Dopo gli interventi di riqualificazione delle alberature stradali cittadine, tra cui quello in Via Spinola del 2012, altri interventi restano bloccati dalla mancanza di fondi. Il punto sullo stato attuale con il contributo di Aster e Legambiente
A Genova ogni volta che si parla di verde pubblico, parchi, alberature cittadini, non si può evitare di sollevare le polemiche di molti: chi sostiene la necessità di un restyling del verde genovese, nella speranza di portare le auspicate migliorie; chi, dall’altro lato, difende gli spazi verdi, nel timore che gli interventi pubblici celino interessi privati che finirebbero solo per peggiorare la situazione. Nel corso degli ultimi anni si è messa in evidenza la problematica della messa in sicurezza delle alberature, con particolare attenzione alla situazione delle alberature stradali cittadine -in condizioni ambientali difficili-, e la necessità di manutenzione delle piante come buona pratica civica. Da qui, una serie di progetti di riqualificazione dei viali alberati, di salvaguardia degli esemplari malati e di successivo reimpianto. Ormai da tempo le amministrazioni, in un’azione coordinata con le squadre di Aster, hanno avviato una lenta ma costante opera di riqualificazione in varie aree della città: in alcune zone gli interventi sono già stati ultimati, altre ancora restano in attesa. Facciamo il punto con Giorgio Costa, responsabile del Settore Verde di Aster.
«In tutta Genova ci sono (su 100 mila totali) circa 20 mila alberature stradali vecchie: no, non antiche o storiche, ma vecchie. Si tratta di alberi piantati nel dopoguerra, che oggi sono ultra-cinquantenni, quasi sessantenni: già sono vecchi di per sé ma, essendo stradali (e quindi sottoposti a stress continuo, smog, inquinamento di vario tipo), invecchiano ancora prima del normale. Inoltre, all’epoca erano state piantate a distanza troppo ravvicinata e questo oggi causa dei problemi di sviluppo e di conflitto tra gli esemplari, che non hanno lo spazio necessario ad espandersi come dovrebbero. Tutto ciò comporta due problematiche principali: per prima cosa, ci sono problemi di sicurezza, per cui gli alberi instabili spesso sono stati piantati troppo vicini alle case. Per scongiurare rischi di crolli e cedimenti e per ridare alle piante lo spazio vitale di cui necessitano, è necessario effettuare frequenti e pesanti potature, ma questo finisce per indebolirle ulteriormente e innescare un circolo vizioso. Le piante potate, e perciò indebolite, risultano più soggette ad ospitare parassiti sulle radici, sul tronco e sui rami: si tratta di parassiti non visibili a occhio nudo e che non pregiudicano la fioritura della pianta e il suo fogliame, perciò da fuori si è portati a pensare che la pianta stia bene, mentre spesso è completamente invasa da questi parassiti, scavata e cariata all’interno. Il rischio di schianto è forte, e ultimamente aumenta purtroppo il numero delle vittime in seguito a incidenti di questo tipo. Per la manutenzione di queste alberature è necessario effettuare valutazioni di stabilità per individuare le piante che sono al limite e sostituirle con nuovi esemplari. Dalle nostre stime, circa il 10-30% delle attuali alberature stradali necessita di sradicamento e sostituzione. Questo sistema porterebbe al generarsi di buchi all’interno del paesaggio urbano, per colmare i quali è necessario procedere con il reimpianto di alberature che spesso sono, per forza di cose, diverse per tipologia e specie rispetto alle piante precedenti: in molti casi, al posto di piante ad alto fusto si inseriscono piante più piccole, che sono libere di crescere e svilupparsi più armoniosamente. I nostri interventi di reimpianto riguardano o tratti completi di strade, o intere vie, come nel caso del progetto di Via Spinola del 2012 (dove abbiamo sostituito ben 40 piante): questo, per dare uniformità al paesaggio urbano e non creare dissonanze sotto il profilo estetico, e anche per poter intervenire sul ridistanziamento delle alberature, che crescono così più velocemente».
