Abbiamo visitato la scuola di via Berghini a san Fruttuoso in compagnia della direttrice. Qui i ragazzi della scuola media affrontano "compiti di realtà", si occupano di sicurezza e raccolta differenziata, escono in barca a vela e fanno trekking e il pomeriggio si riuniscono in redazione per il giornale di istituto
Avete mai fatto un giro all’interno delle scuole della città? Probabilmente, se avete più di 18 anni, e se non avete figli in età da scuole dell’obbligo, la risposta è no. Anche perché, direte voi, di anni sui banchi di scuola ne avete trascorsi anche troppi, e che senso avrebbe tornare lì dentro? Tanto non cambia mai niente; tanto si sa che la scuola è a pezzi e non può che peggiorare. Noi già qualche tempo fa, in una nostra inchiesta, vi avevamo dimostrato che le cose non stanno sempre così, e che le scuole di Genova cercano di adattarsi alle nuove esigenze e stare al passo con i tempi. Ora, grazie a #EraOnTheRoad siamo entrati all’interno della scuola media statale dell’ Istituto comprensivo San Fruttuoso e abbiamo parlato con la dirigente scolastica, la Dott.ssa Isabella Benzoni, che ci ha illustrato le novità introdotte all’interno della scuola a partire da settembre 2012, data del suo insediamento nel complesso.
Arrivati nell’istituto di Via Berghini 1 (scuola media a indirizzo musicale, dieci classi e circa 230 alunni), incontriamo la dott.ssa Benzoni, che arriva subito al dunque: «Assumersi responsabilità, cooperare, riflettere sulle dinamiche di gruppo, socializzare, prendersi cura dei più piccoli, esplorare i propri limiti, mentre noi adulti li accompagniamo nel loro percorso verso il superamento dei limiti stessi: questo quello che vogliamo fare in questa scuola. Da settembre di due anni fa, da quando sono diventata preside qui, abbiamo dato avvio a una serie di progetti nuovi e non comuni. L’idea è nata da una programma già avviato e promosso da Carige, che si chiamava “I giovani migliorano la scuola”, per incentivare il percorso di cittadinanza attiva e cooperazione. Spesso, come sappiamo, nella scuola questo aspetto non è curato come si dovrebbe, e si riduce al poco, pochissimo tempo dedicato alla materia di educazione civica. Qui, invece, abbiamo dato avvio a una serie di progetti, tra cui il progetto accoglienza, che permette ai ragazzi di conoscersi all’inizio del primo anno di scuola media, seguendo un percorso partecipativo volto alla creazione del gruppo classe, per il miglioramento dell’apprendimento. Inoltre, un ciclo di assemblee mensili tra i ragazzi, gestite da rappresentanti di classe eletti dai compagni stessi, in cui i ragazzi sono chiamati a svolgere compiti specifici, con responsabilità crescenti dalla classe prima alla terza secondo il principio della peer education. E poi, i laboratori Matefitness, lo sport, ecc., tutto al fine di migliorare l’apprendimento attraverso la coesione interna al gruppo, che spesso viene trascurata a questo livello di istruzione: non si tiene conto di quanto questa sia un’età difficile, un periodo di passaggio in cui gli alunni sono sì abbastanza grandi, ma ancora troppo piccoli e in un momento troppo delicato per essere lasciati a loro stessi».
Assumersi responsabilità e, in questo modo, crescere: il progetto prevede l’istituzione di rappresentanti di classe (pratica di solito comune nelle scuole superiori) già nelle scuole medie, per il coordinamento di assemblee mensili, in cui vengono discusse proposte per il miglioramento della vita nella scuola e lo svolgimento di ‘compiti di realtà’. I rappresentanti, dopo ogni assemblea, si incontrano con docenti e dirigente scolastico per condividere le proposte emerse in classe e cercare una strategia di realizzazione.
