La dimora seicentesca con i ruderi del Castel Perasso e l’Uliveto Murato rappresenta un complesso importante per il suo valore storico, da anni viene difeso dai cittadini con impegno e partecipazione
Una villa nobiliare di villeggiatura risalente al ‘600 ubicata lungo l’antica via romana Aurelia (la “creuza” di via Romana della Castagna che sotto uno strato di asfalto ancora conserva l’antico ciottolato), composta fin dalle origini di due corpi di fabbrica simmetrici – attualmente di differenti proprietari – separati dal portale medioevale di accesso a Castel Perasso (distrutto nel ‘300 dai Fieschi), con le sue pertinenze, ovvero le rovine del castello e l’adiacente Uliveto Murato incluso il parco rustico (ora in parte di proprietà comunale, in parte di un altro privato), rappresenta un complesso unitario importante al pari di quello dei Parchi di Nervi, ma ben più rilevante dal punto di vista storico.
Secondo la documentazione esistente presso il Santuario della Castagna, pubblicata da Stefano Costa nel 1919, la Villa – poi Gervasoni – con i ruderi di Castel Perasso ed il fondo finitimo ora noto come Uliveto Murato, fino alla metà del ‘700 era proprietà di Giovanni Battista Priaruggia. Alla morte del Priaruggia la vedova cedette questi beni all’Abate Gervasoni, ai Burlando e ai Boero.
La Villa, da sempre catalogata e descritta nelle pubblicazioni sulle Ville genovesi, ha una lunga storia che chiama in causa personaggi del calibro di Giuseppe Garibaldi – nell’archivio Gervasoni rimane un suo prezioso autografo in cui ringrazia la famiglia per l’aiuto ricevuto – e di Giacomo Puccini che divenne una presenza abituale in quanto amico del pianista e compositore Giuseppe Frugatta, il quale aveva acquisito la proprietà dai Giuliano.
All’interno della dimora, con un proprio ingresso su via Romana, è ancora conservata una cappella di ragguardevoli dimensioni, con un altare barocco a stucco e volte a vela dipinte. Anche gli ambienti interni sono articolati secondo gli schemi di una villa nobiliare con volte decorate e una seconda scala che congiunge le cucine al piano nobile. In facciata si può ammirare una pregevolissima statua marmorea di finissima fattura di San Giovanni Battista, già citata nei documenti del ‘700.
Quel che rimane del Parco che comprendeva le rovine di Castel Perasso – in gran parte demolite con la costruzione dello svincolo di Corso Europa, alcune superstiti inglobate nelle mura dell’uliveto – ospita l’ippocatastano forse più grande ed antico della Liguria (due metri circa di diametro), un raro albero di canfora ed altre piante di pregio.
Oggi però Villa Gervasoni rischia di veder compromessa la sua originalità a causa degli interventi di ristrutturazione previsti dal nuovo proprietario dell’ala ovest. A destare preoccupazione non sono sole le probabili modifiche che saranno apportate a livello architettonico, ma anche gli stravolgimenti ambientali dovuti ai lavori in via di svolgimento nel giardino: buona parte del tradizionale paesaggio ligure è già stata spazzata via – fichi, allori, rampicanti secolari, ecc. – perché non in linea con il previsto restilyng degli spazi verdi.
Occorre sottolineare che su Villa Gervasoni grava una procedura di vincolo avviata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria su sollecitazione del Comitato Pro Uliveto di Quarto e del proprietario dell’altra ala della Villa, il quale ha il medesimo interesse nel veder preservata l’integrità originaria del complesso. Non sappiamo ancora se la pratica di tutela andrà a buon fine ma si tratta di un passaggio cruciale per mantenere viva la speranza di salvaguardare il manufatto, considerando che in caso contrario, il nuovo proprietario dell’ala ovest avrebbe carta bianca.
Il Comitato Pro Uliveto Murato di Quarto – che da anni si batte per la conservazione e la valorizzazione di un sito di altissima qualità che conferisce una preziosa identità storico culturale al territorio (come vedremo nel dettaglio in seguito) – ha presentato alcune osservazioni al Piano Urbanistico Comunale (PUC) chiedendo una maggiore tutela dell’area attraverso il riconoscimento dell’Uliveto Murato, quale parco storico di Villa Gervasoni.
