Nel maggio scorso una delibera della Regione Liguria ha stabilito il taglio dei trasporti sanitari. Numerosi malati con difficoltà di deambulazione sono costretti a pagare per poter usufruire di un'ambulanza
Malati che hanno sospeso le proprie cure perchè non possono pagare il trasporto in ambulanza: sembra impensabile ma tutto ciò accade nella nostra città in seguito ad una delibera di Giunta della Regione Liguria – la n. 583 del 18 maggio scorso – in base alla quale l’erogazione del trasporto in ambulanza a carico del sistema sanitario nazionale è garantita solo a chi si trova in una condizione di “non deambulabilità” assoluta, privando del servizio quei malati che hanno una “non deambulabilità” parziale. Una sola parola in grado però di avere terribili conseguenze, come aveva già messo in luce, nel giugno scorso, la Consulta per l’Handicap, con una lettera indirizzata al Ministro della Salute.
Oggi la denuncia arriva dall’Associazione dei malati di sclerosi multipla, con il supporto del Tribunale Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e sta suscitando un vespaio di polemiche. Parliamo di una quarantina di cittadini genovesi – la punta dell’iceberg di una situazione che potrebbe, a breve, coinvolgere un numero crescente di pazienti liguri affetti da patologie croniche più o meno gravi – che hanno gioco forza rinunciato a curarsi presso il centro di riabilitazione dell’Asl 3 alla Fiumara perchè non sono in grado di sostenere l’onere economico oggi richiesto per i trasporti sanitari.
Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti annuncia un’interrogazione perchè «È impensabile che malati affetti da patologie pesantemente invalidanti siano costretti a dover rinunciare al loro diritto alle cure per colpa di un’irragionevole decisione della Regione. Una scelta che ritengo incivile e lontanissima da qualsiasi concetto di pari opportunità perché sembra dividere i malati in pazienti di serie A e di serie B».
Il contestato provvedimento sui trasporti sanitari consentirà alla Regione di risparmiare 6 milioni. L’assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, nel maggio scorso dichiarò «Si tratta di un servizio che non è compreso nei Lea (livelli essenziali di assistenza) per questo, davanti ai continui tagli, pur con rammarico, abbiamo dovuto eliminarlo. In realtà, per anni, abbiamo offerto un servizio non obbligatorio».
Sarà, però, bisognerebbe spiegarlo a quella vasta platea di pazienti esclusi – anziani invalidi e temporaneamente non in grado di camminare, malati di tumore che devono seguire cicli di chemioterapia o radioterapia, persone affette da patologie neurologiche – che pagano sulla loro pelle il prezzo della famigerata “spending review”.
«Ho depositato un’interrogazione in consiglio regionale per sapere se la Regione intenda adottare provvedimenti che rivedano la delibera – continua Pellerano – Questa direttiva ha già costretto tanti malati a ricorrere ai mezzi pubblici, per esempio il taxi e a farsi carico del costo di trasporto per raggiungere le strutture ospedaliere presso le quali vengono erogate le cure e le prestazioni di cui hanno un bisogno vitale. Inoltre chiederò quali azioni la Regione intenda intraprendere per attuare risparmi senza umiliare i pazienti liguri affetti da gravi patologie».
E anche Matteo Rosso,consigliere regionale del Pdl e membro della Commissione Sanità della Regione, ha deciso di presentare un’interrogazione urgente in merito ai tagli per il trasporto in ambulanza. «Ho scritto al Presidente della Commissione Sanità invitandolo a organizzare al più preso un audizione sia con l’Associazione dei malati di sclerosi multipla sia con il Tribunale del malato, per capire cosa sta succedendo – spiega – Pretendo spiegazioni precise. Con il mio documento chiedo il ritiro immediato di una delibera che trovo assurda, soprattutto le per conseguenze pesantissime sui pazienti che, o non potranno farsi curare, o saranno costretti a spendere decine e decine di euro per prendere un taxi oppure un’ambulanza per riuscire ad arrivare presso le strutture sanitarie dove devono effettuare delle cure per loro indispensabili».
Matteo Quadrone