Per la Tari di quest'anno non meglio precisati risparmi di Amiu hanno coperto i costi extra per il trasporto dei rifiuti fuori regione. Ma nel 2014 i mesi di chiusura della discarica sono stati soltanto tre... Cosa accadrà il prossimo anno? Proviamo a fare chiarezza
Tasi (tassa sui servizi indivisibili, sostanzialmente la discendente della vecchia Imu) invariata e Tari (tassa sui rifiuti) aumentata di una manciata di euro. L’assessore al Bilancio, Francesco Miceli, ha confermato ieri in Consiglio comunale le indiscrezioni già circolate nei giorni scorsi sulla stampa locale. I genovesi potranno, dunque, versare tranquillamente entro il 16 giugno l’acconto Tasi; tempi più lunghi, invece, per la Tari, per cui arriveranno a casa i bollettini probabilmente con scadenze simili a quelle dello scorso anno (la prima rata per le utenze domestiche scadeva il 31 ottobre). L’annuncio dell’assessore al Bilancio è un’occasione per fare il punto sul delicato tema rifiuti, analizzandolo soprattutto dal punto di vista economico. Quanto costa oggi e quanto costerà domani ai genovesi la chiusura di Scarpino e il relativo trasporto dei rifiuti fuori regione? Nella prossima bolletta gli aumenti saranno quasi impercettibili… Proviamo a fare chiarezza.
Per legge il gettito complessivo della tassa deve essere sufficiente da solo a coprire tutti i costi del servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura sul territorio cittadino. Per sapere quanto dovremo pagare quest’anno bisogna anche in questo caso aspettare l’approvazione delle delibere collegate al bilancio preventivo ma è ormai certo che gli aumenti rispetto al 2014 saranno contenuti nell’ordine di una decina di euro e non riguarderanno tutti i contribuenti. «Nel 2014 – precisa l’assessore Miceli – il gettito complessivo della Tari è ammontato a 126,552 milioni di euro mentre quello del 2015 sarà di 126,555 milioni: una differenza quasi impercettibile». Gli aumenti della bolletta, infatti, dipenderanno solo da una riduzione delle superfici tassabili: in altre parole, meno genovesi soggetti alla tassa e, quindi, importi un po’ più alti per chi deve pagare. «Semplificando con un esempio – spiega Miceli –vuol dire che se prima la tariffa la pagavano in 1000, ora gli stessi costi vanno ripartiti tra 950 persone a causa di maggiori abitazioni o esercizi commerciali sfitti».
E Scarpino? L’assessore al Bilancio annuncia che per quest’anno i maggiori costi sono stati sostanzialmente coperti da non meglio precisate operazioni di «efficientamento complessivo di Amiu che hanno permesso di ottenere risparmi che sostanzialmente hanno azzerato i costi extra». Certo, sulla Tari 2015 incidono solo i trasferimenti fuori Regione del 2014: meno di tre mesi per un ammontare complessivo stimabile attorno ai 6 milioni di euro. «Si tratta all’incirca del 5% dei costi complessivi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti – dice il presidente di Amiu, Marco Castagna – un risparmio assolutamente in linea per un’azienda che si vuole innovare e rinnovare come Amiu, dato da maggiori ricavi e vari interventi di ottimizzazione del servizio».
In realtà i risparmi annunciati sono al momento solo una previsione e saranno frutto di un mix di aumento di ricavi e maggiore attenzione ai costi che Amiu si è impegnata a produrre in atti concreti nel nuovo corso, parallelo alla realizzazione dell’ormai famoso nuovo piano industriale (qui l’ultimo approfondimento). In sostanza, i maggiori costi sostenuti nel 2014 per il trasporto dei rifiuti fuori Regione non verranno coperti da maggiori versamenti del Comune, e quindi dei cittadini, nelle casse della partecipata ma saranno ammortizzati direttamente dall’azienda attraverso un potenziamento del business proveniente dalla raccolta differenziata, il reintegro di alcune attività prima date in outsourcing e altri accorgimenti di razionalizzazione di costi interni.
Un risparmio che potrebbe anche diventare strutturale e ripetersi negli anni a venire, soprattutto se si riuscirà a dare un’importante accelerata alla realizzazione del nuovo piano industriale che consentirà un approccio diverso al mondo dei rifiuti, non più visti come spazzatura ma come risorsa da riutilizzare.
