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L'unico sacrificio che la Manovra impone alla politica è il taglio dei gettoni ai consiglieri e ai presidenti dei municipi. Anche nella politica a pagare sono i più deboli... Ne abbiamo parlato con il presidente Municipio Ponente Mauro Avvenente
“Noi siamo l’anello più debole della catena di rappresentanza. Quelli che lavorano il sabato e la domenica…” Sono le parole di Mauro Avvenente presidente del Municipio Ponente; con lui abbiamo parlato della decisione del governo Monti di tagliare rimborsi e gettoni a presidenti e consiglieri municipali, unico provvedimento preso per far fronte agli eccessivi costi della politica.
E la riflessione sorge spontanea: se nella società italiana a pagare il prezzo più alto della manovra sono i ceti deboli, anche per la politica vale lo stesso identico discorso.
In Parlamento troviamo i privilegi e i rimborsi intatti, i consiglieri regionali hanno rinunciato al vitalizio ma a partire dalla prossima legislatura (quindi a partire da altre persone), e nessuno ha toccato i compensi di consiglieri e assessori comunali… Ma i Municipi si, lì era necessario intervenire in tutta fretta.
“Gli incarichi a livello municipale – ha dichiarato Monti- non sono previsti dalla Costituzione e quindi la loro attività è da considerarsi esclusivamente a titolo onorifico e non fonte di indennità o gettoni di presenza.” In sintesi, da ieri, i consiglieri e i presidenti dei 9 Municipi di Genova lavoreranno gratis.
“Perché per rispetto dei cittadini devi essere sempre presente – continua Avvenente – E’ un lavoro particolare e che richiede dedizione a tempo pieno. Eppure in questi anni nonostante le ristrettezze economiche abbiamo fatto il possibile. La manovra del nuovo governo colpisce i soliti noti. E questo vale per la categoria dei pensionati ma anche – per quanto riguarda i costi della politica – per le piccole realtà come i Municipi.”
“Il gettone di presenza per il consigliere di municipio equivale a 34 euro netti a seduta. Parliamo mediamente di 1 seduta di consiglio e 2 sedute di Commissioni al mese. Sono cifre alquanto risibili. La mia indennità di presidente è di 2200 euro al mese per 12 mensilità. Per 4 anni abbiamo razionalizzato le sedute di Consiglio e Commissioni senza soffocare la democrazia. In questo modo le risorse risparmiate, 37-40 mila euro all’anno, le abbiamo investite sul territorio in progetti rivolti alle fasce sociali più deboli come anziani e disabili ad esempio. Oppure sono state impiegate in opere di riqualificazione”.
In questi giorni i presidenti dei 9 municipi si sono incontrati: “I parlamentari liguri ci hanno promesso di impegnarsi sulla questione.
Perché un conto è eliminare le circoscrizioni nelle piccole città. Un altro discorso è gestire territori complessi come ad esempio quello di Genova, i municipi dovrebbero essere salvati almeno per quanto riguarda le città metropolitane. Perché, parliamoci chiaro, svuotare questi organismi dall’interno vuol dire eliminarli: chi farà più politica nei quartieri senza la garanzia neppure di un semplice rimborso spese?”
“Il Municipio ha rappresentato un punto di riferimento per la cittadinanza. Siamo un amplificatore della voce dei cittadini. I cittadini proprio in un momento difficile come questo hanno bisogno di sentire la politica vicina a loro. Secondo me è una scelta inopportuna. E di queste realtà si sentirà la mancanza.”
Matteo Quadrone