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Corrado Bedogni, direttore generale Asl3, afferma: il Padre Antero Micone continuerà a funzionare per gli interventi di bassa complessità, l’alta complessità e l’urgenza saranno concentrate al Villa Scassi, in attesa del famoso ospedale del Ponente
La direzione dell’Asl 3 non vuole sentire parlare di tagli, chiusure e accorpamenti, ma piuttosto di semplice riorganizzazione delle attività. Fatto sta che – dopo l’ospedale Gallino di Pontedecimo – questa volta le trasformazioni toccano l’ospedale Padre Antero Micone, un presidio strenuamente difeso dalla popolazione del Ponente ma destinato a diventare sempre più periferico rispetto al Villa Scassi di Sampierdarena.
«Io comprendo perfettamente che i residenti siano affezionati al proprio nosocomio e abbiano timore di perdere servizi sul territorio – spiega a Era Superba, Corrado Bedogni, direttore generale dell’Asl 3 – Però, solo se riusciremo a farlo funzionare al meglio potremo dare delle risposte. Oggi servono posti letto per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana, bisogna implementare le attività ambulatoriali e gli interventi chirurgici in week e day surgery, garantire l’attività di urgenza e la grande complessità. Lo possiamo fare soltanto immaginando gli attuali tre presidi (Villa Scassi, Micone e Gallino) come un unico grande ospedale, con la suddivisione dei ruoli di ognuno. Almeno fino a quando non sarà realizzato l’ospedale del Ponente».
Dunque, per quanto concerne la riorganizzazione dell’area chirurgica, la linea è la seguente: emergenza e alta complessità al Villa Scassi di Sampierdarena; gli interventi programmabili, ovvero week e day surgery (con dimissione del paziente il giorno stesso o entro 5 giorni) e l’attività di elezione ambulatoriale sul Gallino di Pontedecimo e il Micone di Sestri Ponente. Quest’ultimo, a stretto giro di posta perderà anche Neurologia che traslocherà al Villa Scassi, precisamente nel nuovo padiglione 9 bis. E poi si va verso l’accorpamento dei laboratori di analisi e di Anatomia Patologica.
«A Sestri stanno continuando a smantellare l’ospedale come previsto nei piani aziendali – accusa Mario Iannuzzi, segretario del sindacato autonomo Fials – Finora, la chiusura di Neurologia è slittata a causa dei ritardi nella realizzazione del padiglione 9 bis del Villa Scassi». Insomma, secondo la Fials, sia il Micone di Sestri, sia il Gallino di Pontedecimo «Dovrebbero diventare cosiddetti “ospedali di giorno”, mentre tutta la degenza finirà nell’ospedale di Sampierdarena, già congestionato. Nel frattempo Regione e Asl 3 continuano a promettere l’ospedale del Ponente. Oggi a Sestri si svolge soprattutto attività ambulatoriale. Una sorta di casa salute, sul modello Fiumara, con in più qualche degenza. Non è più un ospedale, anche se così viene definito. È sopravvissuta una parte di degenza di Medicina generale, Otorino e Oculistica che saranno potenziate e resiste la Cardiologia: l’unico motivo che giustifica ancora l’apertura del Micone».
Proprio nell’ottica di una suddivisione dei tre presidi che allo stato attuale garantiscono il servizio sanitario nel Ponente e in Val Polcevera, la direzione dell’Asl 3 ha deciso di potenziare Oculistica e Otorino a Sestri Ponente «Due specialità importanti, su cui da tempo l’azienda ha puntato, che fanno da richiamo e consentono di abbattere le fughe dei pazienti fuori regione – spiega Bedogni – Parliamo di oltre 3000 interventi all’anno di cataratta, ad esempio. E su questo fronte al Micone aumenteranno le sedute operatorie sia di Oculistica che di Otorino».
