FS intende smantellare i siti di manutenzione dei treni per investire nell'immobiliare; il nuovo PUC prevede, tra le funzioni ammesse, residenze, uffici ed alberghi; i cittadini sono preoccupati per una possibile speculazione edilizia
Un tempo erano aree totalmente pubbliche dedicate ad ospitare strutture a sostegno del servizio di trasporto ferroviario, oggi sono divenuti enormi spazi privati perché Ferrovie dello Stato – da azienda pubblica qual era – è stata convertita in Società per Azioni (l’attuale assetto organizzativo è quello di gruppo industriale con una capogruppo – Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. – a cui fanno capo le società operative nei diversi settori della filiera ed altre società di servizio e di supporto al funzionamento del gruppo).
Le aree ferroviarie di Piazza Terralba e Piazza Giusti sono l’emblema di questo profondo mutamento, nel prossimo futuro destinate a perdere la propria vocazione originaria a favore di una spasmodica ricerca del profitto, ragione inevitabile quando di mezzo c’è un soggetto privato che deve produrre utili da distribuire ai suoi azionisti.
Il progetto preliminare del nuovo PUC – approvato dalla Giunta guidata dall’ex Sindaco Marta Vincenzi – inserisce i circa 146.000 mq dei sopracitati parchi ferroviari, compresi tra Corso Sardegna e Via Tripoli, nel Distretto di Trasformazione 2.06. «Si tratta di porzioni della città dove, in ragione delle loro caratteristiche dimensionali o localizzative, devono essere effettuati consistenti interventi di trasformazione che rivestono un ruolo strategico a livello urbano e per le quali il Piano Urbanistico Comunale indica opzioni, anche alternative di utilizzo del territorio, da definire mediante la preventiva approvazione di Progetti Urbanistici Operativi», così il PUC definisce i Distretti di Trasformazione.
Oggi nelle aree di Piazza Terralba e Piazza Giusti sono presenti gli impianti di manutenzione dei treni passeggeri. Ma sul finire di gennaio i sindacati hanno lanciato l’allarme perché, secondo le intenzioni della proprietà, tali siti (insieme alla divisione Cargo di Rivarolo) saranno smantellati per trasferire le funzioni a Savona. «Nel frattempo FS ha chiesto al Comune di valorizzare, con cambi di destinazione d’uso, le aree che intende dismettere – spiegano le organizzazioni sindacali – Nel progetto preliminare del nuovo PUC questo è già previsto. Noi chiediamo all’amministrazione comunale di non andare dietro alle sirene di FS e non confermare questa scelta». Nel caso di una chiusura totale dei tre impianti «Ci sarebbe un netto peggioramento del servizio ferroviario, visto che da Genova transita la maggior parte dei treni passeggeri e circa l’80% dei treni merci – sottolineano i sindacati – se, infatti, si bloccasse un treno a Genova, occorrerebbe trasportare il convoglio a Savona per ripararlo, con conseguenti disagi per passeggeri e lavoratori, oltre all’inevitabile intasamento delle linee ferroviarie. Senza dimenticare che i tre impianti danno lavoro complessivamente a quasi 600 persone tra dipendenti e indotto».
L’INDIRIZZO DEL PUC
L’obiettivo della trasformazione previsto nel Distretto 2.06 è il seguente: «Realizzazione di un intervento integrato di ricucitura del tessuto urbano e mitigazione dei fattori di incompatibilità, comportante la riorganizzazione degli impianti ferroviari, la realizzazione, ove possibile, di una nuova fermata della metropolitana in corrispondenza di piazza Terralba e della fermata della linea ferroviaria metropolitana a Terralba connessa con un parcheggio di livello urbano (intermodale) e la realizzazione di edifici per servizi pubblici di interesse generale e funzioni urbane diversificate».
Le funzioni ammesse sono numerose quanto variegate. Tra le principali troviamo: «Residenza, Uffici, Strutture ricettive alberghiere, Direzionale, Terziario avanzato, Servizi pubblici di interesse generale e locale (fermata della linea ferroviaria metropolitana; fermata della metropolitana), Parcheggi pubblici e privati». Le funzioni complementari, invece, sono: «Connettivo urbano, Esercizi vicinato, Servizi privati».
