Dal bancone di un negozio ai social network, l'importante è parlare con la gente: l'incontro con i titolari di una farmacia a Voltri
Il loro blog è al nono posto della classifica ebuzzing dei blog a tema Salute. Hanno un canale di vendita e-commerce, oltre 400 amici su Facebook, quasi mille follower su Twitter, un profilo su Foursquare e sul loro canale YouTube spiegano ai genitori come usare un termometro wireless o un biberon autoriscaldante. Non solo: hanno da poco aperto una zona Wifi in cui chiunque navigare gratuitamente, e che a poche settimane dalla sua inaugurazione conta una media di 20/30 accessi giornalieri.
Tutto questo appare molto più interessante se si pensa che stiamo parlando di una farmacia di Voltri. Abbiamo incontrato Edoardo e Maddalena Schenardi, titolari della Farmacia Serra.
Cosa porta una farmacia apparentemente “di periferia” a diventare un punto di riferimento della comunicazione web?
Tutto è nato per divertimento, il nostro interesse al web non è strettamente collegato al nostro lavoro, è qualcosa che si è evoluto man mano nel tempo. Senza dubbio essere presenti sul web porta via molto tempo e risorse, è un impegno costante perché se qualcuno ci chiede un consiglio o ci fa un’ordinazione dobbiamo essere tempestivi nel rispondere, il web non conosce sabati, domeniche né periodi di ferie. La ragione per cui ad esempio non ci siamo ancora iscritti a Pinterest è proprio il rischio di non avere il tempo sufficiente per gestirlo.
La nostra presenza sul web non ci porta necessariamente ritorni sul lavoro: se una persona che vive dall’altra parte di Genova ci invia tramite Facebook le foto del figlio con i pidocchi – esempio di un fatto realmente avvenuto – e noi gli consigliamo quale prodotto usare, poi magari va a comprarlo nella farmacia sotto casa.
Quello che però conta di più, e che ci spinge a farlo, è che Internet è un modo come un altro per parlare con la gente, esattamente come facciamo con i nostri clienti qui in farmacia. È un modo come un altro di lavorare. La cosa che più conta sul web è avere qualcosa da dire: se non ci divertissimo, non lo faremmo.
Quali sono gli aspetti più interessanti della vostra presenza online?
Noi abbiamo quattro figli, e attraverso la Rete abbiamo scoperto moltissimi prodotti che da ogni parte del mondo vengono ideati per agevolare i genitori. Spesso sono oggetti che le famiglie inventano in modo “casalingo”, sperimentano sui propri figli e poi brevettano e mettono in commercio: grazie a Internet possono venderli in ogni parte del mondo. Qui abbiamo prodotti importati da Stati Uniti, Nord Europa e così via, realizzati non da grandi aziende ma da genitori-designer, che noi stessi abbiamo testato sui nostri figli e poi messo in vendita. Il canale YouTube è nato proprio per questo scopo, perché mostrare in video come si usa un prodotto è molto più facile che spiegarlo.
Non solo: proprio grazie a Internet abbiamo scoperto che non bisogna andare troppo lontano per trovare realtà interessanti. Sul web abbiamo scoperto LaitBaby, azienda genovese che commercializza prodotti per bambini: qui in negozio abbiamo in esposizione una culla trasparente, che consente ai genitori di avere sempre sotto gli occhi i movimenti del bambino. Senza Internet non avremo mai saputo della loro esistenza.
È curioso che aziende genovesi che lavorano nello stesso ambito e potrebbero attuare dei progetti insieme non abbiano gli strumenti per sapere una dell’esistenza dell’altra: come mai secondo voi?
È uno dei difetti di Genova: questa città ospita alcune delle personalità più interessanti del web, solo che a Genova nessuno lo sa. Noi stessi abbiamo avuto dei contatti da parte di molte persone provenienti da tutta Italia, abbiamo partecipato a numerosi eventi e blogger di fama nazionale hanno parlato di noi, ma un’analoga attenzione da parte dei genovesi è arrivata in un secondo tempo.
Sarebbe bello che qualcuno organizzasse in modo stabile degli appuntamenti informali, tipo cene o aperitivi, perché ad esempio tutti i blogger genovesi possano incontrarsi anche di persona.
Marta Traverso
4 commenti su “Farmacia Serra di Voltri, quando la salute è 2.0”