Racconta la direttrice: «Il ruolo dei rappresentanti di classe è di responsabilità: anche se c’è sempre la supervisione di un docente, i ragazzi sono gli attori del processo decisionale e gestionale. L’obiettivo delle assemblee è fare proposte per il miglioramento della scuola: ad esempio, l’anno scorso grazie all’idea dei ragazzi e alla disponibilità anche dei loro genitori (con finanziamenti del Comune di Genova), abbiamo ridipinto la scuola e realizzato murales al piano terra. I ragazzi devono affrontare ogni anno tre compiti di realtà nel corso delle assemblee, ovvero situazioni concrete, con caratteristiche e condizioni particolari, che devono gestire insieme, prendendo decisioni e cooperando verso una soluzione. I compiti variano per ogni classe: le prime e le seconde hanno organizzato il mercatino di Natale; le terze l’Open Day per l’orientamento aperto alle classi delle elementari, con laboratori di arte, danza, inglese, per dare assaggi delle attività svolte qui durante l’anno. I ragazzi, in questi contesti, curano tutti gli aspetti e prendono decisioni, assumendosi le responsabilità delle scelte. Alla fine, si rendono conto di essere in grado di fare molte più cose di quel che pensavano: esplorano le loro capacità, mettono in discussione i loro limiti. Inoltre, queste situazioni permettono anche ai docenti di esplorare le dinamiche del gruppo classe e di tenere a bada eventuali conflitti e prevaricazioni di un gruppo sull’altro».
Inoltre, in ogni classe vengono nominati anche “incaricati“, ovvero, come spiega la direttrice: «soggetti di due tipi: i primi sono figure a rotazione, per la gestione dei ruoli all’interno della classe, come contattare i compagni assenti per dargli i compiti, ecc.; gli altri sono annuali, e si occupano di gestire temi importanti, partecipando a incontri con esterni, secondo il metodo della peer education».
Questi ultimi, in particolare, sono persone preposte allo svolgimento di compiti stabiliti: ad esempio, vi sarà chi sarà incaricato di gestire la sicurezza in classe, oppure chi si occuperà della raccolta differenziata, e così via. Questi soggetti dovranno sottoporsi periodicamente a incontri e seminari con esperti, e poi dovranno informare e rendere edotti i compagni, trasmettendo loro le nozioni apprese, secondo un metodo piramidale. Come detto, il principio alla base è quello della peer education, per cui i ragazzi incaricati svolgono il ruolo di guida per i compagni di classe, per la condivisione di conoscenze attinenti all’incarico. Il metodo, sperimentato ormai frequentemente e accreditato come efficace, fa in modo che gli incaricati, dovendo spiegare poi ai compagni, siano più stimolati ad apprendere e memorizzare nozioni, con una padronanza più profonda data dalla responsabilità dell’incarico. Dall’altra parte, i compagni di classe cui la spiegazione è rivolta sono più aperti e predisposti a fare domande e continuare la discussione.
A questo proposito, sono andati a costituirsi due gruppi principali per ogni classe (cui di volta in volta, a seconda delle necessità, se ne possono aggiungere altri). Il primo si occupa della sicurezza, in cui gli “aprifila” e “chiudifila” di ogni classe si occupano di tematiche relative alla sicurezza dentro e fuori la scuole (evacuazione in caso di pericolo, primo soccorso). Gli incaricati incontrano rappresentanti dei vigili del fuoco, protezione civile, ecc. e poi trasferiscono ai compagni quanto emerso negli incontri. Allo stesso modo, l’altro gruppo si occupa della raccolta differenziata: qui gli incaricati approfondiscono tematiche di scientifico-ecologiche e legate al ciclo dei rifiuti, grazie ad esperti.
È presente anche un comitato dei ragazzi, per concretizzare la partecipazione a forme di rappresentanza democratica e assunzione di responsabilità nelle decisioni.
Un progetto pensato per inserire gli alunni nel nuovo ambiente scolastico, creando un contesto emotivo coinvolgente dal quale scaturisca la motivazione ad apprendere. L’obiettivo è creare senso di appartenenza alla scuola: dalla reciproca conoscenza nasce una clima di fiducia. Il progetto prevede percorsi che coinvolgono ragazzi, docenti e anche i genitori degli alunni, che sono chiamati a rendersi disponibili e cooperativi in vari modi.
«Il progetto coinvolge i genitori e gli alunni di prima per i primi dieci giorni di scuola, in cui vengono esposte le proposte progettuali e didattiche, e si svolgono attività ludiche per consolidare il gruppo classe. Poi ancora, nel corso dell’anno, ci sono altre attività, come uscite in barca a vela, trekking e settimana bianca, per studiare le dinamiche del gruppo fuori dal contesto strutturato e limitato della classe. L’accoglienza continua anche nelle seconde e terze classi, naturalmente in misura minore: in particolare, le terze svolgono attività di accoglienza delle future prime e fanno orientamento per i bambini delle elementari».
