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Rischio idrogeologico: stop opere inutili per salvare l’Italia

Appello di Legambiente al Governo: la prima grande opera pubblica necessaria al Paese è la messa in sicurezza del territorio; rinunciando ad alcuni interventi infrastrutturali si recuperano subito miliardi di euro


16 Novembre 2012Notizie

Rinunciando ad alcune inutili grandi opere pubbliche dai costi elevatissimi e dagli impatti ambientali enormi – per esempio il progetto del ponte sullo stretto di Messina – possiamo recuperare risorse necessarie e urgenti per la tutela e la sicurezza del territorio. «Chiediamo al Governo il coraggio di scegliere», Questo l’appello lanciato da Legambiente.

«La prima grande opera pubblica necessaria al Paese è la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico in Italia – scrive Legambiente –  La mancata prevenzione ci è costata, solo dall’ottobre 2009, oltre 1 milione di euro al giorno, senza contare la drammatica perdita di vite umane, di affetti e di beni personali».

Il Governo, evitando di continuare a investire in alcuni grandi interventi infrastrutturali in via di realizzazione, potrebbe disporre da subito di circa 10 miliardi di euro, (derivanti da previsioni di spesa e non da impegni, che quindi si possono rinviare), da destinare alla prevenzione e alla mitigazione del rischio idrogeologico.

«Via la TAV Torino-Lione ed ecco 5.623 milioni di euro; via l’autostrada Tirreno-Brennero ed eccone altri 1.430. Cancellando anche la Orte-Mestre recuperiamo ben 1.428 milioni di euro mentre rinunciando definitivamente al Ponte sullo Stretto possiamo ottenerne altri 250. Aggiungiamo pure i 711 milioni previsti per la realizzazione dell’autostrada Cisterna Valmontone e del corridoio autostradale Roma-Latina, ed otteniamo ben 9.442 miliardi di euro», spiega il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza.

«Chiediamo che queste risorse sostengano l’attuazione del Programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, proposto dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare – continua l’associazione – Vista l’entità degli investimenti necessari e l’urgenza delle azioni da mettere in campo, condividiamo e sosteniamo la proposta del Ministro Corrado Clini alla Commissione Europea, di derogare al patto di stabilità la spesa prevista per gli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico».

«Il territorio e i fiumi italiani hanno oggi più che mai bisogno di una concreta ed efficace politica di tutela ambientale, di prevenzione e mitigazione del rischio e di un’alleanza di tutti i soggetti portatori d’interesse: le imprese, gli enti competenti, gli esperti, le università, gli enti di ricerca, i soggetti professionali e le amministrazioni locali, con l’obiettivo comune di avanzare proposte d’intervento anche al fine di ottenere e indirizzare le risorse necessarie – conclude Legambiente – Un’intesa su cui costruire un processo di partecipazione e condivisione che individui gli interventi prioritari e quelli di medio periodo e ne garantisca una corretta attuazione, con l’obiettivo di coniugare la mitigazione del rischio idrogeologico con la tutela ambientale».

Hanno aderito:

Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente

Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia

Enrico Rossi, presidente Regione Toscana

Luca Mercalli, climatologo, metereologo

Ilaria Borletti Buitoni, presidente FAI

Franco Iseppi, presidente TCI

Mario Tozzi, geologo CNR

Gianvito Graziano, presidente Ordine dei Geologi

Leopoldo Freyrie, presidente Consiglio nazionale degli architetti

Andrea Sisti, presidente Ordine nazionale dottori agronomi e forestali

Firma anche tu!

 

 

 

Foto di Diego Arbore


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