno a Genova e nelle principali città della penisola, da Roma a Milano, all’Aquila, Napoli, Bologna, Udine, Trieste, e molte altre. L’obiettivo è portare l’attenzione sul tema dell’importanza della correttezza e affidabilità dell’informazione scientifica, spesso “vittima” inconsapevole dell’eccessiva semplificazione mediatica e della cattiva interpretazione (consapevole o meno) da parte del popolo dei non addetti ai lavori. Gli scienziati, i ricercatori, gli studenti uniti per l’evento dal titolo “Italia unita per la corretta informazione scientifica”. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione di medici, biologi, veterinari e farmacologi Pro-Test Italia, nata nel settembre 2012 e attiva per la difesa dell’appropriata divulgazione dei risultati scientifici e per la creazione di un ponte tra il mondo della ricerca e la società civile. Tra i temi, particolare rilevanza ha avuto la sperimentazione sugli animali, argomento che continua a scaldare gli animi e contrapporre le fazioni pro e contro.
A Genova, in particolare, l’incontro si è svolto alla Sala Conferenze del Museo di Storia Naturale “G. Doria”. Gli eventi, liberi e aperti a tutti, sono stati moderati dal filosofo e giornalista Ivo Silvestro e hanno visto la partecipazione di molti illustri rappresentanti della comunità scientifica (Michele Cilli, Dirigente Veterinario Animal Facility IRCCS AOU San Martino – Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro Genova; Michele Mazzanti, professore ordinario di Scienze Biomolecolari e Biotecnologiche dell’Università di Milano), di relatori di prestigio internazionale (come Nicole Kerlero De Rosbo, ricercatrice dell’Università degli Studi di Genova; il professore dell’ateneo genovese e direttore dell’Unità Operativa Complessa Igiene, Giancarlo Icardi) e di rappresentanti della società civile, da studenti, a uomini e donne di tutte le età.
Anche Era Superba ha partecipato al convegno di Genova, abbiamo incontrato gli organizzatori e scambiato quattro chiacchiere con uno di loro, Giacomo Vallarino, giovane laureando in medicina dell’Università degli Studi di Genova.
Per cominciare, raccontaci cos’è Pro-Test, come nasce e qual è l’obiettivo dell’associazione
«Pro-Test è un’associazione formata da giovani, ricercatori, studenti e insegnanti di medicina, biologia, chimica, veterinaria, ma anche filosofia. Scopo dell’associazione, quello di promuovere la diffusione di una visione corretta e più oggettiva circa la sperimentazione sugli animali: una questione molto attuale e di cui si fa oggi un gran parlare, che chiama in causa anche un discorso etico, oltre che scientifico. Pro-Test è senza fini di lucro e totalmente gratuita, vive per lo più dei finanziamenti provenienti dalle quote associative dei suoi membri. Oltre a questo, anche l’importante appoggio dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. La nostra associazione ha base nazionale, riunendo giovani di tutta Italia, anche se il gruppo originario possiamo dire che si è formato a Milano, ed è qui che già sono state organizzate alcune iniziative importanti. Inizialmente non si pensava di organizzare manifestazioni e convegni. Il punto di svolta c’è stato abbastanza di recente: il 21 aprile 2013 a Milano alcune associazioni e rappresentanti di gruppi animalisti (anche se personalmente non penso che il termine, nobile e connotato positivamente, possa adattarsi a tutti i soggetti che si proclamano tali) hanno occupato lo stabulario, chiedendo la liberazione delle cavie: topi usati appunto come cavie ormai da anni per lo studio nel campo delle malattie del sistema nervoso, quali autismo, Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla, e altre. Il tutto, mandando in fumo centinaia di migliaia di euro di finanziamento e i progressi raggiunti nella ricerca. Noi di Pro-Test il giorno successivo abbiamo organizzato una contro-manifestazione per denunciare il fatto, che è stata ripresa dai media in termini negativi, a denunciare lo scontro tra animalisti e ricercatori, mettendo da parte il problema etico-scientifico della sperimentazione. In seguito, lo scorso 1 giugno ci siamo ritrovati a Milano, per la prima grande manifestazione di Pro-Test: oltre 400 persone si sono ritrovate nei pressi di Piazza del Duomo, per un dibattito pubblico e aperto (è questo il metodo con il quale abbiamo scelto di operare prevalentemente) in cui ricercatori e personalità del mondo scientifico hanno provato ad abbattere i pregiudizi e spiegare perché secondo loro la sperimentazione è necessaria. Da qui nasce l’idea di un evento dislocato in più città italiane, in contemporanea, per sensibilizzare in loco la popolazione, partendo dalla loro città. Siamo noi che ci avviciniamo alla gente, andando a spiegare in forma divulgativa e alla portata di tutti cosa facciamo, in cosa consiste la sperimentazione e perché è necessaria. Ma non solo questo: ci siamo occupati anche di staminali, OGM, vaccinazione e possibile collegamento con l’autismo, sclerosi multipla e molto altro… vogliamo provare ad abbattere i falsi miti e i pregiudizi (creati dai media, ma non solo) che ruotano attorno a questi temi caldi, per ridare dignità alla ricerca scientifica».
