La Kodak è fallita, la fotografia digitale ha fatto sprofondare la mutinazionale dei rullini e delle pellicole
Con un passivo di 1,62 miliardi di dollari superiore al fatturato e con 6,75 miliardi di dollari di debito, Kodak ha richiesto bancarotta assistita. Il colosso americano, complice l’avvento della fotografia digitale, ha visto crollare negli ultimi 15 anni il suo valore di mercato da 31 miliardi di dollari a 150 milioni.
La Eastman Kodak ha interrotto la produzione e ha ufficialmente richiesto qualche giorno fa l’amministrazione controllata, il “famoso” capitolo 11 del diritto fallimentare americano, durante la quale continuerà ad operare grazie al prestito di 950 milioni di dollari concesso dalla banca statunitense Citigroup.
Sotto i riflettori l’operato dell’amministratore delegato in carica Antonio Perez: durante la sua gestione Kodak ha perso 7 miliardi di dollari di valore di mercato e ha registrato perdite costanti ogni anno. I 1.100 brevetti che Kodak ha accumulato nel corso del tempo sono l’ultimo valore residuo di cui la multinazionale americana dispone e solo vendendo buona parte di questo portafoglio potrà sperare di riemergere dalla crisi.
Il grande pioniere della fotografia George Eastman fondò la Eastman Kodak nel 1892; fu lui a fabbricare la pellicola trasparente di nitrocellulosa da 35mm che divenne la base dell’industria cinematografica e tale rimase sino all’avvento del digitale. Divenne ricco in pochissimo tempo nonostante avesse iniziato come dilettante. Nel 1932, a 78 anni, dopo aver donato parte della sua ricchezza a scopo benefico, si sparò un colpo di pistola al cuore lasciando un breve messaggio scritto: “Ai miei amici: il mio lavoro è compiuto. Perché attendere?”