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L'approfondimento con il presidente di Amiu Marco Castagna sullo stato di salute della discarica genovese dopo la tristemente famosa emergenza percolato di quest'inverno. L'azienda e le istituzioni sanno che senza un pronto intervento l'anno prossimo si ripresenteranno gli stessi identici problemi
Finite le grandi piogge, con l’approssimarsi della bella stagione è terminato anche l’allarme percolato a Scarpino che nei mesi scorsi aveva attirato l’attenzione e la preoccupazione di tutta la città. Mentre gli esperti chiamati in causa da Amiu stanno continuando il lavoro che porterà alla messa sicurezza definitiva di Scarpino 1, la parte vecchia della discarica chiusa da una ventina di anni, la partecipata del Comune ha presentato una prima bozza del piano strategico di messa in sicurezza dell’emergenza, sempre relativa a Scarpino 1, e di nuova gestione dei rifiuti per quanto riguarda Scarpino 2, che la stessa Regione ha definito discarica strategica all’interno del piano dei rifiuti liguri.
«Non si tratta di un vero e proprio piano industriale – precisa il presidente di Amiu, Marco Castagna – che abbiamo temporaneamente congelato e che vedrà la luce nel mese di giugno, quanto piuttosto di una road map per la messa in sicurezza di Scarpino che lunedì pomeriggio presenteremo in sede di conferenza di servizi preliminare». Controllo del percolato, potenziamento della raccolta dell’umido e nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti, oltre naturalmente alla definitiva messa in sicurezza delle discariche di Scarpino 1 e 2, sono i punti cardinali di questo percorso di uscita delle emergenze di cui il sindaco Marco Doria è già stato messo a conoscenza.
«Il presupposto del nostro piano – spiega Castagna – è che Scarpino 1, ovvero la vecchia discarica che ci sta dando i maggiori problemi, venga trattata definitivamente come sito dismesso e segua il percorso sulla messa in sicurezza permanente dei siti industriali dismessi». Di conseguenza, anche i flussi di percolato dovranno essere distinti e dovrà essere potenziata la capacità di convogliamento di percolato. «Per quanto riguarda il percolato – aveva detto martedì l’assessore Garotta in Consiglio comunale, rispondendo a un articolo 54 posto dal capogruppo di Lista Doria nonché membro storico degli Amici del Chiaravanga, Enrico Pignone – va ricordato che l’emergenza sversamenti è cessata lo scorso 11 aprile e attualmente, la vasca di accumulo presenta un livello inferiore di 3 metri a quello di massimo contenimento».
Nel breve periodo, per evitare che il prossimo autunno si verifichino nuove situazioni allarmanti, prosegue il lavoro di regimentazione della acque piovane, attraverso la realizzazione di appositi pozzi, e l’impermeabilizzazione delle coperture per evitare la contaminazione del percolato. Ma le novità più importanti riguardano il noleggio di due impianti mobili di trattamento del percolato, che consentiranno di gestire eventuali esuberi di liquami per circa 100 metri cubi l’ora, e la “prenotazione” di una quantità di percolato smaltibile in altri impianti. «Dal momento che le aziende che smaltiscono percolato vendono in anticipo le quote di materiale che possono trattare – specifica il presidente di Amiu – ci siamo dovuti muovere tempestivamente con un’apposita gara che ha fissato la cifra massima intorno ai 7 milioni di euro spendibile nei prossimi due anni. Ma naturalmente pagheremo solo per la quantità di percolato che smaltiremo effettivamente: la speranza è che possa essere pressoché nulla». E se tutto ciò non dovesse ancora bastare sono pronte altre due vasche di accumulo temporaneo in grado di aggiungere ai 15 mila metri cubi già contenibili un’ulteriore capacità complessiva di quasi 3 mila metri cubi.
In parallelo, sempre per quanto riguarda Scarpino 1, dovrà essere predisposto un piano più articolato di messa in sicurezza definitiva che tenga conto degli studi del pool di esperti che sta prendendo in esame l’opportunità di realizzare un impianto di trattamento di percolato direttamente nella discarica o in una zona più a valle.
Il secondo punto fondamentale del piano di uscita di Amiu dall’emergenza riguarda, invece, un nuovo sistema di gestione di Scarpino 2, che dovrà sostanzialmente annullare la produzione di percolato e punterà sul potenziamento spinto della raccolta e del trattamento della frazione organica, indispensabile per ottenere il via libera della Regione all’autorizzazione per continuare a operare a Scarpino ampliando i volumi della superficie utilizzabile.
«Dobbiamo raccogliere l’umido e smaltirlo separatamente» spiega ancora Castagna. «Partiremo quindi con una campagna intensiva di potenziamento della raccolta dell’organico presso le grandi utenze commerciali (alberghi, ristoranti, fruttivendoli…NdR) passando entro la fine dell’anno dalle attuali 600 a circa 2600. Poi, potenzieremo la raccolta nei quartieri già raggiunti dai cassonetti marroni mentre nel corso del 2015 la estenderemo a tutta la città». L’umido così prelevato verrà conferito a impianti fuori regione, in attesa che a fine 2017 entri in funzione il nuovo biodigestore. Nel frattempo, a luglio 2015 arriveranno due nuovi impianti di separazione secco/umido per quanto riguarda la raccolta indifferenziata che verranno posizionati nella aree Volpara e Rialzo per un importo complessivo di circa 4,5 milioni di euro.
C’è, tuttavia, ancora un elemento, sollevato dall’edizione genovese di Repubblica, che potrebbe preoccupare e riguarda il pericolo frane del terreno di Scarpino impregnato d’acqua. La questione si riferisce in particolare a due specifiche richieste inoltrate dalla Provincia ad Amiu un paio di mesi fa. La prima riguardava un nuovo piano di gestione dell’emergenza dal punto di vista dei livelli di criticità e relative informazioni agli enti a cui l’azienda ha già ottemperato. La seconda, invece, impegnava la partecipata a una verifica della quantità di acqua contenuta all’interno del corpo della discarica ai fini di una valutazione di stabilità della stessa.
«Premesso che la discarica è costantemente monitorata sotto questo punto di vista e che anche nei periodi di maggiori piogge il terreno non si è spostato di un millimetro – specifica il presidente Castagna – abbiamo consegnato alla Provincia uno studio che noi stessi abbiamo ritenuto parziale. Nei 60 giorni che ci venivano dati a disposizione, infatti, non potevamo far altro che utilizzare gli strumenti di rilevazione attualmente posizionati in discarica che, però, sono limitati e non ci forniscono una fotografia globalmente attendibile. Abbiamo perciò fatto una gara per dotarci di nuovi piezometri che andremo a posizionare nelle prossime settimane per avere a settembre un quadro più globale e completo».
Simone D’Ambrosio