Comune di Genova pubblica il report statistico sulla presenza degli stranieri residenti in città, i cui numeri portano conferme e sorprese. Aumentano i matrimoni misti e le nascite di bimbi con almeno un genitore straniero, mentre diminuiscono le presenze totali in città
I numeri, spesso, possono aiutare a leggere in maniera più chiara e onesta la realtà, disinnescando populismi e perbenismi d’accatto, nonché le profezie dei “ciarlatani” di turno. Il report statistico sui migranti residenti nel Comune di Genova, pubblicato nei giorni scorsi dalla civica amministrazione, infatti, presenta una lettura della nostra comunità molto interessante, che sarebbe difficile evincere stando solo alla “letteratura” politica sul tema e alla cronaca dei giornali.
Il primo dato che emerge dal rapporto, facilmente consultabile on-line, è che in numero degli stranieri residenti è in calo rispetto agli anni scorsi: nel 2015, infatti, le presenze sono state 54.406 (29.225 femmine e 25.181 maschi), cioè il 3.4 % in meno rispetto al 2014; dal 2000 è il primo anno che questo dato registra una flessione negativa. Alla faccia dell’invasione: una cifra che non arriva al 10% sul totale della popolazione genovese. La comunità straniera più numerosa rimane quella sudamericana, ma per la prima volta in calo percentuale in relazione con le altre provenienze: rispetto al 2014, tra le venti principali comunità di stranieri residenti a Genova a fine 2015, gli incrementi maggiori in termini percentuali si registrano tra i pakistani (+18,0%), i nigeriani (+12,0%), i bengalesi (+11,8%), gli spagnoli (+7,6%), i cinesi (+5,6%), i senegalesi (+3,4%) e gli ucraini (+2,9%). Un dato scontato, invece, è l’età media della popolazione straniera residente: rispetto a quella dei genovesi (48 anni), i nuovi concittadini si assestano sui 33 anni, con la porzione femminile leggermente in media più “anziana” della porzione maschile.
Nel report troviamo alcuni dati che ci aiutano a tracciare un primo disegno della società che verrà: diminuiscono i matrimoni tra stranieri, mentre sono in aumento i matrimoni misti. Nel 2004 le unioni registrate dall’anagrafe cittadina tra due residenti stranieri era del 13,2%, mentre nel 2015 il dato scende al 7,5%; nello stesso periodo, invece, i matrimoni misti passano dall’8,5 al 17,1%; di questi il 75,8% vede il neosposo italiano e la neosposa “forèsta”. In leggera contrazione il dato dei nuovi nati con un genitore straniero: -1,2% rispetto al 2014, ma il dato di medio periodo ci ricorda che dal 2000 si è passati da un 12% ad un 31,3%. In altre parole un bimbo nato su tre ha un genitore straniero.
Infine è interessante e derimente i dati che provengono dalle aule scolastiche: nella scuola dell’infanzia la percentuale di alunni stranieri iscritti sale dal 4,2 dell’anno scolastico 2000/2001 al 10,0 dell’anno scolastico 2014/2015, nella scuola primaria dal 3,9 all’11,8 e nella scuola secondaria di 1° grado dal 5,2 al 13,1.
Il futuro di Genova, quindi è sempre più “meticcio”: un dato che dovrebbe far ben sperare per chi crede che l’integrazione e l’anti-razzismo siano dei valori imprescindibili; oggi la straniero-fobia è un problema culturale alimentato da una strisciante retorica, politica e non, per cui i “nostri” problemi (economici, lavorativi, sociali) sono colpa di altri; nelle aule delle nostre scuole, però il futuro sta già incominciando, e prima o poi, volenti o nolenti, capiremo che la responsabilità di quello che oggi non va è solamente nostra.
Nicola Giordanella