In merito all’attività chirurgica «A Sestri abbiamo mantenuto la seduta pomeridiana di chirurgia ambulatoriale che si affianca all’attività ambulatoriale della Fiumara e del Gallino», precisa il direttore generale dell’Asl 3. Inoltre, al Padre Antero Micone «È presente anche una forte attività ortopedica della Gost, società privata presieduta dal dott. Ferdinando Priano, che sarà aumentata. E la Cardiologia che risulta molto utile perché fa da back up a Sampierdarena. L’attività cardiologica di urgenza, invece, va concentrata e potenziata al Villa Scassi per dare risposte migliori nel più breve tempo possibile. Diciamo che il nocciolo duro dell’attività del Micone sarà rappresentato da Cardiologia, Otorino, Oculistica e Ortopedia. Poi l’attività chirurgica in week e day surgery. Senza dimenticare che rimarrà la medicina generale».
Infine, sottolinea Bedogni «Non rispondono al vero le voci sul trasferimento del laboratorio di analisi. È corretto affermare che si va sempre di più in direzione di una concentrazione di queste strutture, infatti, stiamo già realizzando degli accorpamenti che ci consentono di risparmiare risorse e recuperare personale per altri servizi. Allo stesso tempo, però, occorre ribadire che così non andiamo ad incidere sul servizio al cittadino. In altri termini, il paziente potrà continuare ad eseguire i prelievi nei diversi presidi ospedalieri: saranno le analisi a viaggiare e non il paziente». Una centralizzazione che riguarda anche i laboratori di Anatomia Patologica, dunque pure quello di Sestri «Ma ripeto, i cittadini neppure se ne accorgeranno – insiste il direttore generale dell’Asl 3 – Grazie alle nuove opportunità informatiche pensiamo che a partire da ottobre il cittadino che farà richiesta potrà leggere i dati di laboratorio che lo riguardano direttamente online».
Dal punto di vista della popolazione queste riorganizzazioni vengono vissute come un depauperamento del servizio sul territorio. È innegabile che segnali come la chiusura del Pronto Soccorso (PS) a Sestri e Pontecimo siano interpretati in questo senso. «Ma al Micone e al Gallino abbiamo mantenuto due Punti di Primo Intervento», risponde Bedogni. Sì, ma ore 8-20, dal Lunedì al Venerdì.
«Bisogna ricordare che il 118 indirizza il paziente nella struttura più preparata – continua Bedogni – Se il cittadino autonomamente si reca all’ospedale di Sestri o Pontedecimo, comunque gli viene garantita l’assistenza. Viene stabilizzato e poi, in caso di urgenza, viene trasferito al Villa Scassi». Secondo la Fials, invece «Il Pronto Soccorso di Micone e Gallino è praticamente disattivato, però, lo tengono aperto 24 ore solo per motivi politici, chiamandolo Punto di Primo Intervento».
In effetti, come conferma Bedogni «L’attività di elezione del Pronto Soccorso e l’urgenza l’abbiamo concentrata su Sampierdarena. Non saremmo riusciti a mantenerla su 3 diversi presidi. Ma negli ultimi due anni abbiamo potenziato il PS di Sampierdarena, dove si fornisce la risposta più elevata, grazie alla presenza di cardiologi, ortopedici e chirurghi. Sono innegabili i problemi strutturali, ma va dato atto all’Asl 3 di esser intervenuta positivamente. Basti pensare che la presenza fissa del cardiologo nel PS permette di indirizzare al meglio i pazienti verso le destinazioni più idonee».
Tornando al discorso sull’area chirurgica, in sostanza mi sta dicendo che tutta l’attività complessa sarà concentrata al Villa Scassi?
«Quando parliamo di interventi chirurgici complessi, dove c’è la necessità di rianimazione, questi si eseguono soltanto a Sampierdarena – risponde Bedogni – A Sestri e Pontedecimo, infatti, non c’è la rianimazione. Nei casi in cui è necessaria un’adeguata assistenza post chirurgica è evidente che possiamo garantirla solo al Villa Scassi. Poi rimane una grossa fetta di interventi chirurgici che si continueranno a fare a Sestri. Ma certo non si possono eseguire interventi di alcune specialità, ad esempio Urologia, oppure Chirurgia Vascolare. A Sestri, ma pure a Pontedecimo, si continuerà a fare quello che si è fatto fino ad oggi. Abbiamo provveduto a riorganizzare l’attività, però, i presidi ospedalieri rimangono operativi».
