Per poter procedere con gli espropri è necessario che Comune e Regione approvino il tracciato definitivo. La questione sarà presto discussa in Consiglio con buone probabilità, grazie al fronte compatto Pd-Pdl, che arrivi un parere positivo. Il paradosso è che nel frattempo Autostrade, non più convinta della bontà dell'opera, starebbe confidando nella marcia indietro da parte della politica
L’approvazione del progetto definitivo della Gronda autostradale di Ponente dovrà passare nelle prossime settimane nuovamente attraverso le forche caudine del Consiglio comunale. Lo ha affermato ieri pomeriggio il vicesindaco Stefano Bernini spiegando che entro il 12 dicembre, data della presunta chiusura della prima conferenza dei servizi dell’opera, la Sala Rossa dovrà approvare un parere sul tracciato definitivo per poter procedere ufficialmente con gli espropri.
«Nessuno ci ha informato dell’incontro a Roma – ha tuonato il capogruppo di Sel Gianpiero Pastorino – avrei sperato che la giunta venisse in aula per confrontarsi con il Consiglio visto che si sta parlando dell’ennesima cementificazione del territorio che coinvolgerà la città da Vesima alle sponde del Bisagno».
«Tutto il processo della Gronda – ha rincarato la dose Paolo Putti, capogruppo di M5S e punto di riferimento del movimento No Gronda – è circondato dalla totale mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni che si sono occupate solo di creare consenso attorno all’opera. Ma i vecchietti pensionati che passano il tempo guardando i lavori ci raccontano da decenni la fragilità del territorio che frana sempre più di frequente: e noi in questo territorio vogliamo di nuovo mettere mano con grandi infrastrutture?».
«La conferenza dei servizi che si è riunita per la prima volta il 17 ottobre a Roma – ha risposto Bernini – ha chiesto a Regione, Comune, Autorità portuale, Aeroporto e Autostrade di completare un percorso che possa portare alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera necessario per fare gli espropri lungo il tracciato della Gronda. Per Autorità portuale, Aeroporto e Autostrade si tratta dell’accordo sulla pista di atterraggio che va allargata sul canale di calma, per la Regione si tratta di un’approvazione della Giunta sul tracciato, per il Comune si tratta di portare in Consiglio un parere sul tracciato che farebbe concludere il percorso di questa prima conferenza dei servizi». Approvando il tracciato definitivo si potrebbe arrivare alla pubblica utilità dell’opera e proseguire nell’acquisizione di aree ed edifici da parte di Autostrada con il conseguente indennizzo per i cittadini interferiti.
Solo allora potrebbe aprirsi la seconda conferenza dei servizi che dovrà esaminare le ben più delicate questioni delle prescrizioni della Via, del progetto esecutivo e della sua eventuale suddivisioni in lotti funzionali.
Ma, seppure esclusivamente a fini espropriativi, non è poi così scontato che questo nuovo parere richiesto al Consiglio comunale sia positivo. Le sinistre dovrebbero essere abbastanza compatte, almeno su questo tema, e alla giunta non resterebbe che puntare su qualche larga intesa tra Pd e opposizioni: «Annuncio fin d’ora il mio scontato voto contrario – commenta Antonio Bruno, Fds – e auspico che si attivi una ferma opposizione in città e in Consiglio comunale. L’intervento si sviluppa da est a ovest mentre il traffico delle merci del porto di Genova si sviluppa da Nord a Sud e impatta in un territorio delicatissimo dal punto di vista idrogeologico. Gli studi trasportistici dimostrano che il traffico gravante su Genova è prevalentemente interno al nodo autostradale».
Perché la pratica deve passare nuovamente dalla Sala Rossa che sulla questione si era già espressa? «Il tracciato della Gronda – ha spiegato ancora il vicensindaco – è contenuto solamente nel nuovo Puc ma non in quello vigente, per questo la conferenza dei servizi ci ha chiesto di confermare un parere positivo. È anche abbastanza probabile che dopo questo passaggio non sia necessario che la decisione della conferenza dei servizi debba nuovamente tornare in Sala Rossa per un’ulteriore ratifica perché nel frattempo dovremmo essere giunti all’approvazione definitiva del Puc in cui, appunto, la Gronda è prevista».
Prima di Natale, dunque, gli interferiti potrebbero avere una risposta definitiva sul proprio futuro. «Chiudiamo definitivamente questa partita – chiude Bernini – che potrebbe anche portare qualche vantaggio sia agli abitanti sia a chi ha attività produttive perché le valutazioni di appartamenti ed edifici sono stati fatti nel 2008 a margine del dibattito pubblico e a cifre più interessanti di quanto possa offrire attualmente il mercato immobiliare». Secondo il vicesindaco la questione con gli abitanti è già stata chiusa, ora si tratta di completare la stesso percorso anche con le aziende nelle prossime settimane: la quadra potrebbe essere trovata attraverso la Regione che si è detta disponibile ad aumentare l’indennizzo proposto da autostrade a patto che gli imprenditori rimangano sul territorio locale anche dopo la nuova collocazione.
Viene da chiedersi, però, come mai Autostrade che sembra aver perso quasi tutto l’interesse per la realizzazione dell’opera, soprattutto a seguito di studi di traffico che non motiverebbero un investimento così ingente (si parla di 3 miliardi di euro), sia comunque disposta a sborsare le quote degli espropri per un’infrastruttura che chi sa se e quando mai sarà completata. Probabilmente la questione degli interferiti rappresenta un costo minore di cui vale comunque la pena farsi carico senza la necessità di dover metterci la faccia su un’opposizione definitiva all’infrastruttura.
Simone D’Ambrosio