Abbiamo chiesto lumi sul futuro della zona al Vicesindaco, nonché Assessore all’Urbanistica del Comune di Genova, Stefano Bernini «Per noi Terralba vuol dire una preziosa opportunità di sviluppo della metropolitana in direzione Levante. FS intende valorizzare le aree oggi adibite ad impianti di manutenzione che prossimamente saranno smantellati. Per la città ci sarà un ritorno nei termini della disponibilità di un paio di binari per consentire il prolungamento della linea metropolitana. Adesso si tratta di concordare con il privato proprietario la rivisitazione delle funzioni urbanistiche ammesse nelle aree ferroviarie. Nel contempo l’amministrazione deve ragionare attentamente sul tema metropolitana. Occorre reperire le risorse economiche per coprire i costi ed avviare le procedure di gara. Ovviamente, i tempi non sono immediati, è un discorso di prospettiva anche perché il trasferimento dei siti di manutenzione non avverrà domani. La prima porzione interessata sarà quella di Piazza Giusti dove FS ha già espresso proposte più avanzate ed il percorso di dismissione sarà più veloce».
Secondo il consigliere comunale Fds, Antonio Bruno, però «Non si può accettare il ricatto di FS che chiede di valorizzare le aree che intende dismettere per costruire case e centri commerciali». Gli fa eco il compagno di partito e consigliere del Municipio Bassa Val Bisagno, Giuseppe Pittaluga «Oggi FS è un’impresa privata ma ha mantenuto gli spazi acquisiti per scopi ben definiti ed ora, per ottenere maggiore profitto, smantella il comparto ferroviario investendo nell’immobiliare e nel commerciale, tradendo così la “mission” originale da cui, di fatto, deriva il privilegio. Per quanto ciò possa essere legale, sicuramente non è lecito – sottolinea Pittaluga – Le aree private urbane, di pregio in quanto non edificate, devono essere vincolate alla pianificazione del risanamento territoriale. La zona è quella dei continui allagamenti e delle molteplici alluvioni, della falda sottostante su cui le informazioni sono poche, delle colline che crollano (via Varese, via Donghi, ecc.) e dell’intensa edificazione selvaggia che mette a serio rischio, oltre che la qualità di vita, la vita stessa».
IL PUNTO DI VISTA DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI
Gli abitanti di San Fruttuoso e Marassi non sembrano per nulla convinti dell’indirizzo urbanistico previsto per i parchi ferroviari e hanno manifestato tutte le loro perplessità tramite la presentazione di numerose osservazioni al PUC.
«Le nostre contestazioni partono dall’analisi del progetto preliminare del PUC – spiega Sabina Leali, membro del Comitato costituitosi allo scopo di promuovere un percorso di “urbanistica partecipata” in merito al futuro delle aree ferroviarie – Le funzioni ammesse sono fin troppe: residenze, uffici, alberghi, parcheggi, ecc. e lasciano aperto il campo ad altrettante previsioni di edificazione, dietro le quali potrebbero nascondersi possibili speculazioni. Parliamo di una zona centrale che fa gola a molti».
Legambiente, per voce di Andrea Agostini, esprime preoccupazione e si schiera a fianco dei residenti «Siamo contrari al cambio di destinazione d’uso delle aree ferroviarie innanzitutto perché si tratta di una zona esondabile e quindi non è ipotizzabile l’ennesima cementificazione a danno di un territorio, dal punto di vista idrogeologico, già di per sé fragile». Inoltre la possibilità di edificare case e parcheggi «Va contro le logiche urbanistiche e di sviluppo di un efficiente trasporto pubblico locale (tpl) – sottolinea Agostini – In merito a quest’ultimo aspetto, riteniamo che Piazza Terralba e Piazza Giusti siano essenziali per l’intera città».
In sostanza la natura del problema è siffatta «Se da un lato l’opportunità di arrivare con la metropolitana fino a Piazza Martinez (e nel futuro proseguire in direzione Levante) è un elemento estremamente positivo in grado di migliorare il tpl, dall’altro non si possono fare simili concessioni a FS – continua Agostini – A Marassi e San Fruttuoso, infatti, c’è una densità abitativa senza eguali e non si può ulteriormente appesantire il carico cementifero della zona».
Per cittadini è fondamentale che sia il Comune a stabilire la destinazione d’uso «Senza delegare a FS che bada esclusivamente al suo tornaconto, essendo ormai un soggetto privato – spiega Sabina Leali – All’amministrazione comunale, invece, spetta la funzione di salvaguardia dell’interesse pubblico. Il nostro auspicio è quello di avviare un percorso di “urbanistica partecipata” che preveda il coinvolgimento attivo di abitanti e Comune per rivalutare al meglio il destino di una così vasta superficie. I rari spicchi di territorio liberi dal cemento non devono essere “riempiti” con lo stesso metodo utilizzato negli ultimi anni».
L’alternativa è uno stop al consumo di suolo in favore di un’implementazione del verde «Le aree dismesse potrebbero essere convertite in spazi alberati e giardini – suggerisce Agostini – con la creazione di una fascia verde tra la metropolitana che scorrerà a fianco dell’attuale linea ferroviaria ed il resto della città».
