Tre nuovi uffici di informazione e accoglienza turistica dovrebbero trovare posto alla Stazione Marittima, Principe e Brignole. Ma prima di tutto bisognerebbe far rendere al meglio quelli già esistenti. L’assessore Sibilla risponde alle polemiche sulla chiusura estiva dello Iat al Carlo Felice
Il Consiglio comunale riapre le porte dopo la pausa estiva. In attesa della patata bollente rappresentata dalla discussione sulla privatizzazione delle società partecipate, in Sala Rossa si è tornati a parlare di un argomento che nelle scorse settimane ha tenuto parecchio banco sulla stampa cittadina: l’accoglienza turistica. Lo spunto è stato fornito da un articolo 54 – interrogazione a risposta immediata – avanzato dalla consigliera Vittoria Emilia Musso che ha chiesto delucidazioni all’assessore Carla Sibilla in merito alla chiusura dell’infopoint del Carlo Felice nel mese di agosto.
L’occasione è stata ghiotta per fare il punto della situazione sul sistema degli uffici di Informazione e accoglienza turistica dislocati sul territorio genovese. Un servizio che la Regione delega al Comune fornendo un contributo economico, costante dal 2007 al 2010 ma dimezzato a partire dal 2011. Tre dei quattro Iat cittadini (piazza Caricamento, via Garibaldi e aeroporto) sono gestiti direttamente da personale comunale, con l’integrazione di un’agenzia interinale a copertura di ferie e malattie, e lavorano mediamente 9 ore al giorno, domeniche incluse: 9-18.30 per gli infopoint di via Garibaldi e Caricamento, che d’inverno chiude mezz’ora prima, mentre 10-13.30 e 14-17.30 per quello dell’aeroporto. Più complessa la situazione del quarto punto informativo, quello con sede al Carlo Felice, gestito in concessione, almeno fino alla fine dell’anno, da personale del teatro e finito nell’occhio del ciclone per la chiusura agostana. Di certo, non una scelta strategica nel periodo di maggior affluenza turistica. Una situazione che preoccupa anche in vista dell’Expo 2015 in cui Genova dovrebbe rappresentare una sorta di naturale sbocco al mare per la kermesse milanese. «Innanzitutto – ha precisato l’assessore Sibilla – va detto che l’infopoint del Carlo Felice serve solo per il 20% un’utenza turistica, mentre all’80% è sfruttato da cittadini genovesi. La spiacevole situazione che si è verificata nel mese di agosto è stata dovuta a una mancanza di comunicazione da parte del Carlo Felice del piano ferie del suo personale, che ci avrebbe permesso di studiare un rimedio opportuno».
L’assessore al Turismo del Comune di Genova ha successivamente allargato il discorso a tutto l’impianto di informazione e accoglienza turistica cittadina: «I nostri Iat, oltre a divulgare importanti informazioni turistiche, offrono anche servizi legati alla città come la vendita della card musei, di biglietti Amt e di visite guidate. Inoltre, è presente un reparto commerciale che nell’ultimo periodo primaverile ed estivo ha sensibilmente incrementato la rendita».
«L’impegno del Comune – ha proseguito Sibilla – è di verificare entro la fine dell’anno i punti di accesso e strategici della città per tornare a discutere con la Regione l’impostazione del servizio. L’obiettivo è quello di giungere a un’omogeneità del servizio su tutto il suolo regionale, prendendo proprio a riferimento il modello genovese a cui guardano anche altre grandi città come Milano e Bologna». In quest’ottica la Regione ha parlato della possibilità di tre nuovi uffici per il capoluogo.
Del primo si parla ormai da anni ed è quello che dovrebbe trovare spazio in zona Stazione Marittima. I finanziamenti in questo caso non dovrebbero essere un problema; il punto delicato resta la collocazione. Nel precedente ciclo amministrativo, quando la materia era di competenza dell’assessore Gianni Vassallo, tutto sembrava essere pronto per l’allestimento in parte dei vecchi uffici postali dismessi. Poi intervenne un’inchiesta per abuso d’ufficio del funzionario incaricato all’operazione a cui fece seguito il blocco della possibilità di stipulare affitti passivi per gli enti locali. Ora si tratta di trovare nuovamente la quadra: operazione non facile visto che il Comune dovrà accordarsi con Autorità portuale e Soprintendenza. La soluzione, allora, potrebbe essere anche un gazebo semovibile, da posizionare in approdi strategici al momento dell’arrivo delle navi. Una battaglia, comunque, non semplice dal momento che buona parte del turismo crocieristico arriva in città con pacchetti-visita già acquistati unitamente al viaggio.
L’obiettivo è sempre quello di trasformare i visitatori mordi e fuggi in veri e propri turisti. Per fare ciò, le istituzioni sembrano sempre più intenzionate a intercettare i flussi nei loro luoghi naturali di partenza/arrivo. In quest’ottica sembrano, allora, molto più cruciali altri due infopoint che dovrebbero vedere la luce nei pressi delle stazioni ferroviarie di Principe e Brignole. Anche qui, si tratta di studiare la giusta collocazione perché, come sempre nel settore commerciale, bastano 50 metri di troppo o un angolo sbagliato, per rimanere all’esterno del flusso turistico principale. Per Brignole si parla di uno spazio nei pressi del posteggio prima del tunnel che conduce a Borgo Incrociati. A Principe, invece, ci sarebbe sempre il vecchio locale Amt in corrispondenza della fermata sotto la pensilina perché gli affitti all’interno della stazione sembrano al momento fuori budget.
Ad ogni modo, per trovare le risorse necessarie, Comune e Regione potrebbero considerare l’intervento di capitali privati, quantomeno per servizi più strettamente legati al settore commerciale. «Entro la fine dell’anno discuteremo il nuovo piano con l’assessore regionale Berlangieri» assicura Sibilla. Insomma, la prossima estate come test per il 2015 dell’Expo. Staremo a vedere.
Simone D’Ambrosio
[foto di Daniele Orlandi]