Segnalato anche il pericolo amianto, presente negli edifici fatiscenti dell'ex struttura militare ed abbandonato a se stesso, ormai da decenni
Sono 450 le osservazioni al Puc presentate da associazioni e singoli cittadini che hanno dato vita a “Voglio la Gavoglio”, gruppo che rivendica l’importanza dei percorsi di partecipazione – in atto da alcuni mesi nel quartiere Lagaccio – allo scopo di condividere e progettare insieme il futuro di un territorio che nel corso degli anni si è sentito, in misura sempre maggiore, dimenticato dalle istituzioni locali.
Oggi, con una lettera aperta indirizzata a Sindaco, Assessori comunali all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici, “Voglio la Gavoglio” sollecita delle risposte da parte di Palazzo Tursi in merito alla futura destinazione di una vasta area del Lagaccio (60 mila metri quadrati), quella occupata dall’ex caserma Gavoglio.
Inoltre chiede a gran voce un incontro pubblico nella delegazione e sottolinea un pericolo ambientale finora, evidentemente sottovalutato «Occorre un’indagine sul rischio provocato dall’amianto presente nelle strutture dell’ex caserma e, da decenni, abbandonato a se stesso».
«Già numerose realtà e comitati si erano occupati di questa parte del quartiere, fatiscente e colpevolmente inutilizzata – scrivono i residenti – “Voglio la Gavoglio” nasce in occasione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, proposto dalla scorsa Giunta guidata da Marta Vincenzi sul finire del 2011. In particolare, per quanto riguarda la scheda relativa all’ex caserma Gavoglio (considerata Distretto di trasformazione locale n. 3.06), chiediamo, con le nostre osservazioni, di modificare il Puc, perché le previste nuove destinazioni d’uso cambierebbero radicalmente il disegno del precedente piano urbanistico, dando maggior peso all’edilizia abitativa e meno alla necessità di servizi e aree verdi per il quartiere».
«La caserma Gavoglio è solo una delle tante questioni in città sulle quali, ci pare, i cittadini vogliono che la “cabina di regia” delle decisioni e pianificazioni future non sia esclusivamente negli uffici delle amministrazioni locali ma che sia spostata, metaforicamente e fisicamente, nei vari territori di Genova con modalità tali da permettere un’attivazione ed una rinascita delle comunità che vivono e lavorano nelle zone interessate dalle trasformazioni urbanistiche», si legge ancora nella lettera aperta.
La contrarietà al Puc è ribadita con fermezza «“Voglio la Gavoglio” dice No al Puc in via di approvazione ed intende promuovere un percorso di coinvolgimento e progettazione condivisa con gli abitanti. Tutto il quartiere è stato coinvolto in numerose riunioni ed incontri pubblici, con i cittadini impegnati ad elaborare ipotesi progettuali per il futuro del territorio. Insieme abbiamo deciso le azioni da compiere, innanzitutto quella di consegnare le 450 osservazioni al Puc. Ci auguriamo che queste ultime possano servire da stimoli costruttivi in base ai quali modificare il Piano Urbanistico Comunale».
Matteo Quadrone
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