Nel caso di Via Ambrogio Spinola ad Oregina, infatti, nell’ottobre 2012 sono stati effettuati interventi di recupero sugli alberi lato strada, sostituiti con altre piante a basso fusto. Gli alberi ad alto fusto, infatti, risultavano indebolite a causa degli agenti atmosferici e dell’inquinamento, ed erano a rischio stroncamento, con cavità nel tronco o nei rami. Inoltre, la crescita stentata a causa di potature di contenimento, dovute all’impianto troppo a ridosso della strada, e così via. Da parte di Aster e del Comune si sosteneva la validità della soluzione adottata, giustificando l’abbattimento delle piante stradali con l’intenzione di privilegiare piuttosto le specie vegetali idonee agli spazi disponibili e di sistemare in modo adeguato lo spazio per lo sviluppo naturale delle chiome senza necessità di potature. Inoltre, anche la realizzazione di posti auto utili per compiere le manovre di parcheggio senza danni ai tronchi delle piante. L’intervento di riqualificazione della via prevedeva, per Aster, la risistemazione ordinata dei filari di alberi, da posizionare ad una distanza regolare, tale da consentire l’adeguato sviluppo delle chiome. Sul lato strada, anche un archetto “para-alberi” per proteggere ogni nuova pianta. Per il completo reimpianto del viale sono stati piantati 41 alberi nuovi, in modo da favorire la messa in sicurezza della via dal rischio di stroncamenti degli alberi e dei rami e la riduzione del “danno” su finestre e muri dei palazzi limitrofi. Inoltre, un generale stato di miglioramento sotto il profilo paesaggistico, la riduzione degli interventi di potatura e l’abbattimento dei costi di manutenzione.
Commenta Costa: «Quello di Via Spinola è un esempio di intervento, che è stato strumentalizzato dalle associazioni di quartiere per far parlare delle problematiche che interessano il quartiere del Lagaccio, e che è stato avversato anche da Legambiente, che si è opposta strenuamente e inaspettatamente. In quel contest, le piante precedenti, colpite da funghi e fortemente indebolite, sono state sostituite con altre specie, e questo ha innescato meccanismi di protesta e resistenza da parte dei cittadini che, affezionatisi “ai tronchi” anziché alle piante, rivendicavano il legame affettivo e il valore estetico delle piante precedenti, senza rendersi conto di quanto fossero in realtà debilitate. Le vedevano verdi, e non percepivano lo stato di usura e stress di quelle piante ultra-cinquantenni. Ora, però, gli abitanti sono contenti: abbiamo stimato che in 5 anni ci sarà l’ammortizzazione dei costi di reimpianto e sostituzione (che costano molto meno delle ripetute potature, delle valutazioni dello stato di salute, degli interventi sui marciapiedi e sulle strade, che vengono danneggiati e sradicati dalle alberature troppo grandi e pesanti».
All’epoca, come ricordato da Costa, c’era stata una vasta mobilitazione per cercare di fermare gli interventi di abbattimento delle alberature. Ci racconta Andrea Agostini di Legambiente: «Ci siamo opposti al progetto di tagliare gli alberi ad alto fusto presenti in Via Spinola perché non vedevamo la necessità e perché erano delle risorse importanti per garantire l’ombreggiatura della strada, la pulizia dell’aria, il riparo dal rumore del traffico, l’abbellimento del quartiere. Alla fine ha vinto Aster e gli alberi ad alto fusto sono stati eliminati, per essere sostituiti con una quarantina di alberi a basso fusto, di circa 3,4 metri, che certo non sono in grado di svolgere le funzioni già elencate sopra, e che non erano nemmeno adatti alla zona, trattandosi di meli da fiori e simili. All’epoca ci eravamo rivolti alla Consulta del verde che si era pronunciata a favore dell’opposizione di Legambiente, sostenendo la nostra causa, ma da parte delle amministrazioni c’è stato lo stesso il via libera al progetto, dal momento che la Consulta –hanno detto- ha valore solo consultivo e non vincolante».
E lo stato attuale? Così, ancora, Costa: «In via Spinola gli interventi sono stati realizzati con fondi del 2011, ma ora siamo a corto di finanziamenti: dipendiamo dal Comune e non abbiamo autonomia economica. In questo momento di crisi, in cui l’amministrazione di certo non naviga nell’oro, i finanziamenti per gli interventi sul verde urbano sono stati totalmente cassati, tanto che –pur avendo in piano almeno una decina di urgenti interventi da realizzare- siamo con le mani legate. Anche se non si tratta di spese così alte (siamo nell’ordine dei 50-100 mila euro), se ne riparlerà se tutto va bene nel 2014. Per ora ci limitiamo ad affinare i progetti e a procedere con le valutazioni, anche se anche queste sono onerose. Bisogna però ricordare che quello di Via Spinola è un intervento che si inserisce in una serie di circa una decina di interventi simili, finanziati a livello comunale e portati a buon fine da Aster negli ultimi anni: posso citare Viale Aspromonte, Via Bolzaneto, Via Prestinari e Via Martiri della Libertà a Pegli (uno degli interventi più vecchi, portati a modello di buona riuscita delle nostre operazioni). Si tratta di interventi trasversali in tutta la città, dal Levante al Ponente, di cui oggi ci risulta che tutti siano soddisfatti. A tale proposito, da citare anche gli interventi di reimpianto nel tratto finale di Corso Firenze, quelli di Corso Carbonara seguiti da Ferrovie dello Stato che vi aveva precedentemente insediato un proprio cantiere per la creazione di un impianto di aerazione nella galleria ferroviaria sotterranea, danneggiando il verde, e che si è impegnata a curare il reimpianto entro settembre/ottobre 2013 con alberi di specie diverse».
