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I costi dell’intervento (circa 650 mila euro) saranno addebitati al consorzio promotore del progetto edilizio Penego 2 e agli abitanti di via Shelley. A quel punto "la storia infinita" potrebbe sbloccarsi dopo oltre 30 anni, con il via libera alla strada di collegamento tra via Monaco Simone e corso Europa e alla costruzione di 5 palazzine
«È un anno è mezzo ormai che non seguo più costantemente le questioni di via Shelley, in attesa che venga approvato il nuovo piano regolatore» ci racconta, quasi sconsolato Lucio Parodi, geometra in pensione e già consigliere comunale a metà degli anni ’70. Una sconsolatezza piuttosto motivata, se si tiene presente che la realizzazione della nuova viabilità pubblica di collegamento tra corso Europa e via Monaco Simone, legata a doppia mandata con un significativo intervento edilizio proposto dal Consorzio cooperative Rio Penego 2 e la messa in sicurezza idrogeologica del medesimo corso d’acqua, va avanti dal 1981.
Ricorsi, controricorsi, intervenuti della magistratura, conferenze dei servizi chiuse da commissari con mandato scaduto, quella che da sempre viene sintetizzata come “la storia via Shelley”, che a più riprese abbiamo raccontato sulle pagine di Era Superba, è uno dei più fulgidi esempi dell’assurdità della burocrazia italiana. Ma, adesso, finalmente qualche tassello sembra poter andare a posto. Il tutto per “merito” di un’emergenza idrogeologica che riguarda il rio Penego.
Come dimostrato anche dagli allagamenti nell’autunno/inverno 2013-2014, con l’acqua che defluiva lungo via Shelley provocando anche la rottura del manto stradale, la tombinatura del rio Penego non risulta funzionale: accertamenti disposti dalla Provincia hanno dimostrato che l’unico tratto di tombinatura adeguato dal punto di vista idraulico è quello che riguarda i primi 120 metri del corso d’acqua, fatta eccezione per la necessità di un intervento di messa a norma del fondo. La seconda parte di tombinatura, invece, realizzata tra gli anni ’60 e ’70 dagli abitanti di via Shelley, presenta inadeguatezze tali da aver spinto il sindaco Marco Doria a emanare un’ordinanza di divieto di sosta dei veicoli nel tratto compreso tra il civico 11 e il civico 79 di via Shelley in caso di allerta meteorologica ,trasformabile all’occorrenza in interdizione al traffico veicolare e al transito pedonale.
Per eliminare in maniera definitiva l’emergenza, nel mese di marzo, il Comune di Genova aveva dato il via libera ai lavori per la messa in sicurezza della tombinatura dei primi 120 metri del rio Penego, su sollecitazione della Provincia. Ai restanti 370 metri avrebbero dovuto provvedere principalmente i residenti di via Shelley in maniera “urgente e imprescindibile in vista delle prevedibili piogge autunnali ai fini di tutela della pubblica/privata incolumità”, presentando un progetto di messa in sicurezza entro i primi di ottobre. Una scadenza non rispettata che ha portato la Provincia a commissionare al Comune anche la realizzazione di questa seconda parte di lavori accollandone i costi agli inadempienti: si parla di 650 mila euro per l’adeguamento del secondo tratto del rio Penego alla piena duecentennale secondo le norme previste dal piano di bacino.
Sistemato il rio Penego, potranno partire anche i lavori per la realizzazione della nuova viabilità pubblica e per il progetto edilizio che, nel corso degli anni, è stato sensibilmente ridimensionato e dovrebbe limitarsi alla costruzione di quattro palazzine accoppiate alla base più una quinta distaccata. «D’altronde – ricorda il geometra Parodi – sono passati oltre 40 anni da quando il Consiglio comunale stava valutando l’opportunità di creare un collegamento più facile tra Apparizione e Corso Europa e si era bloccato proprio per approfondire le proposta del prolungamento di via Monaco Simone».
Gli accordi iniziali tra Comune e Consorzio Penego 2 prevedevano, come oneri di urbanizzazione per l’operazione edilizia, l’adeguamento idraulico della tombinatura del primo tratto del rio Penego in carico a Tursi e la realizzazione della strada di collegamento tra corso Europa e via Monaco Simone in carico ai privati. Un intervento dal costo complessivo di poco superiore ai 5 milioni di euro, già previsto nel piano triennale dei lavori pubblici 2014-2016. Oggi si dovrebbe sostanzialmente ripartire da qui, con l’aggiunta, come detto, dei lavori di messa in sicurezza della seconda parte del rio.
Il progetto negli ultimi anni è stato bloccato per un ricorso al Tar vinto dagli abitanti di via Shelley, contrari a nuovi insediamenti nella zona. Ma il tribunale amministrativo ha sostanzialmente confermato la validità dell’istruttoria realizzata dalla Conferenza dei Servizi che, tuttavia, aveva approvato definitivamente il progetto quando il commissario ad acta era ormai stato formalmente rimosso dal suo incarico. Si tratta, dunque, di convocare una nuova Conferenza dei Servizi che non dovrà far altro che deliberare nuovamente i documenti già approvati. A quel punto potrà finalmente partire la gara per l’assegnazione dei lavori.
Simone D’Ambrosio