A dieci anni dalla prima proposta, il progetto per la realizzazione del Tunnel sotto il Porto di Genova viene definitivamente abbandonato. Sarebbe costato oltre 500 milioni di euro
La notizia è dei giorni scorsi, il Consiglio Comunale con 26 voti a favore ha liquidato la Tunnel di Genova S.p.A (formata da Comune di Genova, Autorità Portuale di Genova e Cassa e Depositi e Prestiti), ovvero la società a cui dieci anni fa lo stesso Comune aveva dato l’incarico di realizzare un’autostrada sottomarina capace di attraversare il Porto di Genova per collegare San Benigno alla Foce.
Ma chi di voi si ricorda il progetto del super-tunnel? Facciamo una decina di passi indietro.
La società Tunnel di Genova S.p.A. ricevette nell’aprile 2003 il progetto preliminare dalla società inglese High-Point Rendel, ovvero due gallerie circolari e parallele lunghe 720 metri da Calata Gadda a San Benigno fino ad una profondità di 35 metri; ogni galleria con tre corsie, ciascuna larga 3,75 metri, con l’uscita prevista all’altezza del mercato del pesce. La realizzazione del tunnel avrebbe anche dato il la ad un parcheggio sotterraneo di 3 piani per 3.000 auto e 60 bus. Il tutto per una cifra inizialmente stimata in 450 milioni di euro, poi cresciuta sino ai 520 milioni ipotizzati nel 2008.
Il primo intoppo arrivò già nel 2003 (ancora il Ministero delle Infrastrutture non aveva dato il via libera al progetto definitivo), quando l’ipotizzato abbattimento dello Yacht Club Italiano di Calata Gadda, dove il progetto prevedeva la viabilità in uscita del tunnel, si rivelò impossibile. Emerse infatti sul palazzo dello Yacht Club un vincolo di tipo immobiliare. Ma un’opera simile poteva essere frenata da un palazzo?
Si continuò a lavorare per impostare un project financing e quindi diminuire all’osso la parte di investimento pubblico. Il privato che avesse deciso di finanziare il tunnel avrebbe poi avuto la concessione per 50 anni con la possibilità di far gravare sui genovesi automobilisti subacquei una tassa di pedaggio dai 0,50 ai 2 euro. La progettazione preliminare costò alla società Tunnel di Genova 4 milioni di pubblici euro.
Nel 2005 il Ministero delle Infrastrutture approvò il progetto e un anno dopo, 2006, l’allora ministro delle infrastrutture e dei trasporti Antonio Di Pietro scrisse nel documento sulle “infrastrutture prioritarie”:
Nel sistema della grande viabilità urbana di Genova si inserisce il progetto del tunnel sottomarino/sotterraneo, attualmente in fase di progettazione preliminare, che attraversa il bacino del porto antico, ponendosi in alternativa alla esistente sopraelevata, migliorando il sistema dei collegamenti con l’area portuale, e realizzando una connessione diretta tra gli svincoli di Genova est ed ovest. Di grande valenza la possibilità di ridefinire il “waterfront” cittadino.
Lo stesso ministro suona la carica ancora una volta l’anno successivo, il 2007, con una lettera indirizzata al presidente dell’Anas dove si legge addirittura della “demolizione della Sopraelevata che rappresenta una reale, pesante cesura tra il centro storico della città e il suo porto“.
Il progetto, fortemente voluto tra i tanti dall’assessore della giunta Pericu e presidente della Tunnel di Genova Giancarlo Bonifai, rimane fermo un po’ in tutti i cassetti: Ministero, Cipe, Anas, Comune, Regione, Autorità Portuale… La nuova giunta Vincenzi, nella persona dello stesso sindaco, si dichiara però favorevole all’opera pur considerando prioritaria la realizzazione del Nodo di San Benigno (il progetto definitivo del nodo di San Benigno è stato approvato in conferenza dei servizi nell’agosto 2011 n.d.r.) e promuovendo da subito la realizzazione della Strada a mare di Cornigliano.
Una nuova luce di speranza, nonostante dall’altra parte dell’oceano stessero esplodendo mutui come fuochi d’artificio, arrivò dalla presa di posizione di Anas che nel 2008 fece intendere di voler assumere la postazione di comando per traghettare il progetto sino al defintivo “timbro” del Cipe che avrebbe dovuto promuovere definitivamente il Tunnel di Genova come opera di interesse nazionale.
Nell’agosto del 2010 la definitiva doccia fredda: nelle carte presentate da Autostrade alla Regione per la proposta progettuale della risistemazione viaria di Genova, il tunnel sottomarino non è neanche citato.
E arriviamo così allo scioglimento della società e all’accantonamento del progetto, in un tempo fatto di tagli e restrizioni, in cui sentir parlare di Tunnel della Manica in miniatura nel Porto di Genova fa quantomeno sorridere. La storia di questo progetto è la storia di un “vecchio mondo” che non c’è più, che non avrebbe potuto continuare a lungo a reggere un passo simile, un simile ritmo; un mondo dove anche a Genova era possibile immaginare una strada da 500 milioni di euro scorrere sotto al fondale marino…
Gabriele Serpe
PS Il viaggio andata e ritorno verso il sogno Tunnel di Genova è costato più di 5 milioni in dieci anni.
PS 2 Sono rimasti ancora alcuni nostalgici: “Il progetto del tunnel resta valido – sottolinea l’assessore al Bilancio Francesco Miceli – ma in questo momento non ci sono risorse per finanziare l’opera”.
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