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Liguria terra di libri: il Bookcrossing a Genova da anni nasce dalla passione per la lettura per dare una seconda vita ai testi. Un movimento culturale dalle origini americane, che ha trovato terreno fertile da noi: un modo per condividere la lettura con altri appassionati e condividere l'amore per la carta rilegata
«Diamo una seconda vita ai libri abbandonati – racconta Giorgio Boratto, esponente del bookcrossing di Genova – Li leggiamo e scambiamo idee e opinioni». Sono i bookcrosser, coloro che amano talmente tanto la lettura da volerla sempre condividere con gli altri. Sono i lettori che non prestano i propri libri, ma li “liberano” per farli arrivare a più persone possibili.
L’idea è molto semplice, i bookcrosser s’innamorano di un testo tanto da offrirgli una seconda vita. «A Genova il bookcrossing nasce nel 2002, sull’onda del movimento americano – racconta Boratto – inizialmente eravamo una trentina e, come in America, utilizzavamo un forum on-line per la condivisione dei libri abbandonati». Trenta persone di ogni età, sesso e ognuno con una professione diversa s’iscriveva al sito, creava un’identità digitale, inventava un nickname e poteva cominciare con la condivisione di libri. Oggi il movimento dei bookcrosser genovesi ha cambiato veste ed è passato all’offline. Basta nickname e log nella piattaforma digitale, si passa direttamente agli incontri per lo scambio reale di libri. E così, ogni secondo martedì del mese gli appassionati di lettura s’incontrano al bar Vittoria di Genova, in Piazza della Vittoria, per condividere testi, scambiarsi idee e soprattutto stare insieme. Il bar addirittura ha di recente comprato una libreria che serve da deposito per i libri cosiddetti “abbandonati”.
«Preferiamo gli incontri reali allo scambio di idee attraverso lo schermo del computer – aggiunge Giorgio – Per noi il bookcrossing è un modo per condividere una passione, per stare insieme e magari stringere delle amicizie». Il gruppo genovese, nonostante abbia abbandonato la parte digitale rimane ben saldo e sempre aperto a nuovi partecipanti. «Siamo ancora una ventina di bookcrosser a Genova, e devo dire che lo scaffale del bar Vittoria è sempre bene fornito. – conclude Boratto – E’ un bel modo per stare insieme e mantenere viva la lettura che via via sta morendo».
Questa pratica, negli anni, si è diffusa anche a macchia di leopardo in tutto il tessuto cittadino: dalle prime condivisioni di testi in alcune scuole, alle ex cabine telefoniche di piazza Tommaseo, ripensate oggi come luogo di scambio dei libri; guardando le statistiche, però, non ci sarebbe da stupirsi: la Liguria, infatti, è la terra dei libri. Secondo i dati Istat 2015, infatti, la nostra regione detiene il primato italiano della percentuale più alta di famiglie che in casa hanno più cento libri: poco più del 37%, mentre il dato nazionale si ferma al 25%. A seguirci il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. No, non è come si potrebbe pensare, la grande quantità di anziani non fa la differenza: nello stesso report statistico, infatti, viene analizzata anche la “voracità” di lettura differenziata in base all’età: a sorpresa, i giovani leggono di più. Secondo lo studio, infatti, il picco di lettura per gli uomini è nell’età scolastica, per poi lentamente scendere durante la maturità; per le donne si ha ugualmente il massimo nell’età degli studi, ma la quantità di lettura si stabilizza fino circa ai sessant’anni, per poi scendere. Nello studio non sono ipotizzate motivazioni, e sicuramente tanti sono i fattori che incidono su questo dato: ma se pensiamo al piacere di un buon libro, magari sugli scogli a due passi dalle onde, sotto il sole piacevole di giugno o ottobre, durante la pausa pranzo, o durante lo studio quotidiano, ecco che il quadro è più chiaro. Il contesto nazionale, però, non è così esaltante: secondo una stima Ocse sulla capacità di comprendere un testo (la cosidetta Literacy, calcolata sulla media di tempo giornaliero speso a leggere testi scritti) l’Italia è tra i fanalini di coda dell’Eurozona.
Ma il patrimonio dei lettori liguri resiste è sicuramente ha facilitato la nascita della pratica del bookcrossing: tanti lettori, e tanti libri nelle case, il binomio perfetto per far nascere questa pratica di scambio della carta rilegata.
Oggi il bookcrossing genovese si rinnova e lancia l’incontro a tema: “hai scritto qualcosa? Leggilo qui!“. «A molti di noi, oltre alla lettura, piace anche scrivere – dice Giorgio – così abbiamo pensato di dare una trama comune da sviluppare a casa e di leggerla poi durante il nostro incontro». Per l’occasione vengono invitate note firme e alcuni rappresentanti di case editrici genovesi che daranno ai testi scritti, un giudizio del tutto informale e in amicizia. Ad ascoltare e a dire la loro sui testi scritti sono anche tutti coloro che parteciperanno alla lettura pubblica. «Anche questo è un modo per condividere idee. – dice Giorgio – Una novità pensata per invogliare a scrivere. In tanti senza trama o senza una data di consegna non avrebbero l’occasione di comporre testi». L’ultimo meetup, con tanto di aperitivo, si è svolto martedì 13 settembre, come di consueto al bar Vittoria. «E’ stata un’occasione divertente per riprendere i contatti dopo la pausa estiva di agosto – conclude Boratti – un interessante prologo per i nuovi appuntamenti ».
«L’idea del riuso dei testi è nata in America nel 1999 – spiega Giorgio – quando alcuni ragazzi hanno cominciato a lasciare libri per strada o nei giardini, nella speranza che qualcuno li raccogliesse e li leggesse». In questo modo, però, non si poteva mai sapere se l’abbandono del libro a scopo benefico andasse a buon fine, o se invece il testo venisse gettato via. Così nei primi anni del 2000 l’americano Ron Hornbaker ha pensato di seguire il tragitto di ogni libro abbandonato applicando a ognuno un numero di serie e registrandolo poi su un sito creato appositamente. E’ così che nasce il movimento del bokcrossing cresciuto fino a raggiungere dimensioni globali grazie a internet. Oggi si contano più di 660 mila bookcrosser nel mondo e oltre 20 mila in Italia.
Elisabetta Cantalini