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Questa l'iniziativa messa in atto da Italia Nostra e Associazione Dimore Storiche Italiane che chiedono un intervento del Ministro per bloccare i lavori previsti per la realizzazione di residenze di lusso, piscina e parcheggi
Per difendere dall’imminente cementificazione Villa Raggio, il complesso monumentale con annesso parco di via Pisa, nel quartiere di Albaro, le associazioni ambientaliste giocano l’ultima carta, quella di un esposto al Ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, chiedendogli di intervenire per salvare la storica dimora gentilizia, sottoposta ad opere di ristrutturazione per la realizzazione di residenze di lusso con piscina e parcheggi.
Questa l’iniziativa messa in atto nei giorni scorsi dalla sezione genovese di Italia Nostra e dalla sezione ligure dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, con l’obiettivo di stoppare un intervento autorizzato – a dire il vero in maniera poco limpida – dal Comune e dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Liguria.
«La nostra speranza è che il Ministro blocchi i lavori per evitare che un bene di così grande valore venga manomesso definitivamente – spiega Italia Nostra – il nostro auspicio è quello di non rivivere un’altra vicenda come quella dell’Acquasola».
Occorre sottolineare che Villa Raggio è sottoposta a vincolo di cui al Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, articolo 136 “Immobili ed aree di notevole interesse pubblico”, lettera a) “le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica”; e b) “le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza”.
Le associazioni ricordano che il 7 dicembre 2011 la società immobiliare titolare, la Bagliani srl, ha ottenuto da Palazzo Tursi il permesso a costruire che consentirà di realizzare 20 appartamenti con l’inevitabile stravolgimento della struttura edificata e dello splendido parco che la circonda.
«Il progetto comporterà l’aumento della superficie abitabile della villa da 2388 a 3184 metri quadrati – spiega l’esposto – oltre alla realizzazione di una superficie accessoria di mq 482, di un volume seminterrato sul fronte principale dell’edificio per ospitare 6 appartamenti, un’area di parcheggio a raso per un totale di 48 posti auto coperti da pergolati e recinzioni». Infine la ciliegina sulla torta, ovvero «La realizzazione di una piscina con annesso volume interrato ed il “riordino” del giardino con abbattimento e spostamento di alberi onde consentire le opere di cui sopra».
L’autorizzazione con prescrizioni, rilasciata dalla Soprintendenza il 28 novembre 2011 «Non tutela i beni oggetto dei predetti vincoli, in quanto il progetto autorizzato stravolgerà l’impianto unitario del complesso Villa Raggio – sottolinea l’esposto – Gli scavi a ridosso della villa con relativo abbassamento della quota dell’antistante parco e la realizzazione dei 6 appartamenti seminterrati, alterano le proporzioni accuratamente studiate e l’armonia della facciata storica della villa». Inoltre «L’aumento volumetrico e il frazionamento della villa ne compromettono l’impianto architettonico stravolgendone il disegno originario – continuano le associazioni – La dependance oggetto di intervento in aumento costituisce superfetazione e la realizzazione dei parcheggi a raso, della piscina e dei volumi di servizio, riduce l’estensione del parco e ne modifica, compromettendolo, sia il disegno complessivo sia la fruibilità».
Per tutti questi motivi Italia Nostra e Associazione Dimore Storiche Italiane ritengono necessario un intervento urgente del Ministro dei Beni Culturali.
Matteo Quadrone
Commento su “Villa Raggio: un esposto al Ministro dei Beni Culturali per salvarla”