Nonostante il momentaneo stallo, a breve, al via gli interventi anche in Piazza Paolo da Novi, nell’ambito del restyling generale della piazza, iniziato nel 2011 e della durata prevista di dieci mesi: i lavori comprendevano la riqualificazione della parte centrale della piazza, con l’inserimento di nuovo verde e panchine, recupero delle aiuole, miglioramento della fruizione e inserimento di strutture varie, tra cui anche giochi per bambini. Adesso, saranno effettuati anche qui interventi sullo stile di quelli già realizzati in Via Spinola: sostituzione di alberature ad alto fusto sui lati lunghi della piazza con altre a basso fusto e ricostruzione del marciapiedi. Si tratta di piante molto vecchie, sophore, che saranno sostituite da piante di specie diverse. Quelle angolari, più giovani, non saranno toccate. Gli interventi sono realizzati dal Comune nel progetto di restyling generale, non direttamente seguiti da Aster, che si affiancano a quelli previsti in Corso Torino: qui si parla di levare progressivamente alcune piante più critiche, dimezzando il numero delle piante totali e aumentando la distanza da 6 a 12 metri.
C’è chi non vede tutto rose e fiori. Ancora da Legambiente: «Ci dicono che gli interventi serviranno a migliorare il verde pubblico, ma in realtà si tratta di un sistema per risparmiare e per favorire la gestione complessiva del verde da parte dell’amministrazione e degli addetti, non di un guadagno in termini ambientali. Ci risulta che per l’intervento nella piazza siano stati stanziati 400 mila euro, ma solo 16 mila saranno destinati effettivamente all’inserimento delle nuove piante, mentre la parte restante (di certo molto più ingente: 16 mila sono una cifra irrisoria su un totale di 400 mila euro) sarà destinato al rifacimento della pavimentazione, alla cementificazione e pedonalizzazione dell’area. Insomma, il verde ancora una volta non è la priorità. Il tutto, da parte nostra, è ancora in fase di valutazione: stiamo per compiere una serie di accertamenti con un team di agronomi che manderemo sul posto a valutare la situazione, poi daremo un parere specifico con pronuncia ufficiale in merito allo stato della piazza. La spesa è certamente elevata e per questo da valutare accuratamente: un intervento di questo tipo cambia la fisionomia non solo della piazza ma anche del quartiere. Alla fine, a destra di Corso Buenos Aires ci sarebbero piante basse, mentre davanti sulla sponda sinistra, piante alte come le sophore».
La questione è, appunto, controversa e spinosa. In bilico tra bisogno di innovazione e legame –anche affettivo- al paesaggio urbano, l’amministrazione si trova davanti al dilemma di come realizzare interventi intelligenti, facendo contenti i cittadini e facendo quadrare i bilanci. «Quello del verde pubblico cittadino –chiosa Costa, da Aster- è un tema spinoso, ma attuale: parlando con vari colleghi, mi confermano le reticenze dei cittadini verso i cambiamenti: guai a toccare gli alberi! Ma, personalmente, penso che il caso di Genova sia più estremo: si sa che, come popolazione, non siamo certo degli innovatori! Mal comune, quindi, ma a Genova è un male peggiore che altrove e queste ritrosie degli abitanti ci rendono più difficile procedere con gli interventi e ci pongono davanti al bivio tra innovazione e tradizione, miglioramento e quieto vivere».
Elettra Antognetti
[foto di Diego Arbore]
Con la presente desidero segnalare che in C.so Europa allo svincolo che conduce al sottopasso di Via Majorana lato monte, dopo l’ultima potura sono rimaste alcune palme infettate dal punteruolo rosso. Non si capisce perché non siano state tagliate essendo già allora visibilmente malandate. Ovviamente sarebbe necessario provvedere ad una drastica potatura delle stesse onde evitare che attacchino le piante sane.
Nell’augurare buon lavoro porgo i migliori saluti.
Anna Maria Bovio