Legambiente e residenti hanno presentato le loro osservazioni ed adesso attendono con trepidazione le prossime mosse di Palazzo Tursi. «L’amministrazione ha cominciato ad esaminare le osservazioni al PUC riguardanti tutto il territorio genovese – conclude Agostini – e dovrà rispondere con controdeduzioni che ne decreteranno l’accoglimento oppure il rigetto. Solo allora potremmo fare le opportune valutazioni. Da questo punto di vista siamo fiduciosi che le nostre istanze arrivino dentro al consiglio comunale, visto che alcuni consiglieri di Sel, Lista Doria, Fds, M5S si sono dichiarati d’accordo con le posizioni espresse da Legambiente e Comitato di cittadini».
D’altro canto la posizione del Comune rimane ben salda, ancorata all’indirizzo urbanistico individuato dal PUC preliminare «Il vicesindaco Bernini non ha mostrato un’apertura in questo senso – afferma il portavoce del Comitato, Sabina Leali – Noi comunque andiamo avanti e proveremo a diffondere le nostre idee. L’amministrazione afferma che, ancora non ci sono progetti in ballo. Appunto per questo, il comitato intende muoversi per tempo, provando ad incidere sul processo decisionale prima che sia troppo tardi. Il nostro, a priori, non è un atteggiamento di chiusura totale, semplicemente vorremmo delle opere e dei servizi utili per il quartiere ed i suoi abitanti».
«Come ho pubblicamente dichiarato, anche in questo caso e ciò vale per l’intero PUC, ci saranno dei percorsi partecipati con i cittadini – risponde il Vicesindaco Bernini – Le osservazioni sono state, quasi totalmente, esaminate. E le controdeduzioni sono in via di definizione. A partire da aprile cominceranno i momenti di riflessione pubblica. Prima sul piano delle aziende RIR e poi sul PUC. Io conto di portare il nuovo PUC in consiglio comunale entro il prossimo dicembre».
LA POSIZIONE DEL MUNICIPIO
Quando i residenti, riunitesi in comitato, hanno manifestato preoccupazione per il destino della zona «Mi sono immediatamente prodigato affinché si svolgesse un incontro con la cittadinanza, alla presenza del Vicesindaco Bernini», sottolinea il presidente del Municipio Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante.
Ad oggi, nessuna proposta progettuale per Piazza Terralba e Piazza Giusti è stata avanzata, tiene a precisare Ferrante e dunque, dal momento che il PUC non è ancora stato approvato in via definitiva «Esiste la possibilità di intervenire per decidere, tramite un’accorta valutazione all’interno del consiglio comunale, le funzioni urbanistiche ammesse e gli indici di edificabilità previsti».
Tradotto in altri termini: è all’interno della Sala Rossa di Palazzo Tursi che si gioca la partita più importante. E questo vale per tutto il territorio genovese.
«Io ho già convocato una commissione municipale sul tema – continua Ferrante – Alla quale ho invitato i tecnici dell’ex Urban Lab, a suo tempo impegnati nella stesura del preliminare di PUC, in modo tale da fornire ai consiglieri di municipio tutti gli elementi necessari sulle aree in questione».
Il Municipio Bassa Valbisagno, dapprima si relazionerà con i tecnici, in seguito «Stiamo pensando di realizzare un documento da inviare al Comune per chiedere una qualche forma di tutela sui parchi ferroviari – afferma Ferrante – Per intenderci, vogliamo evitare il rischio di trovarci a fare i conti con l’opportunità di costruire palazzoni o altre strutture inadeguate al contesto». In pratica, l’azione del Municipio sarà rivolta a stimolare i consiglieri comunali affinché si impegnino a fondo sulla rivisitazione delle funzioni ammesse in Piazza Terralba e Piazza Giusti.
Senza dimenticare che stiamo parlando di un’area privata, di conseguenza «L’interesse pubblico potrà essere salvaguardato soltanto trovando un accordo con il soggetto privato – precisa Ferrante – FS concederà la disponibilità di un paio di binari a favore del prolungamento della metropolitana fino a Piazza Martinez, in cambio di una valorizzazione delle aree. Ma non può essere uno scambio impari, ovvero l’amministrazione non deve lasciare mano libera a FS».
Il Comune non ha chissà quanti mezzi per incidere sul futuro delle aree urbane private «Uno di questi è proprio il PUC, vale a dire lo strumento fondamentale che permette di individuare quale modello di sviluppo si vuole dare alla città – conclude Ferrante – Quindi ha perfettamente ragione il Vicesindaco: bisogna applicarsi a fondo sul tema della pianificazione urbanistica. Spero che anche gli organi di informazione possano risultare utili in questo senso, magari stando con il fiato sul collo del consiglio comunale, invitandolo a lavorare alacremente».
Matteo Quadrone