Questo complesso unitario per connotazioni ambientali e storiche, secondo il Comitato «rientra nella previsione del PUC che si riferisce agli ambiti di disciplina speciale Lettera O e cioè nel Sistema delle ville e dei parchi Carrara e Quartara che a pag. 26 delle norme di conformità così viene descritto: “O – Sistema delle ville e parchi Carrara e Quartara – Descrizione dei caratteri del territorio. I caratteri stilistici e costruttivi delle ville del genovesato e di quanto ancor oggi residua degli originari parchi appartengono al patrimonio della città. I due grandi bacini del Levante, costituiti dalle vaste proprietà Carrara e Quartara e di alcune emergenze di ville costruite sul sistema dell’antica romana, costituiscono sistemi da preservare”».
«Una di queste emergenze è proprio la Villa Gervasoni e connesso Uliveto Murato – scrive il comitato – Pregheremmo quindi di far rientrare la Villa Gervasoni, di Via Romana della Castagna n. 42 e 44 e il pertinente Uliveto Murato nella previsione di cui alla lettera O – Sistema delle ville e parchi Carrara e Quartara – negli ambiti di disciplina speciale e di integrare le relative norme di conformità. Visto che le altre ville del genovesato sono nominate nelle dette norme, vorremmo che anche questa lo fosse».
Auspicio accolto, infatti nelle cosiddette “emergenze esteticamente rilevanti e tracce storiche artistiche”, oggi compaiono anche “La Villa Gervasoni con il connesso Uliveto Murato”.
Il Comitato sollecita poi una tutela ancor più specifica in particolare per l’edificio antico, osservazione fatta propria dal PUC che ha integrato la frase “mantenendo le coperture in abbadini d’ardesia”, con le parole “nonchè le volte, specie se dipinte, gli stucchi, la pavimentazione antica, la struttura delle porte, delle finestre, e degli scuri. Ammessa la posa di tiranti e chiavi antisismiche”.
Infine, per quanto riguarda gli interventi di sistemazione degli spazi esterni, dopo le parole “misure compensative atte alla conservazione del verde”, la versione aggiornata del PUC sottolinea “Gli alberi secolari o con diametri superiori a 50 cm dovranno essere tutelati”.
Le integrazioni al PUC rappresentano un altro successo raggiunto dal Comitato che si somma al riconoscimento dell’Uliveto Murato quale sito di interesse culturale particolarmente importante, sancito dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria nel 2007 con l’apposizione del vincolo monumentale di tutela.
Oggi il sito è salvaguardato grazie all’impegno dei cittadini che negli anni scorsi sono riusciti a fermare una pericolosa operazione immobiliare, già approdata in Conferenza dei Servizi.
L’area dell’Uliveto Murato è in parte di proprietà comunale, in parte privata. Adesso diventa fondamentale ottenere la disponibilità della porzione privata – in sinergia tra Comune e Regione – per poter avviare il progetto di recupero e valorizzazione promosso dal Comitato. Parliamo della realizzazione di un “ecomuseo precolombiano vivente” – mantenendo l’assetto agrario tradizionale e paesaggistico di peculiare valore storico e monumentale – accessibilissimo per la fruizione culturale e turistica ed integrabile nel sistema dei parchi di Quarto – Nervi e sull’antica via romana Aurelia (la “creuza” di via Romana della Castagna il cui restauro fa parte del progetto).
La Regione Liguria ha costituito il progetto di valorizzazione in “progetto pilota” per creare le linee guida per interventi di conservazione e valorizzazione di tutti i siti che conferiscono identità culturale alla Regione Liguria e lo ha finanziato con un primo stanziamento di 78.000 Euro (che possono essere sufficienti per i restauri ma non bastano per l’indispensabile acquisizione della parte privata all’interno delle mura).
L’obiettivo è trasformare l’Uliveto Murato in un luogo didattico dove tramandare antichi valori e conoscenze, esperienze a contatto con la terra, le piante, i rivi, ecc. Una soluzione concreta per tutelare questi manufatti, le fasce antichissime della zona di Quarto, un patrimonio che potrebbe essere sfruttato a fini turistici.
Il Comune conferirà la parte di sua proprietà – anzi l’ha già affidata – alle cure della famiglia di olivicoltori che da molte generazioni curano il sito con i metodi della antica tradizione ligure e che si è dichiarata disposta a continuare in regime di volontariato la conduzione di tutto il fondo sotto la supervisione della direzione del futuro Ecomuseo, partecipando anche al programma formativo.
Un luogo del genere a Genova manca, un’occasione per mantenere intatta l’identità culturale del territorio, attraverso un’operazione che non comporta costi elevati. Ma va fatta al più presto perché in caso contrario, se non si valorizza adeguatamente il sito, con il passare degli anni, esiste il concreto rischio che vengano concessi dei nuovi permessi a costruire.
Matteo Quadrone
[foto di Daniele Orlandi]
(Villa Gervasoni, foto dell’autore)