Un itinerario che, grazie alla cooperazione e disponibilità degli alunni delle medie, accompagna i bambini delle classi quinte delle scuole elementari alla scoperta della scuola secondaria. Per presentare le proposte formative e potenziare la collaborazione tra alunni delle due scuole, per rendere l’ingresso dei più piccoli nella nuova scuola meno traumatico. Gli alunni delle elementari hanno la possibilità di partecipare a laboratori didatti ed esperienze gestite da quelli delle medie, in cui hanno la possibilità di rivolgere domande a ragazzi e docenti.
Un altro progetto cui la scuola aderisce, ministeriale, riguarda la problematica del cyber bullismo e dei problemi in cui possono incappare i più giovani nella rete. L’iniziativa nasce da “Safe Internet“, progetto che ha coinvolto un gruppo di alunni scelti per partecipare a corsi e seminari, sempre nell’ottica della peer-education. Lo scorso 30 aprile è stato presentato dalle classi un resoconto di quanto appreso nell’ambito di questa esperienza: non si può impedire ai ragazzi di avvicinarsi alla rete, si può in compenso monitorare ed educare.
Un percorso trasversale e interdisciplinare che si sviluppa nel corso del primo ciclo di istruzione, attraverso esperienze curriculari ed extra-curriculari per la conoscenza extrascolastica e del mondo delle professioni: un percorso per sollecitare nei ragazzi una riflessione sulle proprie attitudini e interessi. Il lavoro viene portato a termine nelle classi terze, tra settembre e febbraio (deadline per l’iscrizione alla scuola superiore) e comprende attività che coinvolgono ragazzi, docenti, genitori, Provincia e Regione. Oltre alla consuete visite al Salone dell’Orientamento e all’Open Day, anche il progetto PARI per un gruppo di alunni che potrà frequentare per 7 giorni un centro di formazione professionale della Provincia.
Attività di vela (in convenzione con Assonautica), scuola in montagna, trekking (in convenzione con CAI), con esperienza dedicata all’astronomia: un’iniziativa a tappe, che accompagna gli alunni in un percorso integrato di esplorazione diretta dei territori, della morfologia, storia e professioni, della natura animale e vegetale, in contesi meno familiari ai ragazzi.
Non mancano anche i laboratori: scientifico, Matefitness, di recupero linguistico e matematico, di conversazione in lingua straniera, di informatica, infine, di storia. Nel primo caso, i ragazzi sperimentano e scoprono le leggi della natura utilizzando un laboratorio attrezzato. Con Matefitness, invece, partecipano per tre mesi a incontri curati dal CNR di Genova, per sviluppare competenze logiche: inoltre, i trainer di Matefitness hanno formato 40 ragazzi della scuola media, che hanno poi trasferito le loro conoscenze ai bambini delle elementari, autonomamente e non coadiuvati dai loro docenti. Il laboratorio di conversazione in lingua straniera, inoltre, si svolge attraverso role play, simulazioni ambientate in un’aula appositamente attrezzata per stimolare situazioni di dialogo quotidiano. «I risultati emersi sono interessanti: i ragazzi nell’ambito della peer education con Matefitness – racconta la direttrice – si sono mostrati preparati e disinvolti. Serve attenzione alle relazioni, vogliamo stimolare il senso di cura del grande nei confronti del piccolo, che spesso si perde nella società di oggi. È un modo per dare continuità».
Oltre alle consuete attività pomeridiane a pagamento (per il conseguimento del patentino per il ciclomotore o per l’esame Trinity per la lingua inglese), non mancano poi anche attività gratuite in cui i ragazzi possono dedicarsi al giornalismo e alla redazione del giornalino di istituto, oppure alla creazione di murales (sì, avete capito bene), al latino e alla lingua inglese, ma anche a cose più strane come l’arrampicata sportiva, il cineforum e, visto che si tratta di una scuola a indirizzo musicale, è previsto anche tempo da dedicare alla nascita della band di istituto.
La direttrice e i docenti lavorano per introdurre un sistema di sanzioni rieducative: no alle sospensioni e punizioni fini a se stesse, che finiscono solo per allontanare i ragazzi; sì a sanzioni mirate, secondo il principio “chi sporca, pulisce”. Coinvolto già un team di psicologi e avvocati che, a titolo gratuito, offrono consulenze per fare un lavoro tarato sul tipo di comportamento scorretto messo in atto dal ragazzo. «Per fortuna non incontro grandi problemi nell’istituto – conferma la dott.ssa Benzoni – anche se un tempo la scuola aveva una cattiva nomea, e questo probabilmente influisce ancora oggi e limita il numero delle iscrizioni. Oggi invece la tendenza si è totalmente invertita e mi ritengo molto fortunata».
Elettra Antognetti