La Guardia di Finanza opera controlli a tappeto e c'è chi non gradisce definendo i blitz dannosi per l'afflusso di turisti a Genova
La Befana sbarca a Genova ma non è quella che ha cercato di fare sorridere i piccoli ospiti dell’Ospedale Gaslini, neppure quella che è comparsa sulla spiaggia di Sturla per premiare i bambini ”coraggiosi” che hanno partecipato al cimento invernale, è la stessa che a Cortina, invece di regali o dolciumi, ha portato controlli e multe per gli evasori fiscali.
Quindici pattuglie e 30 agenti della Guardia di Finanza si sono spostati tra Portofino, Chiavari e Santa Margherita, non tralasciando il Porto Antico di Genova e la Marina dell’Aeroporto, effettuando più di 150 controlli sia su esercizi commerciali che su macchine e barche di lusso.
Non sono, naturalmente, mancate le polemiche che si concentrano non tanto sul “contenuto”, nessuno o quasi osa affermare che non sia giusto, ma sulle modalità di esecuzione. Questa spettacolarità, infatti, secondo alcuni esponenti politici, rischierebbe di turbare le vacanze dei turisti e li spingerebbe verso altre mete. Capisco il dramma: perdere i “finti poveri” è una catastrofe economica, in quanto, proprio per il latrocinio perpetrato ai danni della stato, sono i soli in grado di sostenere la “crescita” facendo “girare” il denaro senza parsimonia.
Il paradosso è evidente ed è stato materia di satira pungente alla quale i politici continuano a contrapporre una drastica levata di scudi che la dice lunga sulla reale volontà di una seria lotta all’evasione perché, tra le maglie della finanza, potrebbero incappare anche alcuni di coloro che siedono “intoccabili “ sugli scranni del Parlamento.
E’ evidente che il censimento di auto di lusso si possa fare comodamente con i dati del PRA, che il controllo dell’emissione degli scontrini fiscali dovrebbe essere una pratica normale e non solo a Natale o all’Epifania, che verificare la fedeltà retributiva di prestigiosi studi professionali o attività commerciali, siti nei posti più esclusivi, si possa fare attraverso un banale computer e, dunque, questi blitz, dal sapore di folcloristiche scenate napoletane, servano più che altro a dare l’idea di un’improvvisa, rigorosa efficienza in nome di un’equità e giustizia fino ad oggi dimenticate.
Se così fosse, ben vengano con il preciso intento, però, di essere rese “di routine” aumentando i finanziamenti alle forze dell’ordine (si assiste all’esatto contrario) e, magari, indirizzate proprio verso quella “casta” politica che continua a dare indecorosi spettacoli di malcostume e di sprechi, nascondendosi dietro privilegi talora incomprensibili. Che dire, ad esempio, delle indennità erogate ai parlamentari per collaboratori mai assunti o pagati in nero? Per par condicio, posso assumere una domestica e non pagarle i contributi o chiedere lo sgravio del 55% per pannelli solari mai messi? Non sono reati? Perché mi si chiede di rendere conto di prelievi superiori ai mille euro quando a un politico si rimborsano le spese sulla mera “fiducia” cioè senza l’esibizione di fatture giustificative?
La mia proposta è che, nell’ambito di una seria campagna nazionale antievasione, non si dimentichino questi “signori”, promulgatori di leggi che per primi infrangono perché, noi, questi provvedimenti li aspettiamo “da..m..pezzo”.
Adriana Morando