Ma che cosa succederà nel 2015 quando i mesi di conferimento dei rifiuti fuori Liguria da coprire saranno molti di più? La stangata sulla bolletta è solamente rinviata di un anno? «Sicuramente i costi del servizio del 2015 saranno maggiori perché sono di più i mesi di esercizio fuori Regione – ammette Castagna – ma è impossibile parlare di quanto questi si rifletteranno sulla Tasi del 2015: intanto non sappiamo ancora quando potremo riaprire Scarpino e poi bisognerà vedere in quanti anni decideremo di spalmare questi maggiori costi perché non è certo pensabile che vengano coperti tutti l’anno prossimo». Volendo azzardare delle cifre si potrebbe dire che, a parità di risparmi di Amiu e se malauguratamente Scarpino dovesse rimanere chiusa per tutto il 2015, i maggiori costi da coprire si aggirerebbero attorno ai 23 milioni di euro (2,5 milioni al mese a cui vanno sottratti circa 7 milioni di presunti risparmi). Ma si tratta di un puro esercizio di stile perché, come tiene a sottolineare l’assessore all’Ambiente, Italo Porcile, «stiamo parlando di poste troppo variabili, su cui incidono i valori di mercato e intrecci molto più articolati di vari bilanci».
Quello che è certo è che il famoso “costo di chiusura di Scarpino” potrebbe essere trasformato in una pillola più piccola da ingoiare perché dilazionata su diversi anni, una pillola su cui incide anche la scure degli improcrastinabili interventi previsti dal nuovo piano industriale (nella Tari di quest’anno rientra solo una piccola quota di lavori di messa in sicurezza della discarica di Scarpino) e che non si sa ancora come verranno finanziati.
Per quanto riguarda la Tasi, invece, sembra non cambiare nulla. E non poteva essere diversamente. Nel 2014, infatti, il Comune di Genova aveva applicato l’aliquota massima sulla prima casa, pari al 3,3 per mille (qui l’approfondimento). Invariato anche il sistema delle detrazioni in funzione della rendita catastale dell’immobile di proprietà e dei figli a carico. «La normativa nazionale – ha detto Miceli – prevede che nel caso non sia stata ancora approvata la delibera di definizione delle aliquote della Tasi per l’anno in corso (situazione in cui ricade il Comune di Genova, ndr), l’acconto sia uguale a quello dell’anno precedente, se non sono intervenute variazioni di possesso immobiliare. Qualora i Comuni approvassero successivamente aliquote diverse, le modifiche interverrebbero sull’importo del conguaglio». Una situazione, tuttavia, che non si dovrebbe verificare per i genovesi dato che l’assessore ha sottolineato l’intenzione dell’amministrazione di confermare in tutto e per tutto gli importi del 2014 nella delibera di quest’anno che anticiperà l’approvazione del bilancio.
Via libera, dunque, ai pagamenti degli acconti. Per i cittadini che volessero un’ulteriore conferma, il Comune mette a disposizione un calcolatore automatico degli importi dovuti (qui), numero verde (800184913) e indirizzo e-mail (tasionline@comune.genova.it) per chi volesse chiarimenti specifici e, infine, un servizio di calcolo e stampa dell’F24 per il versamento previo appuntamento all’Ufficio IMU/TASI di via di Francia 3 – 2° piano (Matitone) da fissare chiamando il numero verde.
Brutte notizie, invece, per chi sperava nel fondo di solidarietà per le famiglie in maggiore difficoltà economica. Il sostegno approvato lo scorso anno dal Consiglio comunale per rispondere alle pressanti istanze dei sindacati non è mai stato finanziato. La situazione critica delle casse comunali sembra non consentire l’introduzione di fatto di questo strumento perequativo neppure per quest’anno. La conferma, comunque, arriverà solo dal bilancio preventivo 2015 che, con tutta probabilità, si voterà a fine luglio. «Se nel Consiglio dei Ministri convocato giovedì – spiega l’assessore Miceli – il governo dovesse dare il via libera alle compensazioni ai Comuni per i mancanti introiti dovuti al cambiamento Imu – Tasi (che per Tursi al momento significano 27,5 milioni in meno a disposizione nel bilancio annuale, ndr) il discorso potrebbe essere riaperto».
Simone D’Ambrosio