L'intesa prevede la possibilità per gli oltre mille ragazzi dell'area penale esterna di svolgere attività di volontariato presso le associazioni che fanno riferimento a Libera
Firmato stamattina a Genova un protocollo d’intesa regionale tra il Centro di Giustizia minorile del Piemonte, Val d’Aosta, Liguria e Massa Carrara e Libera Liguria.
Il documento dà attuazione al protocollo nazionale che promuove forme di collaborazione tra il Dipartimento per la giustizia minorile e Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), nelle diverse regioni italiane. E vicino a noi c’è un precedente positivo, ovvero l’esperienza che da ormai 4 anni prosegue in Piemonte, come ricorda il dott. Antonio Pappalardo, dirigente del Cgm di Torino, giunto a Genova per siglare l’intesa «I risultati sono stati ottimi e siamo riusciti a creare un circuito virtuoso che vogliamo riproporre anche in Liguria».
«L’obiettivo è mettere in rete tutte le varie associazioni che fanno riferimento a Libera per trasformarle in una concreta risorsa per i ragazzi dell’area penale esterna, quelli per intenderci che al momento non sono in carcere – spiega Pappalardo – Parliamo in pratica del 90% dei giovani sottoposti a provvedimenti giudiziari, oltre un migliaio in Liguria che già seguono diversi percorsi educativi nelle 4 province liguri».
Ma da oggi avranno un’altra opportunità a disposizione. Il documento prevede infatti la possibilità per i ragazzi dell’area penale esterna di svolgere attività di volontariato presso le associazioni che collaborano attivamente con Libera. Oltre ai lavori socialmente utili i ragazzi saranno coinvolti direttamente in attività di ristrutturazione e manutenzione di strutture/locali sequestrati alla criminalità organizzata sul territorio ligure.
La firma del protocollo è stata apposta proprio in vico mele 14r, nel centro storico, uno spazio recentemente assegnato alla comunità di San Benedetto che ne cura la gestione e vende i prodotti equosolidali provenienti dalle terre confiscate alle mafie.
«Questa iniziativa di educazione alla legalità ha una valenza molto forte perché i giovani che hanno violato la legge andranno a prestare le loro opera in strutture liberate dalla presenza criminale – conclude Pappalardo – noi immaginiamo che una volta avviato questo percorso di condivisione, conoscenza ed incontro, gli stessi ragazzi possano partecipare ai campi estivi organizzati da Libera».
Ma non solo. Un altro punto del protocollo prevede la costituzione di un’area di formazione e ricerca volta a diffondere la cultura della legalità in Liguria grazie alla collaborazione tra i volontari di Libera e gli operatori del Centro di giustizia minorile.
Matteo Quadrone