Il protocollo di intesa del "Nodo" fu firmato nel 1999, e nel 2017 doveva essere finita la tratta Voltri-Brignole della Metropolitana di Superficie. Ma è tutto fermo
Il binario 2 tronco della stazione di Voltri si può definire un binario fantasma. Inaugurato a inizio 2012 come seconda arteria di quella sorta di “metropolitana di superficie” che avrebbe dovuto collegare Voltri a Brignole entro il dicembre 2017, separando il traffico a lunga percorrenza da quello metropolitano, ad oggi è ancora inutilizzato. E il binario 1 tronco, da cui parte circa un treno ogni mezz’ora, dopo pochi metri torna a incrociarsi con le linee della lunga percorrenza di persone e merci. Generando quegli ingorghi che causano i ritardi a cui i tanti pendolari che dal ponente genovese vanno a lavorare in centro sono tristemente abituati. Eppure, della necessità di separare le linee dedicate ai viaggi metropolitani da quelle per la lunga percorrenza le merci si parla da molto tempo. Addirittura dal millennio scorso, se si considera che la firma del Protocollo di Intesa tra Regione Liguria, Comune di Genova e Ferrovie dello Stato sul nuovo assetto ferroviario del nodo di Genova risale al 22 ottobre 1999. Sindaco era Beppe Pericu, Presidente della Regione Liguria Giancarlo Mori e in radio impazzava Livin’ la Vida Loca di Ricky Martin.
Nonostante la calma con cui procedono i lavori, il “potenziamento infrastrutturale della tratta Voltri – Brignole” figura nel sito del SILOS, il “Sistema Informativo Legge Opere Strategiche” che elenca tutti i cantieri sparsi per la penisola la cui importanza è ritenuta appunto “strategica” per lo sviluppo economico del Paese. Il rafforzamento della ferrovia genovese è classificato tra le opere che compongono l’altisonante Corridoio Plurimodale Tirrenico – Nord Europa, una sequenza di autostrade e binari che, dalla Sicilia al Piemonte, si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare i collegamenti tra l’Italia e il resto del continente. Il corridoio rientra nel programma fissato dalla cosiddetta “Legge Obiettivo” del 2001 e include opere ben più note a livello nazionale, quali il ponte sullo stretto di Messina o il Terzo Valico dei Giovi, quest’ultimo etichettato come prioritario.
I binari della discussa linea Tortona – Novi Ligure – Genova e quelli del rinnovato nodo ferroviario sono destinati a incrociarsi. Il prolungamento verso levante di circa 3 chilometri della bretella che parte dalla stazione di Genova Voltri collegherà infatti la stazione del ponente genovese alla linea Succursale dei Govi all’altezza del bivio Polcevera, passando per Borzoli e Fegino. Facendo di Voltri una sorta di hub, snodo cruciale del traffico di merci e passeggeri e vera e propria porta di ponente del nodo ferroviario. Certo, ad oggi è difficile crederlo, se si guarda a quel solitario binario 2 tronco, ai disservizi di una stazione a cui mancano persino i servizi igienici e ai continui slittamenti della data di fine lavori degli ultimi anni, causati anche dalla liquidazione del gruppo Eureca Fergen.
E le denunce dei sindacati di inizio anno sulla situazione di stallo dei cantieri non sono certo un segnale positivo. Ma lo scorso ottobre Rete Ferroviaria Italiana, in coro con Comune e Regione, ha fissato al 2021 la conclusione dei lavori. Lo stesso anno in cui si dovrebbero chiudere i cantieri del Terzo Valico. Roma permettendo. L’aspirante presidente del Consiglio Luigi di Maio, infatti, nella sua recente intervista a Primocanale ha confermato la storica contrarietà del Movimento Cinque Stelle all’opera, dichiarando l’intenzione di “metterla da parte” e di concentrarsi sul rafforzamento della linea Genova – Milano esistente. Anche le politiche del prossimo 4 marzo diranno quindi qualcosa sul destino dei cantieri liguri.
Inoltre non è chiaro come il collegamento delle due opere possa essere tecnicamente compatibile, visto che le bretelle ipotizzate non si sa se siano AV/AC come il resto dell’infrastruttura transappenninica.
Il piano per il rafforzamento del nodo ferroviario genovese si concentra su quattro punti nevralgici: Voltri, Sampierdarena, Principe e Brignole. Le prime due in quanto punti di intersezione tra la linea urbana e quelle di valico, le altre per la loro posizione centrale. Se è vero che gli obiettivi e le linee generali del progetto sono sempre le stesse da ormai un decennio abbondante, meno chiari sono alcuni dei suoi aspetti più minuti. Come riportavamo in un nostro articolo di qualche anno fa a ponente, per esempio, si era pensato alla realizzazione di nuove stazioni intermedie a Multedo e Pegli Lido, per cui i contatti tra Comune e Fs sembravano in fase piuttosto avanzata. Oggi, però, si parla solo della nuova stazione di Palmaro, per la quale i lavori, almeno a uno sguardo poco attento, sembrerebbero quantomeno in fase di stallo.
Limitandoci alle linee essenziali, l’ultima versione del piano prevede il quadruplicamento della ferrovia tra Voltri e Sampierdarena (con due binari dedicati alla lunga percorrenza e due al traffico regionale e metropolitano) e il sestuplicamento della tratta tra Principe e Brignole. A Sampierdarena una nuova galleria artificiale dovrebbe evitare l’interferenza tra la linea dei Giovi (la cui parte meridionale si vuole dedicare solo al traffico locale) e il prolungamento della bretella di Voltri. Tra le due stazioni centrali genovesi, l’obiettivo è quello di ottenere tre coppie di binari, tramite il prolungamento delle gallerie Cristoforo Colombo e San Tommaso, il cui nuovo tratto si collegherà alla Galleria delle Grazie Bassa. Ma per adesso, l’unica moltiplicazione certa è quella delle tempistiche.
Luca Lottero