In oltre 15 anni il Comune di Genova non ha adeguato i regolamenti per contrastare l'inquinamento acustico generato principalmente dal traffico veicolare
Legambiente e Movimento per la difesa del Cittadino della Liguria denunciano che in più di quindici anni il Comune di Genova non avrebbe adeguato i regolamenti comunali di igiene e sanità, o di Polizia Municipale, per contrastare l’inquinamento acustico da parte di fonti mobili come i veicoli a motore.
Le associazioni, non soddisfatte dalle risposte ricevute negli anni dall’amministrazione, avevano già presentato una diffida rinnovata due volte tra il 2010 e il 2011. Ora il presidente di Legambiente Liguria, Santo Grammatico e il presidente ligure di MDC, Salvatore Franco, passano al codice penale e assistiti dall’avvocato Marco Romeo, consegnano un esposto alla Procura della Repubblica. Sarà quindi compito dei magistrati rilevare eventuali responsabilità a carico di chi non avesse rispettato la normativa.
«Lo studio del problema, l’approfondimento dei fattori che maggiormente concorrono a determinarlo, la ricerca dei rimedi di più concreta e agevole applicazione hanno condotto ad una prima e fondamentale conclusione – scrivono nell’esposto MDC e Legambiente – poiché l’inquinamento acustico è generato principalmente dal traffico veicolare (fattore responsabile al 74-76%, secondo le rilevazioni contenute nel documento di classificazione acustica della città di Genova, pubblicato nel maggio 2002), è su questo versante che dovrebbero incentrarsi gli interventi di contrasto, peraltro già da tempo possibili con i mezzi e le risorse (materiali ed umane) a disposizione, mediante un’attività combinata di prevenzione, controllo e repressione che la normativa vigente consente ed impone alle Forze dell’Ordine, alle Amministrazioni locali nonché a tutti gli Enti e le Istituzioni cui la legge affida, tra gli altri, il compito di salvaguardare la salute e la sicurezza del cittadino».
Diciassette anni fa, per rispondere al problema dell’inquinamento acustico, è stata emanata la legge quadro 447/1995: la norma, all’articolo 6, ha imposto ai Comuni di adeguare entro un anno i regolamenti locali di igiene e sanità, o di polizia municipale, prevedendo apposite norme contro l’inquinamento acustico con particolare riferimento al controllo, al contenimento e all’abbattimento delle emissioni sonore, comprese quelle derivanti dalla circolazione di auto e moto.
L’obbligo di adeguare i regolamenti comunali, stabilito dalla legge quadro, è stato ribadito dalla legge regionale 12/1998 e, a livello nazionale, anche dal DPR 142/04 intitolato “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare”.
«L’esperienza di questi anni, dimostra purtroppo la colpevole inerzia delle istituzioni preposte – sottolineano le associazioni – le quali, in spregio a normative vigenti da tempo e di indubbia portata applicativa che sono state sistematicamente disattese, hanno coltivato troppo spesso (continuando a farlo tuttora) quell’apparentemente insopprimibile tendenza italiana allo scarico delle responsabilità, nel quadro di un’ingiustificata sottovalutazione del fenomeno, quasi si trattasse dell’isolata lamentela di qualche persona troppo sensibile e non, invece, di un elemento che tutti i più accreditati centri di ricerca sanitaria nel mondo considerano oggi responsabile della diffusione su larga scala di vere e proprie patologie (sia di carattere fisico che psicologico)».
Nel 2011 Legambiente è riuscita a far emanare dalla Regione Liguria una circolare indirizzata ai Comuni intitolata “Controlli di rumore ambientale” firmata dall’assessore all’Ambiente, Renata Briano. La missiva specifica che le modalità dei controlli vadano stabilite dai rispettivi regolamenti comunali e che la Municipale possa misurare le emissioni sonore dei veicoli tramite proprio personale e proprie attrezzature, anche senza la qualifica di tecnico competente in acustica ambientale.
Se la vertenza legale è nata sotto la Lanterna, il problema delle omissioni da parte dei Comuni si annuncia più ampio e azioni analoghe potrebbero estendersi a altre realtà. Del resto l’inquinamento acustico stradale è un problema diffuso: «Le emissioni prodotte dai veicoli non sono soltanto nocive sulla strada, ma costituiscono un vero inquinamento atmosferico che coinvolge le abitazioni ed è in grado di abbassare la qualità della vita degli abitanti», spiega il vicepresidente ligure di Legambiente, Stefano Sarti.
Vittorio Bigliazzi, presidente genovese di MDC, rincara la dose: «Il rumore sta diventando una vera e propria emergenza per la salute fisica e psichica degli abitanti di grandi e piccole città. In Italia da alcuni anni vi sono leggi specifiche, ma sconosciute ai più e non applicate dalle stesse autorità preposte all’osservanza e al controllo».