Lo studio presentato da Comune, Regione e Università finalizzato a quantificare l'effettivo utilizzo della tariffa integrata bus - treno in ottica mantenimento del biglietto unico. Ma non solo, i dati forniscono spunti per riflettere sull'utilizzo dei trasporti a 360 gradi
Un’indagine per definire quale sia la ripartizione della moblità a Genova per quanto riguarda il Trasporto Pubblico Locale. Uno studio sulla domanda di mobilità da parte dei cittadini genovesi, in particolar modo finalizzato a quantificare l’effettivo utilizzo della tariffa integrata bus – treno. Un totale di 1500 rispondenti stratificati per età, municipio di residenza, condizione professionale e titolo di viaggio utilizzato. Questo, in sintesi, il documento presentato oggi a Tursi, dopo anni di discussioni sul mantenimento del biglietto integrato bus treno: «Volevamo avere una visione più chiara della situazione, uno studio in questo senso non era mai stato fatto», commenta l’assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco. «Ma la partita rimane molto complicata e lo studio si presta a diverse interpretazioni. È come se fosse finita in pareggio, i risultati non sono così netti e non determinano la decisione di interrompere o meno il servizio. A maggior ragione in ottica della nuova agenzia regionale per il trasporto pubblico, che senso avrebbe ora per Genova interrompere il servizio integrato? L’auspicio è quello di poter mantenere la situazione come è almeno sino alla nuova gara unica, un’occasione importante per ridisegnare il servizio, anche a livello regionale e non solo comunale».
Prima di addentrarci nei dati relativi alla tariffa integrata, è utile comprendere quanti sono i cittadini genovesi che ogni giorno utilizzano il Tpl. Stando alle stime, ogni mattina sarebbero 300.000 i genovesi che escono di casa e si immettono nel traffico, di questi circa 130.000 utilizzando il Tpl il restante a piedi o con il mezzo privato; nell’arco della giornata si stimano ulteriori 100.000 passeggeri per un totale che si aggirerebbe dunque intorno ai 230/250.000 passeggeri (bisogna tener conto, però, che ognuno di questi effettua in media due viaggi al giorno). Tornando al campione dei 1500 viaggiatori intervistati, il biglietto ordinario è il titolo di viaggio più utilizzato (57,6%), segue l’abbonamento annuale (27,8%) e gli abbonamento mensili/settimanali (14,6%).
«Volevamo dati oggettivi – commenta l’assessore comunale Anna Maria Dagnino – nel 2010 l’impostazione è cambiata radicalmente, prima il riparto delle risorse pubbliche da destinare a questo servizio era basato sulla percentuale di ricavi, poi si è stabilita una cifra forfettaria (8,5 milioni, ndr). In futuro potremo basarci su questi dati per rivedere le condizioni».
Il dato più atteso era dunque quello relativo all’utilizzo del servizio integrato: bene, i dati indicano che il 17% dei cittadini intervistati intervistati utilizza il trasporto integrato ferro – gomma. Troppo pochi? «Confesso che mi sarei aspettata un numero più alto di passeggeri – ha commentato Dagnino – l’integrato dimostra di avere un ruolo minoritario. Ma la domanda che ci poniamo è: chi mettiamo in crisi se tagliamo l’integrato? Il 17% che lo utilizza abitualmente e chi in caso di taglio del servizio passerebbe al mezzo privato, questo significherebbe un problema per l’intera comunità».
È importante sottolineare che i dati presentati risultano disomogenei per quanto riguarda le diverse zone della città. La tariffa integrata viene utilizzata nel Municipio Centro Est dal 14,9% degli intervistati, dal 12,4% nel Centro Ovest, il 13,1% nella Bassa Val Bisagno e il 10,4% nella Media Valbisagno. Ma i dati cambiano se ci spostiamo a ponente, ben il 39,9% utilizza il biglietto integrato nel Municipio Ponente e il 17,6% nel Medio Ponente. A Levante (dove aldilà della tariffa integrata risulta scarso l’utilizzo del treno per raggiungere il luogo di lavoro) il servizio è utile al 16,7% dei cittadini, 8,7% nel Medio Levante.
Per quanto riguarda l’età dei passeggeri che fanno uso del biglietto unico, bassa percentuale fra gli over 65 (6,4%), il 13% fra i minori di 20 vent’anni e il 22,5% tra i 20 e i 65 anni.
Lo studio mostra, infine, come si comporterebbero i cittadini che oggi utilizzano il biglietto integrato in caso di stop al servizio. Il 34,9% di loro utilizzerebbe comunque la stessa combinazione treno – bus anche senza biglietto unico, il 25,8% userebbe solo i mezzi Amt e il 19,4% solo il treno. L’8,50% utilizzerebbe esclusivamente il mezzo privato, il 7% alternerebbe il mezzo privato al treno e il restante 4,40% alternerebbe il mezzo privato ai mezzi Amt.