Ok da Cgil, Uil e Fiadel all'accordo che dovrà essere ratificato dai lavoratori. Cambia ancora la delibera: Iren potrà arrivare al massimo al 69% del capitale sociale e si fermerà al 49% senza prolungamento del contratto di servizio. Ma la Cisl vuole i lavoratori nella governance
La delibera che consente all”amministrazione di procedere alla trattativa con Iren in vista della privatizzazione di Amiu divide anche i sindacati. La scissione si celebra sull”accordo con il Comune redatto ieri sera, poco prima della mezzanotte, al termine di una lunga trattativa propedeutica, se non formalmente quantomeno politicamente, all’approdo in Consiglio comunale, martedì e mercoledì prossimi, della delibera che consente all”amministrazione di procedere alla trattativa con Iren in vista della privatizzazione di Amiu. Cigl, Uil e Fiadel hanno siglato il testo in attesa di sottoporlo al voto dei lavoratori per la firma definitiva; la Cisl, invece, no.
Un atteggiamento “incomprensibile – afferma all’Agenzia Dire Corrado Cavanna, Fp Cgil – perché, seppure senza toni trionfalistici, possiamo dire di aver trasformato una delibera che nasce sotto dettatura di Iren in una delibera del Comune di Genova, recuperando elementi valoriali dell’accordo sindacale di luglio. Abbiamo tirato tutto il tirabile”.
Il testo finale della delibera conterrà ancora qualche ulteriore novità rispetto agli emendamenti presentati definitivamente ieri dalla giunta in Commissione comunale. Ad esempio, anche nella seconda fase di privatizzazione in cui Iren potrà ottenere la maggioranza del capitale sociale, dovrà comunque non superare il 69%: Amiu, dunque, come previsto dal Codice civile, con una partecipazione pubblica minima del 31%, resterà sempre una partecipata del Comune e non diventerà una vera e propria divisione di Iren.
Introdotta anche una clausola di salvaguardia con cui il Comune si riserva di mantenere il 51% di Amiu qualora non dovesse andare a buon fine il prolungamento del contratto di servizio. Inoltre, la previsione di trattare i rifiuti organici fuori regione sarà consentita solo in un regime transitorio, con l”obiettivo ultimo di realizzare un biodigestore nel genovesato. Infine, viene specificato che il tempo di recupero degli extra costi dovuti alla chiusura della discarica di Scarpino non potrà essere inferiore ai 10 anni “perché – spiega Cavanna – con una dicitura sibillina tipo le clausole delle assicurazioni, si rischiava anche di consentire un rientro in tempi minori con il conseguente aggravio per le tasche dei genovesi”.
La Cisl avrebbe voluto di più: in particolare, il sindacato chiede una formale compartecipazione dei lavoratori nella governance della nuova società. E pare che, per raggiungere l’obiettivo, abbia anche chiesto un incontro con il sindaco Marco Doria.
Oggi pomeriggio, intanto, le rsu hanno approvato il testo dell’accordo a maggioranza e martedì mattina dovrebbe tenersi l’assemblea generale dei lavoratori per votare il documento. Poche ore dopo, la parola passera” al Consiglio comunale.