Un tavolo di lavoro coinvolgendo Comune di Genova, enti professionali e privati al fine di monitorare e intervenire sulle criticità. Questa la strategia messa in campo dall’assessore ai lavori pubblici Crivello, dopo l’emergenza degli immobili sgombrati a Quezzi
Fare sistema per intervenire prima delle emergenze: un tavolo di lavoro che possa coinvolgere, oltre alle istituzioni locali, anche enti professionali e i condomini a rischio, al fine di mappare la situazione e tracciare un percorso comune di prevenzione. Questa la proposta dell’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Crivello, in risposta alle numerose richieste di chiarimento arrivate durante il question time in Sala Rossa, a proposito della frana verificatasi nei giorni scorsi in zona Fereggiano, a Quezzi, che ha costretto le autorità a sgomberare 168 persone nel cuore della notte, poi successivamente rientrate nelle loro abitazioni.
Dopo l’emergenza, è iniziata la conta dei danni: il terreno franato è situato in area privata, cosa che ha dato il via, quindi, ad una querelle tra amministrazione comunale e proprietari per capire di chi è la responsabilità, anche economica, di questa situazione e dei necessari interventi ora da compiere. I lavori di messe in sicurezza del fronte franoso sono stati iniziati dai privati e i servizi tecnici del Comune «stanno monitorando la messa in sicurezza del terreno – ha spiegato Crivello – e abbiamo richiesto che venga consegnata entro le 14 di domani il programma dettagliato per i lavori di intervento». Se non arriveranno queste informazioni precise entro il termine prefissato, il Comune procederà «con un intervento in danno».
Lo sviluppo del quartiere di Quezzi, come è noto, è figlio di una stagione urbanistica molto distante dai canoni di oggi; un’idea di crescita della città che ha regalato ai posteri numerosi problemi di gestione, manutenzione e sicurezza, sul Fereggiano come in molte altre zone della nostra città. Da questa considerazione nasce dunque una questione immediata: quante e quali zone della nostra città sono in queste condizioni? Esistono dei condomini a rischio crollo? Quale è lo stato di manutenzione dei condomini coevi a quelli che nelle ore scorse hanno mostrato le loro criticità? «Per rispondere a questa domanda dobbiamo attivare dei monitoraggi – ha richiesto Guido Grillo, consigliere in quota Pdl – e l’ente comunale ha il dovere di attivarsi in questo senso». Il problema, però, sta nel fatto che molti terreni a rischio insistono in aree private relativi a condomini, che non sono proprietà pubblica; da qui l’idea e la necessità di coinvolgere i privati (cioè i condomini o i loro rappresentanti) in questo tavolo di lavoro: «Ritengo che sia necessario a questo punto convocare un tavolo – ha sottolineato l’assessore – con le associazioni territoriali, gli enti, gli ordini professionali e i proprietari dei palazzi e terreni per capire come si possa lavorare sulla prevenzione».
Nicola Giordanella