L’evento dell’8 giugno a Genova. Come lo avete organizzato?
«Visto che tutto è stato deciso in occasione della manifestazione del primo giugno (e ancora prima, in nuce, ad aprile), abbiamo avuto poco tempo per occuparci della parte organizzativa. Alla base di tutto c’è un unico comune denominatore che contraddistingue noi di Pro-Test: dire NO, protestare contro le “bufale” che vengono riportare sui giornali, che si sentono in tv e che rimpallano dai media alle piazze, fino a creare un sentimento comune distorto e un’opinione pubblica disinformata. Pro-Test, come associazione, ha svolto una supervisione generale sull’evento e ha dato delle linee direttive circa i temi da affrontare, ma poi ognuna delle città coinvolte ha avuto autonomia decisionale: in ogni luogo, un coordinatore affiancato da un team, con il compito di trovare un luogo idoneo per le conferenze e i relatori esperti sui temi in questione, con la possibilità poi di allargare anche ad altri temi di particolare interesse (ad esempio, all’Aquila un approfondimento sui terremoti e sulla possibilità di prevedere eventi sismici e calamitosi). Inoltre, abbiamo dovuto occuparci anche della promozione e del lavoro di PR, con manifesti, volantinaggio, promozione in bacheche della città (ad esempio a Genova, il volantinaggio dell’8 giugno nelle vie del centro e la distribuzione di hand-out alla Biblioteca Berio o all’Università), promozione sui social network.
Rimanendo su Genova, inizialmente ero l’unico rappresentante di Pro-Test per la città e mi sono trovato a dover lavorare da solo: un carico di lavoro sicuramente impegnativo, che sono riuscito successivamente a suddividere con altre due ragazze, Elena (fisica, laureanda in Ingegneria Biomedica) e Gabriela (biologa). Insieme, in poco più di un mese, abbiamo messo in piedi l’evento, facendo leva solo sulle nostre forze, ma grazie alla massima disponibilità dei nostri interlocutori».
Tra i temi più caldi del convegno, la sperimentazione sugli animali. Il dibattito sulla questione, scopriamo, è più acceso di quanto non sembri. Nel corso degli ultimi mesi, varie proteste da parte dei gruppi “animalisti” hanno attaccato i sostenitori della sperimentazione. Nel corso del convegno di Genova, in particolare, l’intervento del professor Cilli dedicato a questo tema di punta è stato interrotto spesso dalle proteste di un gruppo di animalisti, che si sono presentati per far valere anche le loro ragioni e provare a smontare le argomentazioni degli scienziati. Ne parliamo con Giacomo:
Avete riscontrato atteggiamenti di chiusura verso il messaggio che propagandate? Come vi ponete nei confronti di chi vi contesta?
«Da quando abbiamo iniziato con Pro-Test ci sono stati alcuni momenti di tensione. Come ricordavo, a Milano in occasione del dibattito pubblico del primo giugno, una ventina di estremisti dei gruppi animalisti di destra ha deciso di intervenire, disturbando volutamente la nostra iniziativa, insultando i relatori. Anche se abbiamo cercato di smorzare le tensioni e ignorare le frange estreme (ben venga il dialogo con gli animalisti, se costruttivo e di confronto, ma non era questo il caso), sui media hanno avuto rilievo solo gli episodi di tensione e di scontro. Anche in occasione degli eventi dell’8 giugno eravamo preoccupati per il verificarsi di altri episodi simili, tanto più che già si respiravano tensioni nell’aria in certe città più che in altre (una su tutte, Pisa). A Genova c’è stata la contestazione di un gruppo di animalisti: si sono presentati in sala e hanno provato inizialmente a interrompere gli interventi, facendo sentire le loro ragioni. Alla fine dell’intervento del professor Cilli c’è stata una discussione un po’ accesa con il gruppo animalista su vari argomenti. Quello che ci interessava era che non ci fossero episodi spiacevoli, ma un tranquillo confronto, senza fare leva sul sentimentalismo ma piuttosto sul valore scientifico dell’informazione. È importante spiegare, capire, confrontarsi».
Elettra Antognetti