La pensa diversamente il sindacato autonomo Fials «Per qualsiasi attività di una certa complessità oggi c’è solo il Villa Scassi – spiega il segretario Iannuzzi – Se l’azienda sanitaria avesse voluto mantenere dei veri e propri presidi ospedalieri a Sestri e Pontedecimo avrebbe potuto studiare una migliore suddivisione dei ruoli. Le specialità di base con particolare riferimento alla popolazione anziana (come Pneumologia, Cardiologia, Urologia, Neurologia) potevano rimanere al Micone e al Gallino, mentre le altre specialità con un grado maggiore di complessità e le urgenze, potevano essere concentrate al Villa Scassi».
D’altra parte, è innegabile che il Villa Scassi non possa sopportare l’attuale bacino di utenza «È un ospedale in sofferenza – spiega Emilio De Luca del sindacato Uil – Era nato per un bacino di utenza di 150 mila persone, mentre adesso risponde alle esigenze di 350 mila cittadini, in pratica la metà della popolazione genovese. Si tratta di una struttura desueta che andrebbe completamente rimessa a nuovo con una spesa oggi insostenibile. Oppure realizziamo finalmente l’ospedale del Ponente. A quel punto potremo sorpassare i piccoli ospedali come Gallino e Micone. Trasformandoli in ospedali di distretto». Vale a dire strutture in cui offrire servizi sanitari aperti 7 giorni su 7, sulle 24 ore, con medici di medicina generale, specialisti, pediatri di libera scelta, ecc. «Parliamo del famoso potenziamento della territorialità», sottolinea De Luca.
Ma questo percorso potrà partire solo dopo la realizzazione dell’ospedale del Ponente?
«No, secondo noi si può già partire – afferma il rappresentante sindacale Uil – Tenendo conto che esistono dei presidi come quello di Recco, oggi denominato casa salute, che potrebbe diventare un esempio di ospedale di distretto. E potremmo iniziare anche con Gallino e Micone. La Regione e i sindacati confederali stanno portando avanti questo discorso. Abbiamo siglato un accordo a dicembre 2012 che dovrebbe sfociare, speriamo a breve, in un atto della Giunta regionale che vada verso il potenziamento dell’assistenza domiciliare e la creazione degli ospedali di distretto».
In materia di servizio sanitario «Stiamo assistendo ad un cambiamento di direzione a livello nazionale – spiega Bedogni – I posti letto (pl) così come erano concepiti in passato, oggi contano meno. Quello che conta è dare assistenza domiciliare e potenziare i servizi territoriali. Fondamentale diventa la tipologia dei posti letto. Al Gallino, infatti, abbiamo trasformato dei pl di Cardiologia in pl di lungodegenza, cercando di adattarci alla tipologia dei pazienti. In Liguria la popolazione anziana è molto numerosa e dunque occorre dare risposte in tal senso. È per questo motivo che abbiamo concentrato l’attività più complessa e costosa sul Villa Scassi, mettendo le altre attività di minore complessità sui due ospedali di Sestri e Pontedecimo. Noi immaginiamo i 3 attuali presidi come un ospedale unico, seppure fisicamente diviso».
Quindi è corretto affermare che andiamo verso una trasformazione di queste strutture – Micone e Gallino – in una sorta di case salute, quindi con attività esclusivamente ambulatoriali, con l’aggiunta di alcuni posti letto?
«Per adesso sono presidi ospedalieri con letti di degenza – risponde il direttore generale dell’Asl 3 – Ma indubbiamente lavoriamo, come le dicevo pocanzi, per adattarli all’attuale richiesta, ovvero fornire pl per lungodegenti in modo tale da decongestionare i reparti di medicina e chirurgia. Questa è la linea che seguiremo a Sestri. Inoltre, in prospettiva dobbiamo aumentare l’attività ambulatoriale sui presidi periferici e concentrare l’attività per acuti con elevata complessità al Villa Scassi. La trasformazione di Micone e Gallino in case salute probabilmente sarà realizzabile soltanto quando la presenza dell’ospedale del Ponente potrà garantire una risposta diversa e complementare».
Matteo Quadrone