Un fumetto dedicato al prete di strada e alla sua Genova. Un viaggio fra ricordi e immagini, i due genovesi Angelo Calvisi e Roberto Lauciello ci raccontano la genesi dell'opera e il loro amore per la città che fa da palcoscenico a questa storia illustrata
“Il fumetto che vi sto presentando è disegnato con spirito e agilità. E chi vi parla è uno imprestato al teatro ma di mestiere pittore dall’infanzia…”. La prefazione di Dario Fo apre l’opera di due genovesi, l’autore Angelo Calvisi e il disegnatore Roberto Lauciello, dedicata alla figura di Don Andrea Gallo. Una storia a fumetti che ripercorre la vita del Don più celebre d’Italia, un giovane Andrea di rientro a Genova dal sudamerica sino al giorno del funerale con i brusii della folla durante l’intervento del cardinale Bagnasco. “Sulla Cattiva Strada – Seguendo Don Gallo” è il titolo di questa graphic novel made in Zena pubblicata da Round Robin Editrice, fra scorci dettagliati della città vecchia e ricordi di una vita speciale.
«Quando mi è stato proposto di disegnare la vita di don Gallo mi aspettavo una biografia dettagliata e ho esultato pensando di disegnare il don nelle sue diverse fasi della vita. Figurarsi la sorpresa nel leggere la sceneggiatura: “ma come?! Un libro su Don Gallo senza mai disegnarlo!?”», racconta Roberto. Eh si, perché il Don viene raccontato dalla bocca di chi lo ha conosciuto, come un padre, come un fratello.
Scrivere una storia su un personaggio così celebre, sulla cui vita hanno scritto tanti e tanti ancora scriveranno, quanto incide e condiziona questo aspetto nella fase di concepimento e costruzione di un lavoro come il vostro?
Risponde Calvisi, «personalmente, più che dai modelli precedenti, mi sono sentito condizionato dalla necessità di non scrivere qualcosa di troppo agiografico. Questo è il motivo per cui ho scelto un racconto per così dire indiretto della figura del Comandante. In effetti il libro non è tanto la storia della sua vicenda umana (anche se ovviamente essa, a grandi linee, è tratteggiata) di Don Gallo quanto la testimonianza del tributo di affetto e stima della città di Genova a uno dei suoi cittadini più importanti».
La città di Genova, l’amante fedele del Don, è la protagonista femminile della graphic novel. «Genova, per sua natura (e chi dice il contrario dovrebbe essere rimandato in storia), è una città generosa e accogliente, proprio come don Gallo – racconta Calvisi – ma è anche caustica, capace di battute al vetriolo, sarvaega, e secondo me Don Gallo aveva anche queste caratteristiche, unite a una riottosità, a una vera e propria incapacità di accettare le imposizioni che piovono dall’alto e la mediocrità del pensiero comune. E anche Genova è così, una grande fucina, un laboratorio di novità in controtendenza, un modello di convivenza tra stili diversi in grado di sorprenderti anche in momenti difficili come quello che stiamo vivendo. Tutto questo, almeno nella mia mente, rappresenta una vera e propria identità, e mi consente di sovrapporre in maniera perfetta Genova e la figura Don Gallo».
Tutto il lavoro è basato sul rapporto stretto fra il Don e la città di Genova. Roberto se dovessi illustrare la città in una tavola come la disegneresti? «La disegnerei come una donna – racconta Lauciello – non più giovanissima, ombrosa, ostile, segnata dalla vita, provocante e austera, contraddittoria, ma di grande fascino e generosità».
Roberto nel libro fai tu stesso riferimento all’attività di ricerca che hai dovuto svolgere per documentarti sulla vita e la figura di don Gallo. Cosa deve “far suo” un illustratore del personaggio da illustrare? Cosa hai “fatto tuo” della vita e della figura del Gallo? «Ho letto i suoi scritti, ho riguardato le interviste, ho osservato i suoi occhi, le sue espressioni, il suo modo di sorridere sornione anche quando “graffiava”, la gioia che ha sempre trasmesso e ho imparato dalle parole di Angelo Calvisi e dai racconti di chi l’ha conosciuto, quanto fosse speciale e unico. Imparare a conoscerlo in questo modo mi ha lasciato il grande rammarico di non averlo mai incontrato, ma mi ha insegnato il valore dell’accoglienza e dell’accettazione “dell’altro”, indistintamente». Come detto, però, non è il Don la figura da rappresentare con i disegni, quanto il suo palcoscenico. «Così oltre che documentarmi sul nostro “prete di strada” – continua Lauciello – ho scattato fotografie e cercato scorci significativi della sua (mia) città. Ho cercato di osservare le persone, i volti, le ombre dei suoi abitanti che poi erano anche “la gente di Don Gallo”: una moltitudine di sguardi, speranze, abitudini, situazioni, umanità e ho cercato di rappresentarle nel libro. Se non potevo disegnare lui, almeno lo avrei fatto attraverso la sua gente e la sua città».
«Genova è la protagonista di tutti i miei libri, sempre – conclude Calvisi – la amo in maniera viscerale, girando in Vespa per le strade della mia città, osservando i luoghi, io mi commuovo perché Genova è bellissima, ed è come se vivessi costantemente in un rapimento, negli effetti di capogiro e tachicardia della sindrome di Stendhal! Inoltre è una città in qualche modo allegorica di ciò che è l’uomo, capace di imprese vertiginosamente alte e di miserie impronunciabili. Poi ci si dovrebbe soffermare sui genovesi e su chi governa questa città, ma allora in questo ambito non potrei parlare con parole da innamorato…».
Angelo Calvisi, classe 67, nel corso degli anni ha pubblicato saggi, romanzi, poesie e racconti. Per lui si tratta dell’esordio nel mondo del fumetto. Roberto Lauciello, invece, classe ’71, ha iniziato disegnando per Topolino: «Se tanti libri sono stati scritti su Don Gallo, questo è però l’unico scritto per immagini – conclude Lauciello – Volevo dimostrare che il fumetto non è solo un prodotto per ragazzini, ma un linguaggio dignitoso e completo per raccontare anche storie importanti e profonde, adatte a tutte le età».
Per maggiori informazioni sull’opera e sugli autori:
https://it-it.facebook.com/sullacattivastrada.dongallo
http://www.roundrobineditrice.it/rred/index.aspx