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L'architetto genovese espone al Castello di Nervi le opere che hanno animato i saloni della Bocconi di Milano: «Genova mi accompagna in ogni mio quadro, sempre»
Verrà inaugurata sabato 17 novembre alle 17 la mostra “Architetture Sospese – Gli spazi urbani come luoghi interiori”, dell’architetto genovese Diego Guardavaccaro. L’esposizione, allestita nelle sale del Castello di Nervi e visitabile fino al 28 novembre presenta esclusivamente opere pittoriche, a tecnica mista e realizzate su supporti differenti, dalla tela classica agli mdf, pannelli di fibra di media densità. Il tutto è stato organizzato e reso possibile grazie al patrocinio del Municipio Levante, che ha inserito la personale dell’artista nell’ambito dell’iniziativa “Incontriamoci al Castello di Nervi”, rassegna di mostre, esposizioni e conferenze su arte, letteratura e storia.
Genovese, classe 1971, Guardavaccaro mostra fin da ragazzo una particolare predisposizione per il disegno che sfocia, fin da quando è ancora giovanissimo, nella produzione di soggetti di grafica pubblicitaria per aziende regionali e di scenografie per emittenti televisive. Laureato con lode in Architettura all’ateneo genovese, si dedica alla libera professione e all’attività di docente di grafica. Il tutto corredato da numerose esperienze all’estero. L’approccio pittorico vero e proprio è, invece, più recente e risale al 2010 quando Guardavaccaro realizza alcune tele che, per una serie di coincidenze fortunate, nell’estate dell’anno successivo animano una personale, allestita alla Bocconi di Milano
«L’idea della mostra nasce dalla mia passione verso l’architettura e la composizione del tessuto urbano -spiega Guardavaccaro- ovvero elementi in grado di trasformare gli spazi e i luoghi in espressione di stati d’animo, emozioni. Volti, ricordi, aspettative, delusioni vengono associati: è il caso di A un passo da lì, quadro copertina della mostra, che rappresenta la forza di volontà capace di far sopravvivere e superare momenti duri e difficili. Ogni quadro ha una sua storia, forte e vera, è portatore di ricordi, lacrime e sorrisi, e rappresenta la fotografia di una particolare situazione interiore, e per questo è unica e irripetibile, associata sempre a un luogo. Rappresentazione del costruito, raffigurazione del sentimento: ovvero spazi urbani come luoghi interiori».
Di formazione cosmopolita e con alle spalle una serie di esperienze lavorative internazionali, dalla Cina a Parigi, Guardavaccaro non rinnega le origini genovesi e il legame con la città che l’ha plasmato. Con “Architetture Sospese”, l’artista non fa altro che rendere omaggio a Genova e celebrare il paesaggio in cui si è formato. Ciò che risulta decisamente controcorrente è la scelta dell’architetto di prendere in considerazione un tipo di architettura “interiore” proprio in una città con una storia urbanistica particolare e tristemente nota per la sua “cementificazione selvaggia”, iniziata qualche decennio fa. La direzione intrapresa dall’artista è più che attuale. Essa non si discosta dalle tendenze dell’architettura contemporanea, sempre più attenta ai percorsi di sostenibilità e al rispetto dell’essere umano nella sua dimensione emotiva, e celebra quegli stessi valori che hanno ispirato non a caso anche la Biennale di Architettura 2012 di Venezia, curata dall’architetto britannico David Chipperfield. I suoi lavori -evanescenti, quasi inconsistenti- sfidano le leggi della fisica e scompongono la materia, in un processo di decostruzione che sembra non avere fine. Non a caso, Materia e Decostruzione è proprio il nome del suo blog (http://visualart.over-blog.it/).
«In tutte le opere è presente il legame forte e indissolubile che ho con questa città», dice Guardavaccaro. «Vento e mare plasmano il colore, determinandone l’energia e il movimento: Genova mi accompagna in ogni mio quadro, sempre».
Elettra Antognetti