L'annuncio anche su altri portali del settore come Kijiji.it serve a dare visibilità pubblica alla vendita degli immobili, compreso quello occupato dal Buridda, ma non si può acquistare direttamente dai siti. Lo strumento è già stato usato in passato anche per la vendita dell'ex Saiwetta il cui bando è andato deserto
L’ Università degli studi di Genova si affida anche ai siti di annunci gratuiti per cercare di vendere una parte del proprio patrimonio immobiliare. Su alcune delle piattaforme web più note del settore, come Subito.it e Kijiji.it, sono infatti comparse, il 3 agosto, due proposte di vendita da parte dell”Ateneo genovese riguardanti l’ex Magistero di corso Montegrappa, attualmente occupato dal laboratorio sociale autogestito “Buridda”, e la cosiddetta “ex saiwetta” di corso Gastaldi. Gli annunci fanno seguito ai bandi emanati ufficialmente sul sito dell’Università per l’alienazione dei due immobili. Ma se per l’ex Magistero l’avviso con base d’asta di 2,873 milioni di euro scadrà il prossimo 21 settembre, per cui tutti gli eventuali interessati (si è parlato, ad esempio, della comunità locale dei Mormoni alla ricerca di un ampio spazio di culto) possono ancora presentare le proprie offerte attraverso i canali più classici, per quanto riguarda l’edificio “ex saiwetta” i portali di annunci telematici sembrerebbero al momento rimanere l’unica soluzione possibile dato che l’asta con base di 1,967 milioni di euro è andata deserta lo scorso 22 agosto.
«In realtà – spiega all’agenzia Dire Luca Sabatini, portavoce del rettore – attraverso questi strumenti espletiamo l’obbligo di massima visibilità pubblica dell’asta di vendita così come previsto dalla legge. Un tempo si mettevano inserzioni onerose sulla carta stampata ma, in questo modo, raggiungiamo un pubblico più ampio e risparmiamo un po’ di soldi visto che gli annunci sono gratuiti». Sabatini tiene poi a precisare che «non esiste alcuna possibilità di procedere concretamente all’acquisto degli immobili attraverso i portali internet», bypassando le burocrazie della procedura pubblica ma, ribadisce, «si tratta solo di una questione di visibilità». Non è la prima volta che l’ateneo genovese affida ai siti di annunci la necessità di vendere parte del proprio patrimonio. Sul portale Subito.it, ad esempio, l’account dell’Università di Genova risulta attivo da febbraio 2014 con altri 11 annunci pubblicati (e scaduti) oltre ai due già citati: nel complesso, si tratta di 12 inserzioni nella categoria appartamenti e una in quella di uffici e locali commerciali.
Sembrerebbe, dunque, inevitabile un nuovo sgombero o, comunque, un nuovo trasloco per il centro sociale, dopo l’addio all’edificio di via Bertani, ad oggi ancora deserto.
Ma chi potrebbe essere interessato ad acquistare e ristrutturare l’ex magistero? Il compendio in vendita è costituto non solo dai 3280 metri quadrati dell’edificio principale ma anche da ulteriori 2.099 metri quadrati definiti di “ruderi”. L’autorizzazione alla vendita da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ammette esclusivamente destinazioni d’uso a fini sociali, socio-educativi, culturali e a luogo di culto. Ammessa anche la destinazione socio-sanitaria purché l’inserimento di nuovi impianti e servizi risulti compatibile con le caratteristiche spaziali e distributive del bene, mentre la realizzazione di residenze pubbliche o sociali è ritenuta compatibile se limitata, e non prevalente, e comunque connessa alle funzioni ad uso pubblico della struttura. Inoltre, tutte le operazioni di ristrutturazione dovranno essere sottoposti al placet della Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio della Liguria. Infine, occhio al Piano urbanistico comunale che prevede al momento esclusivamente servizi e parcheggi pubblici in via principale, servizi privati, connettivo urbano ed esercizi di vicinato come funzioni complementari, oltre a parcheggi privati pertinenziali o liberi da asservimento. Sono pronti i Mormoni genovesi e sborsare oltre 3 milioni di euro tra acquisto e ristrutturazione? La risposta, forse, a fine settembre.
Ancora più incerto il destino dell’ex Saiwetta attualmente abbandonata. L’edificio fa parte dell’ex biscottificio ed è collegato al corpo principale dell’immobile, non in vendita e oggetto di un intervento di riqualificazione proprio a cura dell’Università che ne è proprietaria. Per quanto riguarda la parte da dismettere, invece, non ci sono vincoli imposti dalla Sovrintendenza né particolari restrizioni imposte dal Piano urbanistico comunale dal momento che l’ex Saiwetta è situata in ambito di conservazione dell’impianto urbanistico in cui è possibile instaurare servizi servizi di uso pubblico, residenze, strutture ricettive alberghiere, servizi privati, uffici, esercizi di vicinato e medie strutture di vendita, parcheggi pertinenziali e parcheggi liberi da asservimento e in diritto di superficie.