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Bitcoin a Genova, in via Pré l’apparecchio per cambiare le banconote in denaro digitale

La prima macchina genovese che cambia banconote in bitcoin è in via Pré, un progetto di un gruppo di amici che crede fortemente nella moneta digitale come risorsa per il futuro


19 Gennaio 2015Notizie
Sono 6 gli esercenti che a Genova accettano pagamenti in bitcoin. Potete vedere quanti sono in Italia su Coinatmradar (http://coinatmradar.com/)

Bitcoin, che cosa significa? Si tratta di una forma di denaro digitale. Una rete decentralizzata di pagamento “peer-to-peer” (volgarmente senza server fissi), gestita dai suoi utenti senza autorità centrale o intermediari. “Dalla prospettiva di un utente – dal sito bitcoin.otg – Bitcoin è per la maggior parte denaro liquido che circola in internet”. Sono 6 gli esercenti che a Genova accettano pagamenti in bitcoin. Potete vedere quanti sono in Italia su Coinatmradar (http://coinatmradar.com/)

In Liguria abbiamo il 25% degli apparecchi ATM di bitcoin presenti sul territorio nazionale. Uno di questi è a Genova, in via Prè e un altro a Chiavari. Ad oggi inItalia ce ne sono solo 8: 2 a Roma, 1 in Emilia Romagna, 2 a Milano, 1 Verona e 2 in Liguria.

A che cosa serve un ATM di bitcoin? A chi è venuto in mente di installarlo? Ne abbiamo parlato direttamente con gli ideatori del progetto, un gruppo di amici. «È una scommessa e siamo perfettamente consapevoli che potrebbe non portare a nulla o a poco ritorno. In fondo vogliamo fare cultura» ci racconta Andrea Rossi uno degli ideatori del progetto e socio e amministratore di Viva!, la società che ha in carico gli apparecchi sia a Genova che a Chiavari. L’ATM si trova all’interno dell’agenzia di viaggi Viva Viajes (parte di Viva! srl) in via Prè 129r, si occupano di money transfer e viaggi per stranieri. Insieme a lui Paolo Rebuffo nato a Genova, attualmente vive in Svizzera,  si occupa di investimenti  e cura un blog (http://www.rischiocalcolato.it/) «in Svizzera è una valuta riconosciuta ufficialmente e per lavoro sono entrato in contatto con un’azienda che produce queste macchine (gli ATM) che permettono di cambiare soldi contanti (euro ad esempio) in bitcoin, ne ho parlato ad Andrea ed è nato il progetto. In questa fase si tratta di aiutare la rete a diffondere l’esistenza e le possibilità di utilizzo dei bitcoin. È una fase pionieristica. Noi crediamo molto nel significato di bitcoin e nelle sue caratteristiche di essere auto-generata, non manipolabile dalle banche centrali, ne inflazionabile».

«Ci sembra un’opportunità, è uno strumento molto vicino al business del moneytrasfer, oltre che un buon risparmio rispetto ad altri servizi esistenti» aggiunge Rossi.

Bitcoin: la moneta di domani?

Risponde Rebuffo: «proprio come nelle intenzioni attuali delle banche, tendiamo ad un mondo in cui non si ha più bisogno di contanti, i soldi girano dentro ai computer come impulsi elettronici. Questo accade con i bitcoin che sono immagazzinati in database mantenuti da pc distribuiti nel mondo e sono milioni in rete, ma, rispetto alla situazione attuale,  non esiste un ente centralizzato (una banca) che possa inibire l’accesso ai soldi di ognuno, cosa che può succedere oggi per motivi giustificabili o meno con la presenza delle banche».

«Non esiste una banca centrale e la quantità di bitcoin che è in circolo nel mondo è precisamente stimabile in qualsiasi momento, ad esempio ora, mentre parliamo, ci sono 13 milioni 733 mila di bitcoin. In questo modo si ha la certezza che non esista nessun comitato di banchieri  centrali che possa creare inflazione monetaria, cioè aumentare la quantità di monete in circolo».

Altro aspetto da sottolineare quello legato all’anonimato: «non è vero che bitcoin sia anonimo; è possibile, in qualsiasi momento, vedere da sito pubblico tutte le transazioni fatte da quando bitcoin è nato. I bitcon sono legati a un indirizzo, una serie di numeri e lettere che è il “posto” nel quale si possono ricevere e dare via bitcoin, nel nostro linguaggio bancario corrisponde all’IBAN bancario, queisto dato è visibile, è pubblico. Non si sa a chi appartiene però è pubblico. Esistono modi, tramite gli indirizzi IP, per accedere all’identità che corrisponde a quell’indirizzo bitcoin. Questo per dire che bitcoin non nasce per evadere il fisco, il suo scopo è avere un sistema monetario non inflazionabile e non controllabile dalle banche. Oggi, in Italia, e nel mondo, bitcoin non è ancora una moneta e non è ancora abbastanza stabile ma, secondo me, lo sarà».

In questo momento i bitcoin si scambiano tramite wallet, si tratta di app per smartphone (https://play.google.com/store/search?q=bitcoin%20wallet)  e pc (https://bitcoin.org/en/choose-your-wallet)  che permettono di ricevere e dare bitcoin, ma la semplicità d’uso per il cosiddetto “uomo della strada” al momento non c’è ancora. Proprio applicazioni come queste interagiscono con gli apparecchi ATM come quello in via Prè, tramite qrcode semplicemente inserendo gli euro nella macchinetta. In altre parole inserisco gli euro che diventano una quantità in bitcoin. L’ATM non funziona nel senso inverso, «a noi non interessa, diventerebbe uno strumento di cambio-valute e al momento il bitcoin non è una valuta, è una questione di cultura non si tratta di cambiare i bitcoin per avere euro. Va usato per una delle mille possibilità: abbonarsi ad un giornale, comprare software in rete… L’ATM serve per entrare nel mondo bitcoin e scoprirlo».

Claudia Dani


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1 commenti su “Bitcoin a Genova, in via Pré l’apparecchio per cambiare le banconote in denaro digitale”

  1. marlene 17 Marzo 2017 at 16:32

    Cerco una macchinetta bitcoin a genova Dove posso trovarla ? Quella in via preliminare è chiusa non esiste più. ….

    Rispondere ↓

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