In via di definizione da parte di Asl 3 il progetto di ristrutturazione dei locali che diventeranno sede di un polo gratuito di eccellenza per la psichiatria infantile
“Il consultorio del Lagaccio non chiude e sarà ristrutturato” annunciava qualche giorno fa su Twitter e Facebook il presidente del Municipio I Centro Est, Simone Leoncini. La decisione è giunta martedì 19 marzo, al termine di un sopralluogo alla struttura effettuato dall’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo e alcune rappresentanze di Asl 3 e del Municipio I, tra cui lo stesso Leoncini.
A ben vedere, già a fine febbraio il direttore generale dell’azienda sanitaria genovese, Carlo Bedogni, aveva rassicurato i cittadini circa le sorti del presidio. Alle parole sembrano seguire i fatti, come confermato in una nota ufficiale rilasciata dall’Asl, in cui si legge: “Si è deciso di ristrutturare la sede dell’edificio di via Lagaccio, di proprietà di Asl 3, di cui peraltro è già stato restaurato il tetto nel corso del 2012 e di continuare l’attività ivi erogata dal consultorio potenziando in maniera particolare l’assistenza ai bambini disabili e alle loro famiglie tramite l’attività dei neuropsichiatri infantili”.
Ristrutturazioni, dunque, ma non solo dal punto di vista degli edifici. In tempi di spending review, infatti, è diventato economicamente insostenibile il mantenimento in un’unica struttura di tutti i servizi che tradizionalmente offre un consultorio. «Per questo motivo – spiega Maria Carla Italia, assessore alle questioni sociali, associazioni e gestione patrimonio del Municipio I Centro Est, che segue da vicino l’evoluzione della vicenda – al Lagaccio i vertici Asl hanno deciso di puntare sull’infanzia, mirando alla costituzione di un polo di eccellenza per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile. Personalmente sono molto grata all’assessore Montaldo per aver colto l’esigenza di mantenere il presidio sul territorio, nonostante le necessità di Asl di accorpare diversi servizi».
In attesa della presentazione ufficiale del progetto, gli abitanti del quartiere possono tirare un sospiro di sollievo: i costi sociali derivanti dalla chiusura del consultorio, infatti, sarebbero stati decisamente maggiori rispetto alle spese della ristrutturazione, oltre al fatto che l’edificio sarebbe stato difficilmente riutilizzabile per altri impieghi. Perdere il consultorio per diversi cittadini avrebbe potuto significare l’addio definitivo alle cure e ai servizi che ogni giorno, qui, sono erogati gratuitamente.
Scongiurata la chiusura, ora sarà necessario fare i conti con la riorganizzazione del consultorio: la preoccupazione più grande riguarda i servizi di pediatria e ginecologia che sembrano definitivamente destinati a concentrarsi nel polo di viale Brigate Partigiane. «Tuttavia – spiega la dottoressa Angela Grondona, direttore dell’assistenza consultoriale di Asl 3 – i dettagli della ristrutturazione dei servizi sono ancora oggetto di valutazione. I dati certi, per il momento, sono lo stanziamento di 300 mila euro per la riqualificazione del presidio del Lagaccio e la volontà di farne un punto di riferimento per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile».
Dagli uffici tecnici di Asl non trapelano altri dettagli sulla ristrutturazione né riguardo al personale che verrà impiegato nel polo, una volta rinnovato: in ogni caso, i lavori di ammodernamento dovrebbero avvenire per gradi, in modo da non dover procedere a una chiusura neppure temporanea del consultorio, limitando così i disagi per la popolazione. La speranza, dunque, è che la futura presenza di un polo specialistico possa portare nuova linfa al quartiere, come si augura l’assessore Italia: «La struttura attirerà nuovi utenti da tutta la città. Ciò significa portare al Lagaccio nuove persone che, nel loro piccolo, potranno rappresentare una manna per gli esercizi commerciali della zona».
Simone D’Ambrosio