Dopo la presentazione del progetto, partono di bandi per completare la riqualificazione dell'ex caserma Gavoglio. Un'occasione per continuare il percorso di partecipazione e trasparenza avviato l'anno scorso, ma che già scricchiola
La chiave di volta per la riqualificazione dell’ex caserma Gavoglio nel quartiere del Lagaccio, sta nella scrittura dei bandi. «Se non sono condivisi, si rischia il flop»: il monito è di Enrico Testino, membro di “Progettare la città”, una delle numerose associazioni che si occupano di promuovere i percorsi di valorizzazione della Gavoglio. Se da una parte finalmente si è partiti con i progetti per restituire l’area del Lagaccio alla cittadinanza, lo scivolone potrebbe essere dietro l’angolo. Scenario da evitare, è evidente, ma che può essere arginato proprio con la condivisione di tutte le realtà nel mettere insieme quelle parole che porteranno a un progetto complessivo vero e proprio.
Andiamo con ordine: intorno a metà luglio il Comune di Genova ha depositato presso Soprintendenza e Demanio il programma di valorizzazione, necessario per avere il via libera per consegnare l’area a titolo gratuito a Tursi. La strada per la riqualificazione della Gavoglio è molto lunga, e non a caso il programma è un corposo documento da oltre cinquecento pagine. Per questo motivo da “Progettare la città” arriva un messaggio forte e chiaro: se il Piano Urbanistico Operativo e i bandi non saranno scritti in modo condiviso e trasparente, il rischio è che proprio quei bandi cadono nel vuoto. Tornando al programma di valorizzazione, gli scenari che si prospettano sono due e con due diversi impegni economici. Il primo vale 69 milioni di euro e prevede più spazi liberi, mentre il secondo, che vale circa 78 milioni, prevede più volumi relativi a costruzioni. Quello che ad oggi appare sicuro, è lo spazio dedicato ad un parco pubblico, che tutto il quartiere ha chiesto con forza sin dall’inizio. Sarà il Consiglio comunale a decidere quale sarà l’opzione da seguire; l’obiettivo, naturalmente, sono i finanziamenti europei da intercettare.
Secondo il progetto di valorizzazione dell’ex caserma, ci sono alcuni elementi certi che restano uguali in tutti e due gli scenari previsti: un parco urbano nella parte centrale dell’area e nella valletta del rio Cinque Santi, il recupero degli edifici sottoposti a vincolo, la riqualificazione dei percorsi e degli spazi storici interni al compendio, il recupero delle cortine murarie storiche che delimitano l’area, il mantenimento e la riqualificazione di una parte degli edifici, il potenziamento dei percorsi pedonali interni e di raccordo con l’area del parco del Peralto e la demolizione dei due capannoni in uso all’istituto idrografico della Marina Militare. Nel frattempo qualcosa si muove: nei giorni scorsi il Comune di Genova ha promosso due eventi aperti alla cittadinanza proprio all’interno del compendio. Non tutti, però, sono contenti di come sono andate le cose: «In uno dei due eventi è stato invitato a parlare un esperto di condivisione – spiega Testino – ma Tursi ha invitato solo le dodici associazioni di Rete Casa Gavoglio. Questa non è vera condivisione, anzi siamo di fronte a un paradosso”.
Una lacerazione tra realtà territoriali che potenzialmente potrebbe danneggiare il percorso di condivisione con tutta la città fatto fino ad oggi: «Non credo che questo sia uno stop finale alla partecipazione – conclude Enrico Testino – piuttosto penso che si sia solo arenata». Le speranze che si torni a essere uniti ci sono ancora, l’occasione è proprio la scrittura dei bandi: «Potrebbe essere questa una nuova, entusiasmante esperienza».
Michela Serra