E sulla questione degli anziani residenti in strutture di ricovero, interviene anche l'assessore regionale al bilancio, Pippo Rossetti
Mantenere l’aliquota sull’abitazione principale al 4 per mille o, almeno, in caso di aumento, applicare tutte le detrazioni possibili per le fasce di popolazione più disagiate. Questa la richiesta che la Cgil Liguria insieme alle Camere del Lavoro ed al Sunia rivolge all’Anci Liguria (sezione ligure dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Il sindacato ribadisce che considera sbagliato il modo in cui il Governo ha ripristinato la tassazione sul patrimonio costituito dalla casa, perché «va distinto il possesso della casa di abitazione, per la quale tanti sacrifici sono stati fatti da molte famiglie e la disponibilità di un patrimonio immobiliare significativo che una parte di cittadini ha accumulato».
«L’aumento delle aliquote sulla prima casa viene motivata, dagli enti locali che l’hanno annunciato, con l’esigenza di non ridurre i servizi sociali – sottolinea la Cgil – Non condividiamo il fatto che un aumento di tassazione sia usato semplicemente per mantenere il sistema di servizi così com’è e rivendichiamo che, se si intende procedere all’aumento, questa sia almeno considerata occasione per riorganizzare i servizi e riorientare la spesa (integrazione tra diversi settori di intervento, corretto rapporto tra regia pubblica e soggetti dell’impresa sociale e della cittadinanza attiva, ecc.)».
La prima richiesta della Cgil quindi è che «l’aliquota sull’abitazione principale non venga maggiorata rispetto al 4 per mille; in ogni caso, ed a maggior ragione, se invece i comuni dovessero decidere diversamente, chiediamo che siano applicate detrazioni per fasce di popolazione più disagiate. In particolare il sindacato chiede di: equiparare all’abitazione principale la casa dell’anziano o disabile ricoverato in modo permanente in struttura residenziale; prevedere detrazioni per disabili o anziani non autosufficenti presenti nel nucleo familiare; parificare all’abitazione principale le “seconde case” assegnate in usufrutto ai figli o ai genitori anziani; assegnare un contributo ai cittadini in condizioni svantaggiate o con redditi Isee (Indicatore situazione economica equivalente) sino ad una certa soglia, maggiore nel caso si tratti di lavoro dipendente o pensione; esentare coloro che hanno subito danni dalle alluvioni dello scorso anno; adottare correttivi nell’applicazione dell’imposta sulle seconde case per incentivare l’affitto ed in particolare l’affitto a canone concordato, ed evitare per quanto possibile che l’aumento si traduca in aumento del canone stesso».
E sulla questione Imu ieri è intervenuto anche l’assessore regionale al bilancio Pippo Rossetti che in una lettera all’Anci Liguria scrive «Chiedere ai pensionati, come fa il Governo, che trasferiscono la propria residenza presso un ospizio, di pagare l’IMU come seconda casa è iniquo. Per questo come Regione chiediamo ai Comuni liguri di prevedere un’attuazione meno stringente dell’art. 13 del decreto salva Italia».
«Chiediamo ai Comuni di prevedere l’applicazione del comma 10 dell’art. 13 che prevede la possibilità di considerare l’unità immobiliare, posseduta a titolo di proprietà o di usufrutto, come abitazione principale. Pagando dunque molto meno». In questo caso, infatti, l’IMU da pagare verrebbe dimezzata passando dal 7,6 per mille al 4 per mille a condizione che l’abitazione non risulti affittata.
L’iniziativa dell’assessore Rossetti fa seguito all’ordine del giorno approvato in consiglio regionale all’unanimità in cui si chiedeva al presidente e alla Giunta regionale di procedere in tal senso. «Non si può tollerare – conclude Rossetti – che gli anziani, ospiti in case per la terza età perché hanno dei problemi o non sono autosufficienti, siano vessati dovendo pagare 1500 o 2000 euro in più». Ammontano a circa 8.300 gli anziani ospiti in strutture liguri di ricovero permanente.